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La protesta contro la ‘legge russa’ continua

Le condanne di Ue e Usa. Il premier: ‘Pronti a discutere’. I giovani non smettono di manifestare

La protesta di piazza a Tbilisi
(Keystone)
15 maggio 2024
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Il traffico nel centro è rimasto paralizzato per buona parte della notte e la polizia è intervenuta fermando diverse persone a Tbilisi per le proteste seguite all'approvazione in Parlamento della legge sulle ‘influenze straniere’, o ‘legge russa’, come l'hanno ribattezzata gli oppositori. Mentre una condanna è arrivata dall'Onu, dagli Usa e dalla Ue. Anche se il governo ungherese ha rifiutato di aderire a una dichiarazione comune dell'Unione.

I giovani sul piede di guerra

Il movimento giovanile Dafioni, uno degli organizzatori delle proteste, ha chiamato a una nuova manifestazione davanti al Parlamento, dopo un raduno svoltosi ieri sera al durante il quale hanno parlato alla folla esponenti politici dell'opposizione, che hanno chiesto le dimissioni del governo guidato dal partito Sogno Georgiano, promotore della legge.

La spinta europeista

Nelle manifestazioni che hanno accompagnato tutto l'iter legislativo tra i partecipanti, in maggioranza giovani, sono state sventolate bandiere dell'Unione europea accanto a quelle nazionali. Un segno della volontà della maggioranza dei georgiani che secondo i sondaggi è favorevole a entrare nella Ue, per i benefici economici che ciò può comportare e la possibilità di espatriare.


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Giovani europeisti in piazza

Sogno Georgiano è invece accusato dagli oppositori di volere ricucire i rapporti con la Russia, dopo una breve guerra combattuta tra i due Paesi nel 2008. Tbilisi ha ottenuto nel dicembre scorso lo status di Paese candidato ad entrare nella Ue, ma per l'avvio dei negoziati deve dimostrare entro il prossimo ottobre di aver varato riforme per adeguarsi ad una serie di requisiti in vari campi, tra cui la libertà di espressione. E secondo Bruxelles la nuova legge va nella direzione opposta.

Si muove l’Occiddente

L'adozione della normativa "impatta negativamente sui progressi della Georgia nel percorso europeo", si legge in una dichiarazione firmata dall'Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell e dalla Commissione europea. Fonti diplomatiche hanno tuttavia detto che i 27 non hanno potuto diffondere una dichiarazione comune perché l'Ungheria si è sfilata dall'iniziativa.

Anche gli Stati Uniti si sono detti "profondamente preoccupati per la legge", che secondo Washington "va contro i valori democratici". "Gli impatti sui diritti alla libertà di espressione e di associazione in Georgia purtroppo ora rischiano di essere significativi", ha affermato da parte sua il commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk.


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La presidente georgiana Salome Zourabishvili

La questione è stata affrontata in un incontro durato due ore e mezzo a Tbilisi tra il primo ministro Irakli Kobakhidze e l'assistente segretario di Stato americano James O'Brien. Quest'ultimo ha minacciato la sospensione di un pacchetto di assistenza alla Georgia da 390 milioni di dollari e sanzioni "se la legge andrà avanti nella non conformità con le norme Ue" e se sarà usata "violenza contro dimostranti pacifici". "Siamo pronti a una discussione nel caso di ogni commento sulla legge", ha risposto Kobakhidze.

L’ultima speranza

L'occasione per l'avvio di un dialogo potrebbe essere offerta dal veto che la presidente georgiana, Salome Zourabishvili, ha già detto di voler porre alla legge. Entro due settimane dovrà rimandarla al Parlamento, ma con l'obbligo di proporre un testo alternativo.

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