Estero

Israele verso un governo senza Netanyahu

Verso l4accordo tra Bennett e Lapid. Sarebbe la prima volta di un esecutivo senza Bibi dopo dodici anni. Lui accusa: ‘Non in grado di affrontare le sfide’

Naftali Bennett e Yair Lapid (Keystone)
31 maggio 2021
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Una corsa contro il tempo prima di mercoledì: 48 ore per superare gli ostacoli, ancora molti, e far sorgere "la nuova era" d'Israele senza Benyamin Netanyahu. Yair Lapid - il centrista incaricato dal presidente Reuven Rivlin di formare il nuovo governo - ha tratteggiato così il percorso che in queste ora sta seguendo insieme a Naftali Bennett, leader della destra nazionalista, dopo la scelta di quest'ultimo di aderire all'esecutivo di unità nazionale senza Netanyahu. "Possiamo finire la prossima settimana. In una settimana lo Stato di Israele - ha detto Lapid riferendosi anche al voto della Knesset sul governo - può entrare in una nuova era con un premier diverso".

Questo non vuol dire ancora che sia tutto a posto, anche se, secondo i media, Lapid potrebbe sciogliere la riserva già domani. Le riunioni delle delegazioni dei partiti intenzionati ad entrare nella nuova maggioranza (quello arabo di Raam compreso) si susseguono frenetiche. Sul tavolo ci sono i contenuti del programma, la formazione della compagine ministeriale e soprattutto la composizione del Gabinetto di sicurezza, comitato ristretto decisionale. Sulla sua struttura, 10-12 membri, si va col bilancino ma, visto il peso politico di Bennett destinato ad essere premier, ci sarà una chiara maggioranza di destra. Anche per contrastare la narrativa di Netanyahu che ha sempre definito il nuovo possibile esecutivo "un governo di sinistra".

Accuse e controaccuse

Lo stesso Benny Gantz ha rintuzzato le accuse di Netanyahu sul fatto che il prossimo governo non sia in grado di affrontare le sfide di Israele. "Penso - ha detto ad un incontro con la stampa estera - che siamo completamente in grado di occuparci della sicurezza di Israele. Quanto detto da Netanyahu ha solo uno scopo politico". Sono molti comunque gli analisti a sottolineare come il fattore tempo sia fondamentale: prima Lapid si reca da Rivlin, meno tempo concede all'inevitabile reazione di Netanyahu, deciso a tutto pur di far naufragare il progetto degli avversari ed arrivare alle quinte elezioni in due anni.

Nel Paese l'aria non sembra essere delle migliori: Bennett, il suo numero due Ayelet Shaked e altri esponenti del partito hanno visto la loro sicurezza rafforzata dopo aver ricevuto minacce "per aver tradito la destra". E non solo: anche sul centrista Lapid e a sinistra, giornalisti compresi, la polizia ha aumentato le precauzioni. Una situazione denunciata dallo stesso Lapid: "Se volete capire perché dobbiamo cambiare leadership in Israele, ascoltate il discorso di ieri di Netanyahu. Pericoloso e pazzo, di qualcuno che non ha più limiti. La sua debolezza - ha accusato - indebolisce tutti noi. Non vanno maledetti gli altri, non bisogna guardarli come nemici, non va etichettato come un traditore da uccidere chi la pensa diversamente da noi".

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