Un emendamento, approvato all'unanimità, del deputato varesino Antonio Ferrara ha ‘rimediato’ alla gaffe del Parlamento

Il lago Ceresio è stato dimenticato dal Parlamento italiano che ha dimostrato di non conoscere la geografia del profondo nord, quello che confina con il Canton Ticino. La conferma si è avuta nei giorni scorsi alla Camera dei deputati, chiamati ad approvare un disegno di legge sul contrasto al bracconaggio ittico nelle acque interne (quelle dei laghi) che prevede divieti e sanzioni differenziati a seconda della tipologia degli specchi d'acqua. Il testo distingue le acque interne in due gruppi, il primo individua otto laghi definiti ‘grandi’: Maggiore, Varese, Como, Iseo, Garda, Trasimeno, Bolsena e Bracciano. E il Ceresio no.
A Roma a quanto pare devono aver pensato che il Ceresio è un lago solo svizzero, o se si vuole solo ticinese. Chi ha scritto il disegno di legge deve essere stato all'oscuro che una buona porzione del Lago di Lugano si trova in Lombardia e bagna comuni rivieraschi come Porlezza e Valsolda (sul versante comasco) e Lavena Ponte Tresa e Porto Ceresio (sul versante varesino). Comuni rivieraschi che, grazie al Ceresio, vivono di turismo.
Ad accorgersi della gaffe è stato il deputato varesino Antonio Ferrara (M5S): grazie a un suo emendamento, approvato all'unanimità, il Ceresio è stato inserito nell'elenco dei grandi laghi italiani. Fa discutere l'inserimento del lago di Varese, per molti una scelta politica. Per i nove grandi laghi italiani il disegno di legge (approvato all'unanimità) prevede il divieto di usare esplosivi, sostanze tossiche e strumenti elettrici e di esercitare la pesca professionale senza titolo abilitativo.