Estero

Muscat lascia la politica maltese

L'ex premier travolto dal caso dell'assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia

6 ottobre 2020
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L'ex primo ministro maltese Joseph Muscat ha annunciato le dimissioni da deputato del partito laburista con un discorso in aula di appena 90 secondi in cui ha rivendicato i suoi successi. È la fine di una parabola politica per certi aspetti sfolgorante: dodici anni in cui non ha mai perso un'elezione a partire dal 2008, anno in cui fu posto a capo del partito laburista, conducendolo al trionfo elettorale del 2013 che avviò il boom economico del più piccolo dei 27 Stati membri della Ue. Una carriera travolta dall'assassinio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista che per dieci anni aveva fustigato usi e costumi dell'isola arrivando anche a rivelare il clamoroso caso di corruzione dietro la progettazione, costruzione e gestione della centrale termoelettrica di Malta, alimentata con gas azero.

Muscat, 46 anni, figlio di un importatore di fuochi artificiali, dopo una brillante carriera accademica ed una esperienza come giornalista nella catena radiotelevisiva One di proprietà del partito laburista, nel 2004 fu eletto europarlamentare, e nel giugno 2008 fu scelto dal Labour come successore di Alfred Sant che aveva perso tre elezioni consecutive. Cinque anni dopo, nel 2013, portò il Labour al trionfo elettorale con un programma di riforme economiche e sociali radicali, incluso il sostegno alla legge per il divorzio invisa alla potente chiesa maltese.

Dopo l'assassinio della giornalista, Muscat - che nel frattempo aveva avuto occasione di gestire il semestre di presidenza europea di turno - respinse tutte le richieste di fare pulizia nel governo e di avviare un'inchiesta pubblica indipendente. Ancora nel 2018 era l'orgoglioso padrone di casa nell'inaugurazione dell'anno di Valletta capitale europea della cultura. Ma nel 2019 le rivelazioni di uno dei sicari arrestati 40 giorni dopo l'assassinio, le pressioni Usa e del Consiglio d'Europa portarono alla svolta decisiva delle indagini con l'incriminazione dell'ex re dei casinò Yorgen Fenech come mandante. A dicembre Muscat fu costretto ad annunciare le dimissioni da premier dopo settimane di proteste di piazza scatenate dalle rivelazioni.

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