Estero

Boko Haram rivendica il rapimento di oltre 300 ragazzini

333 gli adolescenti dispersi. Gli esperti temono un’espansione nel nord della Nigeria del gruppo alleato all’Isis

In passato i terroristi hanno causato anche molti sfollati (Keystone)
15 dicembre 2020
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I terroristi islamici di Boko Haram hanno rivendicato il rapimento di massa avvenuto nella notte tra venerdì e sabato nel nord della Nigeria, in un’area diversa da quella dove operano da tempo. La formazione jihadista ha diffuso sui suoi canali un audio in cui il suo capo, Abubakar Shekau, rivendica l’attacco e il sequestro di centinaia di adolescenti nello Stato del Katsina, con un blitz condotto da centinaia di uomini armati a bordo di motociclette. “Sono Abubakar Shekau e i nostri fratelli sono dietro al rapimento nel Katsina”, ha dichiarato la voce attribuibile al leader jihadista.

L’attacco, anche questa volta, ha preso di mira una scuola, situata a Kankara: centinaia di liceali sono fuggiti nella boscaglia ma, secondo fonti ufficiali nigeriane, almeno 333 adolescenti risultano dispersi (anche se altre fonti locali parlano di oltre 500). Il governatore dello stato di Katsina, Aminu Bello Masari, ha scritto su Twitter che i rapitori “hanno contattato il governo” e sono in corso "colloqui" per liberarli. Diversi genitori che speravano si trattasse solo di un rapimento a scopo di estorsione come molti che avvengono in zona su scala minore, sono però pessimisti circa una rapida liberazione: i Boko Haram non sono infatti criminali comuni, ma fanatici ideologizzati.

Si tratta di un’organizzazione sunnita diffusa nel nord-est della Nigeria e una sua ala maggioritaria è alleata con l’Isis dal 2015. La formazione, il cui nome significa "l’istruzione occidentale è proibita”, vuole imporre al Paese la sharia e dal 2009 ha causato più di 36mila morti e due milioni di sfollati. L’Unicef calcola che i Boko Haram abbiano rapito più di mille bambini e giovanissimi dal 2013. Il caso più noto era stato quello delle 219 ragazze, tra i 12 e i 17 anni, rapite nell’aprile 2014 dal liceo di Chibok, nello Stato settentrionale del Borno, per farne "schiave" o vittime di matrimoni forzati: da allora, con raid o trattative, ne sono state liberate 107, ma 112 restano nelle mani dei rapitori. Analisti hanno giudicato l’attuale rapimento come “un terribile messaggio politico” lanciato dai Boko Haram per dimostrare una loro “espansione territoriale nel nord del Paese”, fuori dalla zona in cui erano finora confinati.