Estero

I messaggi di Khashoggi spiati dal governo saudita

Spuntano le conversazioni in WhatsApp con l'amico – anch'esso dissidente in esilio – Omar Abdulaziz, da cui emerge che avessero capito di essere intercettati

Keystone
3 dicembre 2018
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Spuntano i messaggi che Jamal Khashoggi scambiava su WhatsApp con l'amico Omar Abdulaziz, come lui dissidente saudita in esilio.

Messaggi - pubblicati in esclusiva dalla Cnn - in cui il giornalista assassinato definiva il principe ereditario della monarchia di Riad, Mohamed bin Salman, "una bestia", un 'Pac-man" che divora tutti quelli che incontra sulla sua strada, compresi i suoi sostenitori.

"Più vittime mangia, più ne vuole mangiare", scriveva Khashoggi che non nascondeva la preoccupazione che la repressione potesse raggiungere anche i dissidenti all'estero.

Una preoccupazione che divenne esponenziale quando lui e l'amico Omar cominciarono a sospettare di essere spiati nelle loro conversazioni. Soprattutto dopo che i due si scambiarono opinioni sulla possibilità di fondare un movimento online che denunciasse il principe chiedendogli conto delle sue azioni.

"Che Dio ci aiuti", scisse Jamal Khashoggi in agosto capendo di essere intercettato. Due mesi dopo è stato assassinato nel consolato saudita di Istanbul.

E all'amico Omar Abdulaziz non è rimasto altro che fare causa all'azienda israeliana che ha inventato il software utilizzato per spiare il suo telefono: "Lo hanno hackerato, e questo ha avuto un ruolo determinante nell'omicidio di Jamal".

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