Estero

Un ponte su tre va riparato in Francia

La tragedia di Genova rilancia analisi e speculazioni dei media sullo stato dei manufatti in Europa

(Keystone)
16 agosto 2018
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A Genova si piangono i morti e si cercano ancora i dispersi ma intanto è tutta l'Europa a tremare per lo stato di salute dei suoi ponti. Il crollo del "Morandi" ha riacceso i riflettori su studi che denunciano l'insicurezza o la vetustà di molti ponti e che sarebbero rimasti lettera morta senza la tragedia di martedì.

Dalla Francia alla Germania, passando per Spagna e Belgio, i media rilanciano denunce e studi di affidabilità, mentre sul web impazzano foto di ponti ritenuti – più o meno a ragione – a rischio.

A Parigi, proprio qualche settimana fa, il ministero dei Trasporti aveva chiesto a due società specializzate di preparare uno studio "sui 12mila ponti della rete francese gestiti dallo stato". Risultato: 4mila "hanno bisogno di riparazioni". Nella maggior parte dei casi si tratta di "piccoli interventi allo scopo di prevenire l'apparizione di problemi strutturali", ma "nel 7%" delle situazioni prese in esame "i danni sono più gravi, e arrivano fino all'eventualità di "presentare, in futuro, rischi di crollo", tanto da rendere necessaria la "chiusura preventiva dei ponti alla circolazione dei mezzi pesanti o di tutti i veicoli". In questa situazione più grave si troverebbero 840 ponti.

In Germania, la 'Bild' ha aperto oggi con il dossier "i 10 ponti più fatiscenti" del paese. La società che si occupa della manutenzione delle autostrade e delle strade federali ha individuato un 2% di ponti (sul totale di quasi 40.000, quindi 800) in condizioni di sicurezza "insufficienti". "I 39.500 ponti tedeschi vengono regolarmente sottoposti a controlli di sicurezza", ha provato a rassicurare il ministero dei Trasporti.

In Spagna, alcuni media denunciano scarsa trasparenza nella diagnosi sullo stato dei ponti e nella redazione delle priorità di interventi: "lo stato dei ponti spagnoli è un segreto", attacca 'El Confidencial'. Si interroga anche la regione belga della Vallonia con i suoi oltre 4.500 viadotti e ponti, che vengono controllati ogni tre anni, secondo quanto assicura il dipartimento di valutazione tecnica per la gestione di strade e costruzioni.

Uno studio del Forum internazionale dei Trasporti per l'Ocse, che prende in esame gli investimenti per la manutenzione nel settore trasporti via terra di 59 paesi membri, vede l'Italia attorno all'11esimo posto negli ultimi anni, con una spesa di 8,5 miliardi di euro. Circa la metà di quanto spendeva la stessa Italia fra il 2003 e il 2008, classificandosi al quarto posto in questa particolare classifica.

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