Estero

Venezuela, annunciato nuovo giorno di protesta

L'invito di Guaidó per la “fase definitiva dell'operazione libertà”. Mentre Maduro ringrazia l'esercito per aver fermato il golpe

Guaidò con il leader dell'opposizione Leopoldo Lopez (Keystone)
1 maggio 2019
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Il leader dell'opposizione e autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidó, ha invitato i venezuelani a scendere in piazza oggi nell'ambito della "fase definitiva della Operazione libertà". In un video di quasi tre minuti diffuso attraverso Youtube, Guaidó ha sostenuto che "sapevamo che all'inizio non sarebbe stato facile" entrare in azione, ma "abbiamo dimostrato che ci sono soldati disposti a difendere la Costituzione". Posso assicurarvi che Maduro "non gode del rispetto delle Forze armate". Avevamo informazioni certe, ha aggiunto, che "l'Usurpatore aveva tutto pronto per andarsene, e che sono state forze straniere che lo hanno obbligato a restare. Non ha fatto altro che nascondersi". Abbiamo cominciato ieri, ha concluso, ed "oggi torneremo di nuovo in forma sostenuta nelle strade fino a mettere fine all'usurpazione".

Maduro ringrazia l'esercito

"Voglio felicitare voi Forze armate per l'atteggiamento fermo, leale, valoroso e di enorme saggezza con cui avete condotto la soluzione e la sconfitta del piccolo gruppo che pretendeva di riempire il Paese di violenza con una scaramuccia golpista". Lo ha dichiarato nella notte il presidente venezuelano Nicolas Maduro. In un video con ministri, leader del Partito socialista unito del Venezuela (Psuv) e vertici militari diffuso attraverso il suo account Twitter, Maduro riferendosi a ieri ha parlato di un giorno intenso di eventi, emozioni, riflessioni e di sguardi sul futuro del Venezuela. È stato anche, ha proseguito, "un giorno di contrasto in cui si sono contrapposte due Venezuela: una di pace e dialogo ed un'altra portatrice di violenza e venduta alle ambizioni straniere".

"Ringrazio tutto il popolo venezuelano - ha poi detto - per il suo valore, coraggio e coscienza di fronte a questo tentativo di colpo di Stato frustrato. Avete dimostrato che un popolo mobilitato è garanzia di tranquillità per la Patria".

 

Il Gruppo di Lima chiede a Maduro fine usurpazione

Il Gruppo di Lima, riunitosi ieri per via telematica, ha ingiunto al presidente Nicolás Maduro di mettere fine alla sua "usurpazione" del potere in Venezuela, "affinché possa cominciare la transizione democratica", e nel contempo ha negato che il processo messo in atto dal leader dell'opposizione quale "presidente incaricato" sia "qualificato come colpo di Stato". In un testo diramato dal ministero degli Esteri del Perù viene ricordata la priorità di "una normalizzazione costituzionale e della ricostruzione economica e sociale del Venezuela".

Undici dei Paesi membri (Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Panama, Paraguay, Perú), più il delegato venezuelano che rappresenta Guaidó, hanno espresso il loro "pieno appoggio al processo costituzionale e popolare intrapreso dal popolo venezuelano" sotto la leadership di Guaidó per "recuperare la democrazia in Venezuela".

Dopo aver negato che il processo guidato da Guaidó possa essere qualificato come "colpo di Stato", il Gruppo esige il pieno rispetto della "vita, integrità e libertà di tutti i venezuelani, di tutti i membri della Assemblea nazionale" e "la liberazione di tutti i detenuti politici".

I Paesi firmatari rinnovano poi l'appello alla Forza armata nazionale del Venezuela a manifestare lealtà al presidente incaricato Juan Guaidó e "cessino di servire come strumento del regime illegittimo per l'oppressione del popolo venezuelano". Infine, chiedono alla comunità internazionale "di seguire con attenzione l'evoluzione degli avvenimenti" e di "offrire il suo appoggio politico e diplomatico alle legittime aspirazioni del popolo venezuelano di tornare a vivere in democrazia e libertà". La prossima riunione del Gruppo, di cui fa parte anche il Messico che però non firma i documenti sul Venezuela, si svolgerà il 3 maggio a Lima.

 

 

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