Estero

Sono 533 i giornalisti incarcerati nel 2022 nel mondo

Più della metà dei giornalisti detenuti nel mondo si trova in cinque Paesi: Cina (110), Birmania (62), Iran (47), Vietnam (39) e Bielorussia (31)

‘Il giornalismo non è un crimine’
14 dicembre 2022
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Il numero di giornalisti incarcerati nel mondo ha raggiunto un nuovo record nel 2022: sono 533, circa 40 in più rispetto allo scorso anno (488), quando era già un livello storico. Lo rende noto il rapporto annuale di Reporter senza frontiere diffuso oggi.

In aumento anche il numero dei giornalisti uccisi (57), in particolare a causa della guerra in Ucraina, mentre era stato "storicamente basso" nel 2021 (48) e nel 2020 (50). Più della metà dei giornalisti detenuti nel mondo al 1º dicembre 2022 si trova in cinque Paesi: Cina (110), Birmania (62), Iran (47), Vietnam (39) e Bielorussia (31).

L’Iran è l’unico Paese che non faceva parte di questa "lista nera" lo scorso anno, sottolinea l’Ong con sede a Parigi che stila questo rapporto annuale dal 1995. La Repubblica islamica ha infatti imprigionato un numero di professionisti dei media "senza precedenti" in 20 anni dall’inizio del movimento di protesta scoppiato a settembre. Trentaquattro nuovi giornalisti si sono aggiunti ai 13 che erano già stati rinchiusi in carcere prima dell’inizio delle proteste. "I regimi dittatoriali e autoritari stanno riempiendo velocemente le loro carceri imprigionando i giornalisti", ha denunciato Christophe Deloire, segretario generale dell’Ong per la difesa della libertà di stampa.

Il nuovo record di giornalisti detenuti "conferma che i regimi autoritari continuano a imprigionare giornalisti scomodi in modo sempre più disinvolto, spesso senza nemmeno preoccuparsi di processarli", si legge nel rapporto. In effetti, "appena più di un terzo" dei giornalisti è stato condannato.

All’interno di questa valutazione globale, Reporter senza frontiere rileva un numero senza precedenti di giornaliste incarcerate: sono 78 (rispetto alle 60 dell’anno scorso). "Le giornaliste rappresentano ora quasi il 15% dei detenuti, rispetto a meno del 7% di cinque anni fa", secondo la Ong.

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