In maggio il tasso è del 3,1 per cento. Ticino all'undicesimo posto fra i cantoni più toccati
La disoccupazione in Svizzera scende, di poco, ma cala. Anche se resta ancora lontana dai numeri pre pandemia. Nel mese di maggio il tasso si è attestato al 3,1%, a fronte del 3,3% di aprile, al 3,4% dello stesso mese del 2020 e al 2,2% di maggio 2019, ultimo anno prima del coronavirus. In controtendenza rispetto al quadro generale spiccano due aspetti: la progressione annua del tasso per gli ultra 50enni e l'aumento dei disoccupati di lunga durata. Stando ai dati diffusi oggi, lunedì, dalla Segreteria di Stato dell'economia (Seco) il numero dei senza lavoro iscritti agli uffici regionali di collocamento (Urc), che in gennaio aveva toccato i massimi dal 2010 (oltre 261'000), è sceso in maggio a 142'966: la flessione è di 8'313 rispetto ad aprile e di 13'032 sull'arco di dodici mesi. Nel maggio 2019 le persone senza impiego erano però poco più di 100'000.
In Ticino nel maggio 2021 il tasso di disoccupazione si è attestato al 3% (-0,2 punti rispetto ad aprile, -0,9 su base annua), nei Grigioni al 2% (-0,4 e -1,3).
I cantoni romandi rimangono i più colpiti dalla disoccupazione. Con un tasso del 5,2% il primato negativo spetta a Ginevra; seguono Giura (4,9%), Neuchâtel e Vaud (4,2%). Alti sono anche i valori di Basilea Città (3,9%) e Argovia (3,6%). Con un tasso dello 0,9%, Appenzello interno è invece il cantone con meno disoccupati. Il motore economico della nazione, Zurigo, è al 3,1%, perfettamente in linea con la media nazionale.
Il Ticino è all'11esimo posto fra i più toccati dal problema, mentre i Grigioni sono al settimo rango nella graduatoria dei meno colpiti. In termini assoluti, da Airolo a Chiasso si contano 5'061 disoccupati (-420 mensile, -1'555 annuo), mentre nelle valli retiche la cifra è di 2'243 (-387 e -1377).
Tornando all'ambito nazionale, dai dati pubblicati dalla Seco emerge anche che il numero di giovani (15-24 anni) disoccupati è diminuito di 1'350 unità rispetto ad aprile a un totale di 12'754, cioè 5'004 persone in meno dell'anno precedente. Il tasso per questa fascia di età si è attestato al 2,4%. I lavoratori ultra 50enni sono al 3,2% (-0,1 mensile, ma +0,2 annuo). I disoccupati di lunga durata (cioè quelli iscritti agli Urc da oltre un anno) erano 34'528, il 2,1% in più di aprile e l'84% in più (+15'757) di dodici mesi prima: 826 giovani, 19'301 25-49enni e 14'309 ultra 50enni.
Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro del 2,2% (-0,1 mensile, -0,2 annuo), gli stranieri del 5,5% (-0,4 e -0,4). Per paese di provenienza, i tassi sono più elevati per i bulgari (12,3%), i rumeni (10,3%), gli africani (10,7%) - che la Seco considera nel loro insieme -, i kosovari (8,5%) e gli slovacchi (8,3%). L'Ue è al 4,8%. Riguardo ai principali paesi confinanti, la Francia è al 6,2%, l'Italia al 5,0% e la Germania al 3,5%.
I dati diffusi dalla Seco si basano sulle persone effettivamente iscritte agli uffici regionali di collocamento. La definizione è quindi diversa da quella dei disoccupati ai sensi dell'Ufficio internazionale del lavoro (Ilo), che opera attraverso sondaggi. L'ultima stima disponibile - pubblicata a metà febbraio - dà la disoccupazione in Svizzera nel quarto trimestre 2020 al 4,9%. Lo scarto fra i due dati - quello della Seco e quello Ilo - suscita spesso acceso dibattito.
Complessivamente, afferma ancora la Seco, le persone in cerca d'impiego registrate nel mese scorso erano 237'367, il 3,6% in meno rispetto ad aprile e l'1,9% in più di dodici mesi prima. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, le persone che frequentano corsi di riconversione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio. Il numero dei posti vacanti annunciati presso gli uffici di collocamento è pari a 55'255 (-8860 rispetto ad aprile e +4385 su base annua).
I funzionari di Berna hanno pubblicato anche i dati relativi al lavoro ridotto per il mese di marzo (ultimo dato disponibile): ha colpito 340'953 persone, ovvero 72'498 in meno (-17,5%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende interessate è sceso di 7029 unità (-13,6%) portandosi a 44'593. Il numero delle ore di lavoro perse è calato di 3,1 milioni (-10,3%), per un totale di 27,1 milioni di ore. Nel corrispondente periodo dell'anno prima (marzo 2020) erano state registrate 36,7 milioni di ore perse, ripartite su 782’436 persone in 97’432 aziende.