intimidazioni in tutta Europa

Pacchi con sangue inviati alle ambasciate ucraine

Dopi i sei colli con esplosivo in Spagna, minacce anche in Italia, Polonia, Ungheria, Croazia e Paesi Bassi. Spediti anche occhi di animali

Attacchi in diverse sedi diplomatiche (Keystone)
2 dicembre 2022
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Pacchi insanguinati, occhi di animali. Come veri messaggi intimidatori, spediti alle sedi diplomatiche ucraine in almeno cinque paesi europei. Anche in Italia e al Vaticano. Gesti che fanno reagire con fermezza il ministro ucraino degli Esteri, Dmytro Kuleba, che parla di una "campagna pianificata di terrore e intimidazione", e subito incalza: si tratta di "tentativi futili" e "continueremo a lavorare per la vittoria dell’Ucraina".

La novità assoluta della strategia e la concomitanza degli episodi comunque allarma e induce le autorità ucraine a elevare il livello di sicurezza presso ambasciate e consolati. Allo stesso tempo Kiev chiede ai governi stranieri di garantire la massima sicurezza alle istituzioni diplomatiche sul loro territorio, invocando a riguardo la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. Le dinamiche, del resto, sono da manuale. Almeno secondo le prime ricostruzioni. Le minacce sono giunte alle ambasciate ucraine in Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Croazia, Italia, ai consolati generali di Napoli, Cracovia e al consolato di Brno (Repubblica Ceca). Ignoti hanno anche danneggiato l’ingresso della residenza dell’ambasciatore dell’Ucraina in Vaticano.

La dinamica

Sono riusciti a entrare nel palazzo a Roma dove risiede l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, e hanno coperto di escrementi la porta di ingresso, le scale e le pareti. Al consolato ucraino che ha sede a Napoli, invece, sarebbe arrivata una busta contenente occhi di animali. Un pacco insanguinato anche all’ambasciata ucraina a Madrid, dove nei giorni scorsi erano arrivati pacchi incendiari.

La polizia spagnola ha circondato il perimetro della rappresentanza diplomatica per motivi di sicurezza. Ma le autorità iberiche sono in allerta ormai da giorni, dove si contano ad oggi almeno sei ordigni, rudimentali e di origine ancora non chiara, su cui si concentrano indagini delle autorità. Indagini scattate dopo che una delle buste sospette è deflagrata mercoledì proprio all’ambasciata ucraina a Madrid, provocando ferite lievi all’impiegato incaricato di aprirla. Ma da subito nella capitale spagnola la situazione non sembra circoscritta a quell’episodio, visto che nel giro di poche ore è stato poi notificato il recapito di bombe carta anche ad altri indirizzi noti, come quello del premier Pedro Sánchez e dell’ambasciata Usa nel Paese. In nessuno di questi casi sono stati segnalati danni a persone o cose. Dopo quanto accaduto mercoledì, il tribunale dell’Audiencia Nacional ha aperto un’inchiesta e il reato ipotizzato è "terrorismo". Il filo conduttore della guerra in Ucraina che accomuna questi eventi resta tuttavia al momento sullo sfondo. Gli inquirenti infatti non hanno ufficialmente confermato l’ipotesi.

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