Il velivolo si era schiantato giovedì in Croazia dopo essere giunto dalla zona di guerra in Ucraina e aver sorvolato Ungheria e Romania
C’era una bomba sul drone giunto dalla zona di guerra in Ucraina e schiantatosi giovedì notte a Zagabria, capitale della Croazia, dopo aver sorvolato la Romania e l’Ungheria. Lo ha riferito oggi il ministro della Difesa croato, Mario Bonožic, dopo che dal cratere del diametro di tre metri sono stati estratti i frammenti del velivolo. «Sono state trovate tracce di esplosivo e ci sono indicazioni che questo non era un drone da ricognizione», ha detto il ministro, precisando che il velivolo trasportava una bomba aerea di produzione sovietica, che è esplosa e ora non pone più nessun rischio.
Finora non è stato accertato a chi appartenesse il velivolo, e i primi dati sulla sua traiettoria non possono escludere né la parte russa né quella ucraina. Non è ancora chiaro neanche se la bomba sia esplosa prima o dopo l’impatto al suolo.
In un primo momento si era ipotizzato che si trattasse di un drone del tipo Tu-141, di fabbricazione sovietica e in dotazione all’esercito ucraino che aveva perso il contatto con il velivolo o programmato male la sua traiettoria. Il ministro ha aggiunto che la Croazia «non può sicuramente dirsi soddisfatta della reazione dei Paesi della Nato, in primis l’Ungheria e la Romania, che hanno avvistato l’oggetto molto prima di noi e non hanno reagito». «Faremo un’analisi dettagliata con gli alleati per accertare cosa è successo», ha concluso.