Presidente e primo ministro rinchiusi in una base militare ore dopo l’annuncio di un nuovo governo. La comunità internazionale alza la voce.
Bamako/New York/Parigi – Nuova crisi in Mali. Il presidente Bah Ndaw e il primo ministro Moctar Ouane sono stati portati forzatamente in una base militare vicino a Bamako, a Kati.
Il "presidente e il primo ministro sono qui a Kati per questioni che li riguardano", ha detto un alto funzionario militare. I soldati non avrebbero approvato il nuovo esecutivo, la cui compagine è stata annunciata oggi dalle autorità transitorie.
Un funzionario del governo, in condizione di anonimato, ha confermato che i capi dell'esecutivo di transizione, il presidente Bah Ndaw e il primo ministro Moctar Ouane, sono stati portati a Kati, il cuore dell'apparato militare maliano, dove lo scorso 18 agosto 2020 il presidente eletto Ibrahim Boubacar Keïta era stato portato con la forza dai colonnelli golpisti per annunciare le sue dimissioni.
L'azione dei militari è avvenuta poche ore dopo l'annuncio di un nuovo governo, ancora dominato dai militari, ma dal quale sono stati licenziati ufficiali vicini alla giunta che aveva preso il potere dopo il colpo di stato di agosto e di cui Assimi Goita era il leader.
A metà aprile, le autorità di transizione hanno annunciato l'organizzazione il 31 ottobre di un referendum su una revisione costituzionale da tempo promessa e hanno fissato per febbraio-marzo 2022 le elezioni presidenziali e legislative al termine delle quali sarebbero tornate al potere. Ma la persistente violenza jihadista e il malcontento sociale rischiano di compromettere questo percorso.
Chiesta liberazione immediata e incondizionata
L'Onu, le principali organizzazioni africane, l'Unione europea, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno condannato il "tentato colpo di stato" in corso in Mali e respinto in anticipo ogni fatto compiuto, comprese le possibili dimissioni forzate del presidente Bah Ndaw e del primo ministro Moctar Ouane portati forzatamente in una base militare vicino a Bamako, a Kati.
In una dichiarazione congiunta, la missione delle Nazioni Unite in Mali (Minusma), la Comunità degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas), l'Unione africana, la Francia, gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Germania e l'"Unione europea" chiedono l'immediata e incondizionata liberazione "del presidente e del premier di transizione arrestati in giornata con alcuni loro collaboratori.
L'Ue condanna il rapimento del presidente e del primo ministro del Mali e chiede che si torni a un processo di transizione democratica, ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel al termine della prima giornata dei lavori del vertice europeo straordinario.