Economia

La disoccupazione in Ticino al 2,7% in settembre

Secondo i dati Seco, il numero dei senza lavoro iscritti agli uffici regionali di collocamento, dopo il picco di gennaio torna ai livelli pre-pandemia.

(Ti-Press)
7 ottobre 2021
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La disoccupazione è di nuovo leggermente calata in Svizzera, confermandosi ai livelli di pre-pandemia: il tasso si è attestato al 2,6%, a fronte del 2,7% di agosto, del 3,2% dello stesso mese dell’anno scorso e del 2,5% di febbraio 2020, ultimo mese che ha presentato un valore più basso.

Stando ai dati diffusi oggi dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco) il numero dei senza lavoro iscritti agli uffici regionali di collocamento (URC), che in gennaio aveva toccato i massimi dal 2010 (oltre 261’000), è sceso in settembre a 120’294: la flessione - l’ottava consecutiva - è di 6’061 rispetto ad agosto e di 28’266 sull’arco di dodici mesi. Nel giugno 2019 le persone senza impiego erano però ancora meno di centomila (97’222).

In Ticino nel settembre 2021 il tasso di disoccupazione si è attestato al 2,7% (-0,1 punti rispetto ad agosto, -0,6 su base annua), nei Grigioni allo 0,9% (+0,1 e -0,4): le valli retiche sono l’unica regione elvetica che mostrano una pur lieve progressione mensile.

I cantoni romandi rimangono i più colpiti dalla disoccupazione, pur rimanendo tutti sotto la soglia psicologica del 5%. Con un tasso del 4,8% il primato negativo spetta a Ginevra; seguono Giura (4,4%), nonché Neuchâtel e Vaud (entrambi 3,7%). Alti sono anche i valori di Basilea Città (3,4%) e Argovia (3,1%). Con un tasso dello 0,5%, Appenzello interno è invece il cantone con meno disoccupati. Il motore economico della nazione, Zurigo, è al 2,5%, quasi perfettamente in linea con la media nazionale.

Il Ticino è all’ottavo posto fra i più toccati dal problema, mentre i Grigioni sono al quarto rango nella graduatoria dei meno colpiti. In termini assoluti, da Airolo a Chiasso si contano 4’663 disoccupati (-177 mensile, -1038 annuo), mentre nel cantone con capoluogo Coira la cifra è di 993 (+73 e -483).

Tornando all’ambito nazionale, dai dati pubblicati dalla Seco emerge anche che il numero di giovani (15-24 anni) disoccupati è diminuito di 1248 unità rispetto ad agosto a un totale di 12’553, cioè 6’517 persone in meno che un anno prima. Il tasso per questa fascia di età si è attestato al 2,4%, in flessione di 0,2 punti (mese) e 1,2 punti (anno). I lavoratori ultra 50enni sono al 2,7% (-0,1 e 0,3). I disoccupati di lunga durata (cioè quelli iscritti agli URC da oltre un anno) erano 32’196, il 3,7% in meno di agosto e il 26% in più (+6695) di dodici mesi prima: 719 giovani, 17’555 25-49enni e 13’839 ultra 50enni.

Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro dell’1,9% (-0,1 mensile, -0,5 annuo), gli stranieri del 4,5% (-0,2 e -0,9). Per paese di provenienza, i tassi sono più elevati per i bulgari (9,8%), gli africani (8,9%) - che la Seco considera nel loro insieme -, i rumeni (7,9%), i kosovari (7,2%) e i macedoni (6,8%). L’Ue è al 3,8%. Riguardo ai principali paesi confinanti, la Francia è al 5,2%, l’Italia al 4,0% e la Germania al 2,8%.

I dati diffusi dalla Seco si basano sulle persone effettivamente iscritte agli uffici regionali di collocamento (URC). La definizione è quindi diversa da quella dei disoccupati ai sensi dell’Ufficio internazionale del lavoro (ILO), che opera attraverso sondaggi. L’ultima stima disponibile - pubblicata a metà settembre - dà la disoccupazione in Svizzera nel secondo trimestre 2020 al 5,0%. Lo scarto fra i due dati - quello della Seco e quello ILO - suscita spesso acceso dibattito.

Le quote di senza lavoro registrate dalla Seco sono comunque tradizionalmente basse: negli ultimi 20 anni il valore mensile più elevato è stato del 4,3%, osservato nel gennaio 2004. Va anche sottolineato come i dati sulla disoccupazione non tengano conto di coloro che hanno esaurito il diritto a ricevere le prestazioni e che ad esempio vivono di risparmi o si trovano a beneficio dell’assistenza.

Complessivamente, afferma ancora la Seco, le persone in cerca d’impiego registrate nel mese scorso erano 208’282, il 2,9% in meno rispetto ad agosto e il 12,5% in meno di dodici mesi prima. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, le persone che frequentano corsi di riconversione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio. Il numero dei posti vacanti annunciati presso gli uffici di collocamento è pari a 60’588 (+2138 mensile e +25’863 annuo).

I funzionari di Berna hanno pubblicato anche i dati relativi al lavoro ridotto per il mese di luglio (ultimo dato disponibile): ha colpito 67’807 persone, ovvero 94’483 in meno (-58%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende interessate è sceso di 9605 unità (-46%) portandosi a 11’485. Il numero delle ore di lavoro perse è calato di 5,1 milioni (-59%), per un totale di 3,4 milioni di ore. Nel corrispondente periodo dell’anno prima (luglio 2020, periodo particolarmente segnato dalla pandemia) erano state registrate 20,4 milioni di ore perse, ripartite su 347’638 persone in 39’071 aziende.

Sempre in luglio 2’472 persone hanno esaurito il diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione.

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