Estero

L'Europa torna a scuola, 'più benefici che rischi'

Gran Bretagna, Francia e Spagna, Belgio e Polonia di nuovo in aula: tra mascherine e distanziamento

(foto: Keystone)
30 agosto 2020
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È conto alla rovescia per il rientro a scuola in gran parte dei Paesi europei. E, come in Ticino, bambini e ragazzi tornano tra i banchi tra numerose incognite e i timori di insegnanti e genitori, a partire dalle incertezze sulla contagiosità dei più piccoli. La Germania lo ha già sperimentato, e si è trovata costretta a richiudere decine di istituti dopo l'emergere di nuovi focolai di coronavirus. Ora si preparano alla prova del fuoco anche Francia e Regno Unito, questa settimana, mentre in Spagna si tornerà sui banchi a partire dal 7 settembre. Con misure e precauzioni che variano da Paese a Paese.
Non tutti riusciranno probabilmente a fare come la Danimarca, uno dei primi Stati occidentali a riaprire le sue scuole, ad aprile. Copenhagen ha separato gli alunni in micro-classi di massimo dodici bambini, con orari di inizio delle
lezioni sfalsati e banchi monoposto a due metri di distanza, tanto da rendere superflue le mascherine. La cui adozione è stata invece ritenuta necessaria altrove nel Vecchio Continente. A Parigi, per esempio, dove si punta a un rientro in classe che sia "il più normale possibile", ha assicurato il ministro dell'Educazione nazionale, Jean-Michel Blanquer. L'attesissima ripresa scolastica del 1 settembre avverrà seguendo poche regole: mascherine in ogni circostanza per insegnanti e studenti dopo gli undici anni e principio della non mescolanza tra i gruppi di allievi. In caso di contagi, si procederà a test e isolamento. Ma l'importante ora è ripartire, a dispetto delle diverse migliaia di nuove infezioni registrate ogni giorno nel Paese: "Non deve essere tutto schiacciato dalla realtà sanitaria - ha affermato Blanquer -, bisogna essere attenti, ma non dimenticare gli imperativi educativi e sociali".
La stessa linea è seguita dalla Spagna dove il ministro dell'Istruzione, Isabel Celaá, si è detta convinta che "i benefici della scuola superano di gran lunga i rischi" e che in ogni caso "non esiste il rischio zero". Il governo di Madrid ha
siglato venerdì con le comunità autonome il protocollo con cui punta a riaprire in sicurezza: previsto l'uso generalizzato delle mascherine per i bambini sopra i sei anni, oltre al mantenimento delle distanze.
Milioni di ragazzini si preparano a tornare sui banchi in settimana anche in Inghilterra e nel Galles. Per i bambini dai sette anni in su, oltre che per il personale, la mascherina potrà essere adottata a discrezione delle scuole, qualora non si riesca a mantenere il distanziamento. Anche se il governo, nelle sue linee guida, "non raccomanda" l'utilizzo universale di questi strumenti. In caso di contagio le équipe di protezione sanitaria consiglieranno alla scuola quanti alunni dovranno essere mandati a casa per un auto-isolamento di 14 giorni. In una lettera aperta indirizzata ai genitori del Regno Unito, il ministro dell'Istruzione britannico, Gavin Williamson ha anche esortato a non tenere a casa i propri figli: "Rischiano di perdere molto di più di qualche mese di apprendimento, potrebbero essere intaccate enormemente le loro future opportunità di successo". Nei giorni scorsi le massime autorità sanitarie del Paese avevano sottolineato come "pochissimi, se non nessun bambino e adolescente", subirebbero danni a lungo termine dal Covid-19 per frequentare la scuola.
Si va verso la riapertura, dal 1 settembre, anche in Belgio, uno dei Paesi con il tasso di mortalità pro capite più alto al mondo: tutti gli allievi dai 12 anni in su e gli insegnanti saranno tenuti a indossare la mascherina. E in settimana si tornerà a scuola anche in Polonia, per la prima volta da metà marzo, nonostante un numero record di infezioni registrate quotidianamente nei giorni scorsi. 

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