Spettacoli

Svizzera premiata a Berlino, ma delude l’Orso d’oro a ‘Alcarràs’

Menzione speciale al bel ‘Drii Winter’ del lucernese Michael Koch mentre nella sezione Encounters la miglior regia è di Cyril Schäublin per ‘Unrueh’

Cyril Schäublin
(keystone)
16 febbraio 2022
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Una Menzione speciale al bel ‘Drii Winter’ del lucernese Michael Koch: si deve accontentare, la Svizzera che insieme a questo aveva portato al concorso del festival di Berlino un altro pezzo forte come il trascurato ‘La ligne’ di Ursula Meier. Con questo verdetto la Giuria mostra la profonda crepa esistente tra un mondo che ormai ha come riferimento un’idea di cinema televisivo e sopravvissuti del vecchio mondo cinematografico. Certo per la Giuria è stato facile liberarsi di tre mostri sacri come Hong Sangsoo che qui ha portato il notevole ‘So-seol-ga-ui yeong-hwa’, Claire Denis con il suo bel ‘Avec amour et acharnement’ e Rithy Panh con il rigoroso ‘Everything Will Be Ok’, dando a quest’ultimo il premio per il contributo artistico, al primo il Gran premio della Giuria e alla regista francese il premio per la regia.

Con questi tre riconoscimenti si accontentano i cinefili e si può dare l’Orso d’oro a ‘Alcarràs’ di Carla Simón. ‘Alcarràs’ è un film che mostra la grande volontà della regista catalana, ma il suo linguaggio è povero, senza luce, registra le immagini, non le compone, certo il tema che affronta, la distruzione dell’ambiente naturale con un mondo contadino che sparisce, è nobile, ma non giustifica un Orso d’oro. Lo stesso discorso, se non ancor peggiore, vale per il Premio della Giuria a ‘Robe of Gems’, confuso pastiche firmato malamente da una Natalia López Gallardo incapace di uscire dagli stereotipi e di avere uno sguardo originale nel suo dire.

Niente di meglio per il premio per l’interprete di supporto a Laura Basuki, coprotagonista nel film ‘Nana’ di Kamila Andini, anche sulla sua interpretazione pesa la povertà qualitativa della regista incapace di guidare con freschezza e vivacità il gioco degli attori. Meritatissimi i due premi a ‘Rabiye Kurnaz gegen George W. Bush’, il bel film di Andreas Dresen: un po’ tutti si aspettavano di più ma era impossibile almeno non premiare la bella sceneggiatura di Laila Stieler e la straordinaria interpretazione di Meltem Kaptan premiata con un meritatissimo Orso. Resta a leccarsi le ferite anche Ulrich Seidl con il suo sottovalutato ‘Rimini’.

Per la Svizzera è andata meglio nella sezione Encounters dove ‘Unrueh’ di Cyril Schäublin ha vinto il premio per la migliore regia. Si tratta di un film sull’orologeria svizzera nata nel 1877 nella quale gli operai anarchici, organizzati sindacalmente e apprezzati anche dagli imprenditori per le loro doti manufatturiere, lottano non tanto per i loro salari quanto per la liberazione del tempo, quel tempo scandito dagli orologi e dai ritmi di produzione in fabbrica. E un premio speciale dedicato al musicista Giuseppe Becce è andato al Der Chor Luzern impegnato in modo fondamentale proprio in ‘Drii Winter’ di Michael Koch.

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