Estero

Il centro Italia trema ancora: nessun danno, molta paura

Nella notte registrate due scosse di magnitudo 4.1 e 3.2 nella zona già duramente colpita nel 2016 e 2017

1 settembre 2019
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Una sequenza sismica è in corso nel centro Italia, nella stessa zona colpita dai potenti eventi tellurici del 2016 e 2017. Alle 2:02 l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato una scossa di magnitudo 4.1 con opocentro a 8 km di profondità ed epicentro 4 km di distanza da Norcia (Perugia), 13 da Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) e 14 da Accumoli (Rieti). Più tardi una seconda scossa ha raggiunto magnitudo 3.2. Al momento non si hanno informazioni su eventuali danni a persone o cose. Le due scosse sono state avvertite distintamente anche nelle province di Ascoli Piceno, Macerata e Ancona. Sulla suo profilo Facebook, il geologo Emanuele Tondi dell'Università degli studi di Camerino (Macerata) afferma: "La zona epicentrale è sempre quella della sequenza sismica iniziata tre anni fa. La zona di faglia è quindi ancora quella del Monte Vettore-Monte Bove. Si tratta di una ripresa della sequenza, sempre possibile e che non era per nulla terminata. Negli ultimi tre mesi si sono verificati numerosi terremoti, anche se molti non li abbiamo percepiti. Purtroppo, la zona destabilizzata è molto grande e la sequenza di aftershocks lunga".

'Queste scosse ci devastano'

La gente a Norcia si è riversata in strada e in piazza San Benedetto subito dopo la prima scossa. Anche gli abitanti delle casette Sae sono usciti, pur essendo edifici completamente anti sismici. Ad avere più paura sono stati invece coloro che avevano già fatto ritorno nelle proprie abitazioni dopo il sisma del 2016 e chi alloggiava nelle poche strutture aperte. La gente è restata in piazza San Benedetto fino alla 4,30-5 di stamane per poi fare lentamente ritorno all'interno delle abitazioni. «È una storia senza fine, a livello psicologico queste scosse ci devastano»: è il commento di Gianni Coccia, agricoltore e animatore della comunità di Castelluccio di Norcia dopo il nuovo terremoto. «Eravamo da poco andati a dormire quando la terra ha di nuovo tremato – ha raccontato – e ti torna in mente tutto quello che hai vissuto in questi ultimi tre anni e ti chiedi: ma chi me lo fa fare di continuare a restare qui? La risposta la trovi nell'amore per la propria terra, ma non so quanto sia ancora giusto insistere». Chi ha trascorso una notte difficile è anche Catia Ulivucci, commerciante nursina. «Anche se viviamo in una casetta prefabbricata e sicura – ha detto – la paura non ti abbandona mai in questi casi e poi pensi al tuo lavoro e al futuro e la preoccupazione ti assale». «Il mio pensiero è andato alla casa lesionata dai terremoti del 2016 ma ancora in piedi, come ho avvertito la scossa ho pensato se ancora fosse restata in piedi, fortunatamente lo è ancora», ha raccontato Giancarlo Rosati da dentro la sua casetta Sae.

Il presidente della Regione Umbria scriverà al premier

«La ricostruzione post terremoto sia al centro del programma del nuovo Governo»: a chiederlo è il presidente della Regione Umbria Fabio Paparelli. Il quale ha annunciato all'Ansa che lunedì invierà una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Paparelli sta seguendo la situazione in contatto con la Protezione civile regionale e nazionale. «Non risultano danni alle strutture già messe in sicurezza – ha detto – ma sarà necessario rifare i sopralluoghi agli edifici privati con danni lievi. La macchina si è già rimessa in moto anche se in realtà non si è mai fermata». Sul piano politico, per Paparelli servono «norme per far ripartire i territori colpiti. Abbiamo bisogno – ha aggiunto – che vengano snellite le procedure e personale amministrativo. Servono norme di emergenza per le imprese del turismo e del commercio per evitare che gli imprenditori abbandonino queste terre».

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