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Negli Usa via alla volata 2024, Biden contro Trump o DeSantis

Il presidente ribadisce la volontà di ripresentarsi. Il suo predecessore, uscito malconcio dalle elezioni di mid-term, fa lo spavaldo come al solito.

Biden e i democratici sono usciti rafforzati dalle elezioni di midterm
(Keystone)
10 novembre 2022
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Washington – La lunga volata per la Casa Bianca è già iniziata con grande anticipo, quando ancora non si conoscono i risultati definitivi di Midterm, anche se ormai le proiezioni danno la Camera ai repubblicani per una manciata di seggi e il Senato in bilico (mancano Arizona, Nevada e Georgia) ma con buone possibilità per i dem di mantenerne il controllo. Lo scenario più probabile per il 2024, al momento, è Joe Biden contro il vincente nelle primarie repubblicane tra Donald Trump, che darà il "grande annuncio" martedì prossimo nella sua residenza di Mar-a-Lago, e il riconfermato governatore della Forida Ron DeSantis, astro nascente del partito repubblicano.

"Sarà divertente vederli attaccarsi a vicenda", ha gongolato il presidente eludendo la domanda se consideri un rivale più pericoloso l’uno o l’altro. "Se Trump si ricandida farò in modo che non vinca di nuovo", ha comunque promesso Biden, ribadendo la sua intenzione di correre nuovamente ma precisando di non avere fretta e di voler aspettare il prossimo anno per confermarla.

Tre buoni motivi per tentare il bis

Biden ha diversi motivi per restare in pista sfruttando le divisioni del partito repubblicano tra i suoi due principali probabili frontrunner.

Il primo, come ha rimarcato lui stesso, è che non si è materializzato l’atteso tsunami rosso e che le Midterm sono di fatto "una vittoria", dato che storicamente il partito alla Casa Bianca ci lascia le penne, come è successo anche a Barack Obama e allo stesso Trump. "Abbiamo perso meno seggi alla Camera di qualsiasi presidente democratico nella sua prima elezione di Midterm in almeno 40 anni. E abbiamo avuto le migliori Midterm per i governatori dal 1986", ha twittato Biden, la cui campagna per la democrazia (contro l’estremismo Maga) e i diritti sembra aver pagato, soprattutto tra giovani e donne. Il presidente parte quindi più forte per i suoi prossimi appuntamenti internazionali: venerdì Cop27 in Egitto, poi vertice Asean del sudest asiatico e G20 di Bali, dove da presidente incontrerà per la prima volta Xi Jinping.

Il secondo motivo è che il presidente può sperare in un calo dell’inflazione dopo i primi segni incoraggianti di rallentamento e se i repubblicani riconquisteranno la Camera paralizzando la sua agenda - nonostante le aperture bipartisan - avrà un nemico da combattere (oltre a Trump o DeSantis) mobilitando la base democratica.

Il terzo è che potrebbe vantare un clamoroso successo di politica estera se - come suggeriscono le manovre diplomatiche in corso - si arrivasse ad una soluzione sull’Ucraina, dopo aver saputo tenere unito il fronte occidentale contro la Russia. Depongono a suo sfavore l’età avanzata (avrebbe 82 anni all’inizio del prossimo mandato) e l’energia, già ora messa in discussione da gaffe ed evidenti cenni di affaticamento: elementi che inducono gli elettori dem a preferire un passaggio di testimone, ancor più nel caso dovesse strappare la nomination repubblicana l’aitante 44enne DeSantis.

Scenari alternativi tra i dem

Difficile che qualcuno osi sfidare Biden nelle primarie, se effettivamente si ricandidasse. Ma nel partito e sui media si specula su scenari alternativi. Tra i papabili per il 2024 il New York Times indica in pole position la prima vicepresidente donna e di colore Kamala Harris, che però finora ha deluso e ha una popolarità uguale se non sotto quella di Biden, e il 40enne segretario ai trasporti Pete Buttigieg, primo ministro apertamente gay (con marito e due figli), anche lui quindi icona del progresso verso l’uguaglianza ma con scarso appeal sugli afroamericani.

Esclusi Bernie Sanders (troppo vecchio) e Alexandria Ocasio-Cortez (troppo giovane), ci sarebbero anche due governatori appena riconfermati: Gretchen Whitmer in Michigan (bersaglio della destra) e il forse troppo affettato Gavin Newsom in California, che cerca di accreditarsi sul palcoscenico nazionale come contraltare di DeSantis ma la cui immagine è compromessa da certe foto di lusso ostentato con l’ex moglie Kimberly Guilfoyle, ora fidanzata di Donald Trump Jr.

Trump sotto pressione

Il tycoon pensava di lanciare la candidatura sulle ali del successo repubblicano, ma come un novello Icaro è precipitato, anche se non bisogna darlo per morto come fanno tutti. Compreso l’impero mediatico di Rupert Murdoch che lo ha già scaricato, con il Wall Street Journal, il New York Post e persino la fida Fox che lo incolpano del flop repubblicano e lo bollano come un "perdente", una figura "tossica", "il passato" del partito.

Martedì farà il grande annuncio’, nonostante il suo entourage prema per un rinvio dopo il ballottaggio per il Senato in Georgia. Ma la travolgente vittoria di DeSantis, un ultraconservatore senza la carica democraticamente destabilizzante del tycoon, è un uragano su tutto il Grand Old Party. Come quello che si è abbattuto sulla Florida, rischiando di rovinare le nozze di Tiffany Trump.

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