Estero

Nato il governo Netanyahu: destra radicale al potere

Il sei volte premier: ‘Israele sarà un Paese prospero, ci sarà benessere’. Nel governo ministri religiosi e poche donne. Prime tensioni

Dopo aver ottenuto la fiducia
(Keystone)
29 dicembre 2022
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Tel Aviv – Benyamin Netanyahu ha proiettato Israele in una nuova fase politica: la Knesset infatti ha votato la fiducia (63 sì in aula, su 120) al suo nuovo governo in cui il Likud è sostenuto da due partiti ortodossi e da tre liste nazionalistiche di estrema destra, legate al movimento dei coloni, una delle quali apertamente omofoba. Il programma dell‘esecutivo – il sesto in cui Netanyahu è premier – include profondi cambiamenti in vari aspetti della vita degli israeliani, fra cui difesa, sicurezza, educazione, giustizia. Secondo gli accordi con i partiti nazionalisti, prelude inoltre a una accelerazione dell’insediamento ebraico in Cisgiordania e garantisce un’accresciuta libertà di azione alle forze di sicurezza in Israele e nei Territori.

Toni conciliatori

Da Ramallah l’Anp ha subito espresso preoccupazione per questi sviluppi che, secondo un dirigente di al-Fatah, "mette in pericolo il nostro futuro". Consapevole delle preoccupazioni createsi in casa e all’estero per la natura del nuovo esecutivo, oggi alla Knesset Netanyahu ha assunto un tono conciliatorio e ha invitato gli israeliani a guardare al futuro con rinnovato ottimismo. Il neopremier ha assicurato che, nel contesto degli Accordi di Abramo, il suo governo opererà per accrescere il numero degli Stati arabi in pace con Israele e "mettere fine così al conflitto israelo-arabo". Poi ha aggiunto che Israele continuerà a lottare con successo contro il nucleare iraniano e ha promesso che la superiorità militare nella regione crescerà ulteriormente. Anche l’economia, ha previsto, è destinata a fiorire, grazie anche a "treni super-veloci" che avvicineranno le periferie al centro del Paese. "Israele sarà un Paese prospero, ci sarà benessere", ha assicurato.

Le prime proteste

E verso quanti temono che in Israele possano prendere piede sentimenti di omofobia, Netanyahu ha giocato una carta vincente impegnandosi per la nomina a presidente della Knesset dell’ex ministro Amir Ohana: un omosessuale, giunto per l’occasione accompagnato dal proprio compagno, Allon. Tuttavia nelle ultime settimane in Israele si sono moltiplicati i segnali di allarme per le possibili ripercussioni delle attività del nuovo governo. Prese di posizione critiche sono giunte da intellettuali, da ex giudici, da ex diplomatici, da esponenti dell’industria high-tech e del mondo finanziario. Oggi a Gerusalemme un migliaio di dimostranti hanno inscenato una protesta. Spiccavano attivisti di gruppi Lgbt, preoccupati per l’accresciuta influenza politica conquistata dai rabbini ortodossi e da esponenti nazionalisti. Uno dei più contestati è stato Bezalel Smotrich, leader del ‘Sionismo religioso’. Con un passato di acceso attivista anti-governativo e protagonista anni fa di una manifestazione omofoba, fungerà da ministro delle finanze e sarà ministro all’interno del ministero della difesa. Ostile per principio all’Anp, si occuperà anche della gestione delle questioni civili in Cisgiordania.

Tra i 30 ministri solo 5 donne

"Il popolo ebraico – afferma un documento del nuovo governo – ha un diritto esclusivo e inalienabile su tutte le aree della Terra d’Israele". Contestato anche Itamar Ben Gvir, leader del partito ’Otzmà Yehudit’ (Potenza ebraica), ex attivista del gruppo xenofobo ‘Kach’ poi divenuto un importante avvocato, che fungerà da ministro della sicurezza nazionale. Come tale sarà responsabile della polizia e avrà alle sue dipendenze la Guardia di frontiera. Un terzo esponente del nazionalismo religioso, Avi Maoz, leader del partito integralista Noam, dall’interno dell’ufficio del premier potrà gestire programmi educativi per gli istituti scolastici. Il peso dei partiti ortodossi si avverte anche nella composizione del governo: su 30 ministri solo 5 sono donne, e avranno incarichi marginali. Il passaggio delle consegne fra il premier uscente Yair Lapid e Netanyahu è stato glaciale, senza alcuna stretta di mano. Il loro incontro è durato 45 minuti e si è concluso senza dichiarazioni. In precedenza Lapid aveva comunque tenuto a precisare alla Knesset di aver lasciato dietro di sé uno Stato in condizioni molto buone, sia per la sicurezza, sia per l’economia, sia per il prestigio internazionale. Ma Netanyahu ha subito voltato pagina. Ha incassato le calorose congratulazioni di Vladimir Putin e dell’ambasciatore Usa a Gerusalemme Tom Nides. "Adesso – ha detto alla conclusione delle cerimonie in parlamento – basta con le feste. Rimbocchiamoci le maniche e cominciamo a lavorare".

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