Estero

Oms sul coronavirus: 'Non è ancora emergenza internazionale

Per l'Organizzazione mondiale della sanità, sono ancora pochi i casi del virus 2019-nCoV confermati al di fuori della Cina. Un caso sospetto a Bari.

Nanchang City, Jiangxi (Keystone)
23 gennaio 2020
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L'Organizzazione mondiale della sanità non dichiara per il momento l'emergenza internazionale sulla diffusione del virus 2019-nCoV. Il comitato dell'Oms ha detto questa sera che "è troppo presto" per dichiarare un'emergenza di salute pubblica di livello internazionale. Sono inoltre ancora pochi i casi del virus confermati al di fuori della Cina.

Italia, un caso sospetto

Intanto, mentre nella Repubblica popolare salgono a 26 le vittime del virus 2019-nCoV, l'ultima in un'area al di fuori dell'epicentro di Wuhan, in Italia si registra il primo caso sospetto di coronavirus. Una cantante della provincia di Bari, di ritorno da un tour in oriente che ha toccato anche la zona di Wuhan, è stata ricoverata la scorsa notte in isolamento respiratorio e da contatto nel reparto di malattie infettive del Policlinico di Bari con sintomi apparentemente influenzali ma le sue condizioni generali sono buone. Altri casi di contagio in Europa sono stati segnalati in Scozia e Irlanda dove sei cittadini cinesi, arrivati con un volo da Wuhan, sono stati ricoverati per sintomi sospetti. Mentre in Francia e' rientrato il caso di una donna con sintomi analoghi a quelli del virus.

Ricapitolando

Con il passare delle ore e l'aumento dei casi di contagio, arrivati a 616, a Pechino la forte preoccupazione per la diffusione dell'epidemia ha indotto le autorità ad adottare misure più drastiche: la Città Proibita è stata chiusa e tutti i festeggiamenti per il Capodanno cinese annullati. Stop alle celebrazioni anche nella regione semi-autonoma di Macao. Venti milioni di cittadini cinesi sono coinvolti nella quarantena delle metropoli in cui abitano: dopo Wuhan, blindate anche Xianning, 2,5 milioni di abitanti, e Huanggang, sei milioni e mezzo, a 60 chilometri dalla capitale della provincia di Hubei ritenuta il focolaio del coronavirus e dove ieri sono stati bloccati tutti i trasporti pubblici, compresi treni e aerei. Le misure di sicurezza sono scattate anche a Ezhou, cittadina da 1,1 milioni di abitanti, dove le autorità hanno deciso questa mattina di bloccare 'temporaneamente' il traffico dei treni. Dall'altra parte del mondo, la paura del virus ha indotto il Dipartimento di Stato degli Usa ad alzare il livello di allerta da due a tre, invitando gli americani a "riconsiderare i viaggi" in Cina.

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