Il governo grida al ‘golpe’ e manda i blindati nelle strade. Rischio guerra civile
Nubi di guerra civile si addensano sui cieli della Somalia: dopo mesi di conflitti istituzionali, il presidente Abdullahi Mohamed, detto Farmajo, ha annunciato la sospensione dalle sue funzioni del primo ministro Mohamed Hussein Roble, che a sua volta lo ha accusato di golpismo chiamando a raccolta le forze militari a lui fedeli. Farmajo ha deciso di sospendere Roble a seguito di un’indagine su controverse accuse di corruzione per l’acquisto “fraudolento” di terreni di proprietà dell’esercito.
La disputa con il premier va avanti dallo scorso aprile, quando il presidente ha esteso di due anni, con una decisione unilaterale, il suo mandato di quattro anni scaduto nel 2020. Gli scontri armati tra le fazioni rivali intorno e nella capitale Mogadiscio costrinsero decine di migliaia di persone a lasciare le proprie case. La disputa si risolse con la concessione a Roble di maggiori poteri, in parte poi revocati lo scorso settembre, in un braccio di ferro che secondo gli osservatori internazionali ha compromesso ancora di più la precaria stabilità del Paese.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è rappresentata dalle elezioni parlamentari, iniziate il primo novembre e che si sarebbero dovute concludere il 24. Ma i candidati eletti a oggi sono appena una manciata su 275. “Dal momento che il presidente ha deciso di distruggere le istituzioni governative, ordino a tutte le forze nazionali somale di lavorare sotto il comando dell’ufficio del primo ministro da oggi”, ha affermato Roble durante una conferenza stampa.
A quanto si apprende, i sostenitori del presidente hanno tentato di impedire al premier di accedere al suo ufficio, senza riuscirvi. “I responsabili del colpo di Stato fallito oggi saranno perseguiti", ha tuonato il ministro della Sicurezza interna della Somalia, Abdullahi Mohamed Nur. "Il golpe "è stato sventato grazie ad alcuni elementi della Guardia presidenziale e dell’esercito”, ha riferito.
Nel corso della giornata, diversi blindati hanno bloccato le strade nei pressi del palazzo presidenziale. Nella capitale si è celebrato un vertice tra gli esponenti del clan Habargidir, quello del premier Roble, e i vari sostenitori del governo che avrebbero deciso di mobilitare truppe schierate nelle regioni dove si combattono gli Shabaab, ritiratisi da Mogadiscio ma ancora in grado di colpire la capitale, come dimostra la lunga scia di sangue lasciata dagli integralisti islamici.