Estero

Nigeria, kamikaze (forse di Boko Haram) provoca almeno 50 morti

21 novembre 2017
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I tappeti per la preghiera sporchi di sangue usati anche per coprire i corpi. Il soffitto e una parete sventrati. Dopo l'attentato kamikaze che questa mattina in una moschea nigeriana ha provocato la morte di almeno 50 persone la gente di Mubi, nello stato di Adawama, è attonita.

Il ragazzo-kamikaze che si è fatto esplodere era in mezzo alla folla che stava arrivando per la preghiera del mattino, ha raccontato un testimone. E anche se non c'è stata nessuna rivendicazione, tutti pensano alle stesse due parole: Boko Haram. I terroristi islamici che nel 2015 hanno dichiarato fedeltà all'Isis non sono stati "schiacciati", come aveva annunciato già un anno fa il presidente nigeriano Muhammadu Buhari, e seminano il terrore non solo nelle chiese cristiane – che sono un obiettivo tradizionale –ma ovunque capiti, moschee comprese.

L'area in cui si muovono è sempre il nord-est del Paese, nonostante fonti militari abbiano ripetutamente affermato di averne preso il controllo. Lo stato di Adawama, dove è avvenuta la strage, confina a nord con quello del Borno, 'patria' dei terroristi islamici che negli ultimi sei anni hanno hanno ucciso almeno 20 mila persone. Non si sa quanti siano i feriti di oggi in quanto, ha detto il portavoce della polizia Othman Abubakar, "stiamo ancora accertando il numero delle persone rimaste ferite nell'esplosione perché si trovano ricoverate in vari ospedali del Paese".

A causa delle pessime condizioni delle strade i soccorritori hanno impiegato ore per raggiungere la città di Mubi, a 200 chilometri da Yola, capitale dello Stato. Quello che si sa, invece, è che l'attentatore era un ragazzo: una conferma delle scelte che negli ultimi tempi hanno fatto i Boko Haram – il cui nome significa 'l'istruzione occidentale è proibita' – che sempre più spesso utilizzano adolescenti e ragazze, spesso rapiti.

Anche lo scorso dicembre, nell'attentato in un mercato nel campo di sfollati di Dikwa che provocò 58 morti, le attentatrici kamikaze erano due ragazzine. Una terza all'ultimo momento si rifiutò. "Ho detto No perché la mia mamma abita a Dikwa, non volevo andare là e uccidere la gente", ha raccontato la giovane, contattata dalla Bbc. La ricompensa per la missione, avevano detto loro i Boko Haram, sarebbe stato il paradiso.

(Ansa)

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