Contrabbando di 2 milioni di euro sul confine, 19 denunciati

Riciclaggio di soldi sporchi, in quanto provenienti da reati tributari, e contrabbando di 5'000 sterline d'oro, per un valore di 2 milioni di euro, sono i reati che il pm Mariano Fadda, sostituto della Procura di Como, contesta 19 persone, imprenditori residenti nelle province di Brescia, Parma, Napoli, Genova e Trento e spalloni comaschi di valuta e preziosi. Nel corso dell'inchiesta sono stati sequestrati 660 mila euro.

Una storia che, sull'asse Milano-Como-Lugano, si ripete, a conferma che seppur sotto traccia, il traffico di valuta e oro è continuato, come conferma questa operazione condotta dalle fiamme gialle del Nucleo di polizia economico-finanziario al comando del tenente colonnello Samuel Bolis. Operazione che, scaturita da precedenti indagini, è stata denominata ''Panni Sporchi''. Un richiamo al fatto che i componenti del sodalizio criminale erano soliti a incontrarsi in una lavanderia di Como.

L'inchiesta, avviata nel 2018, si è conclusa in questi giorni, con l'ultima informativa che gli investigatori hanno consegnato al pm Mariano Fadda, inquirente esperto di indagini su riciclaggio di valuta e metalli preziosi. Gli accertamenti hanno fatto emergere che continua la fuga di denaro verso il Canton Ticino. A questo proposito le fiamme gialle sottolineano una operazione che lo scorso anno ha portato all'arresto di due persone, sorprese all'uscita di un casello autostradale di Brescia, mentre si scambiavano 135 mila euro consegnati da un imprenditore bresciano ad uno spallone perché li trasferisse a Lugano, per essere consegnati ad un ufficio cambio e quindi depositati in una cassetta di sicurezza. 

Ma è soprattutto sui patrimoni di rientro dal Ticino che si sono concentrate le indagini delle fiamme gialle lariane che hanno approfondito le modalità con le quali sono stati costituiti i tesoretti all'estero. Un ruolo di primo piano dagli investigatori viene riservato ad alcune fiduciarie di Lugano.