Il colosso zurighese, numero uno al mondo nella produzione di cioccolato, annuncia una drastica dieta: via un posto di lavoro ogni cinque
Pesante taglio occupazionale presso Barry Callebaut: la società zurighese numero uno al mondo nella produzione di cioccolato cancellerà nei prossimi 18 mesi circa 2'500 impieghi, riducendo in tal modo del 18% l'organico.
L'annuncio è arrivato attraverso un'intervista del presidente della direzione Peter Feld, in carica dall'aprile 2023, al quotidiano tedesco Handelsblatt. Il provvedimento si inserisce in un programma di ristrutturazione annunciato nell'autunno scorso, che punta a risparmi annui di 250 milioni di franchi.
Il manager tedesco spiega la riduzione di posti di lavoro con la semplificazione delle strutture. Fino all'anno scorso, l'azienda era gestita come quattro società, argomenta il dirigente: attività di cioccolato negli Stati Uniti, cioccolato in Europa, cioccolato in Asia e l'attività globale di cacao. "Non abbiamo mai deciso di standardizzare i processi a livello mondiale".
L'obiettivo è quindi di ridurre la complessità ed eliminare i doppioni, nonché le strutture inefficienti. Le misure di risparmio non si limiteranno comunque al taglio di impieghi: verranno anche chiuse due fabbriche, una a Norderstedt, vicino ad Amburgo, e una a Port Klang, in Malesia.
Barry Callebaut è nata nel 1996 dalla fusione fra la società belga Callebaut e l'impresa francese Cacao Barry, ma si ritiene figlia di una tradizione che ha più di 175 anni. Dal 1998 è quotata alla Borsa svizzera. A fine 2023 disponeva di 66 stabilimenti in decine di Paesi e impiegava più di 13'000 persone. L'azienda rifornisce l'intero settore alimentare, dai produttori globali e locali agli artigiani e professionisti quali cioccolatieri, pasticceri, fornai, hotel, ristoranti o ditte di catering. Barry Callebaut è quindi una tipica azienda B2B (business-to-business, cioè un fornitore di altre imprese, non direttamente dei consumatori).