Jazz

Suono ed estetica dei ‘primitivi’ Lotus Crash

Sabato 6 novembre allo Spazio Elle di Locarno, due fiati e sezione ritmica, ovvero von Oreli, Meier, Sisera e Suter (che parla per gli altri)

Lotus Crash in bianco e nero
(© Andi Schnoz)
3 novembre 2021
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“Devo ammettere che vado pazzo per le linee ‘trance’, cerebrali, ripetitive, ritualistiche”, per quei “groove che rimandano ai Nativi Americani”, o i “grandi temi Blue Note nei quali non c’è traccia del pianoforte, solo sax tenore e tromba giusto davanti a te”. Fidiamoci di Bruce Lee Gallanter di Downtown Music Gallery New York che dei Lotus Crash e del più recente album ‘Prospect’ (ezz-thetics, 2019) scrive: “Se siete stanchi delle band che girano, prendete questo disco e ascoltatelo con le persone che amate”.

Tradotto in esseri umani suonanti, Lotus Crash significa Marco von Oreli (tromba), Tommy Meier (sax tenore, clarinetto basso), Luca Sisera (contrabbasso) e Sheldon Suter (batteria), dalle biografie musicali estremamente diverse ma uniti da una comune idea estetica e di suono, oltre che dalla padronanza dell’improvvisazione. Di ritorno dal Free Music Festival di Praga, lo Spazio Elle di Locarno dove i quattro suoneranno sabato 6 novembre alle 20.30 (si apre alle 20) s’inserisce tra il concerto di La Sarraz nella Svizzera romanda e quello di Kriens in quella tedesca, il giorno dopo Locarno. E la soluzione strumenti a fiato con sezione ritmica, via lo strumento d’armonia, s’inserisce «nella tradizione del primo quartetto di free jazz di Ornette Coleman con Don Cherry, o quello di ‘Old And New Dreams’, con Cherry insieme a Dewey Redman, Charlie Haden e Ed Blackwell. È una formazione classica come il quintetto con il pianoforte e il trio contrabbasso-piano-batteria, una forma che concede molta più libertà improvvisativa al solista, non così direttamente legato alle armonie». Parola di Sheldon Suter, letto di recente sulle pagine di Ticino7, ora su quelle della ‘Regione’ a introdurre la serata di sabato: «I due bandleader sono Meier e Von Oreli, dai quali arriva il grosso delle composizioni originali. In Lotus Crash ci sono anche contenuti etnici grazie al fatto che Meier è stato diverse volte in Africa, per soggiorni anche lunghi. Per questo motivo può succedere che io e Luca ci si infili in un groove molto ripetitivo, senza troppa interazione, lasciando ampio spazio al solista». Proprio come scrivono a New York.

Lotus Crash «è il progetto che al momento gira più di altri», spiega Suter. «Dietro la formazione c’è un gran lavoro logistico e organizzativo che si deve ai due leader». Tanto che il quartetto è pronto per un secondo disco: «Verrà registrato in aprile, probabilmente dal vivo, forse in un club di Coira, ma c’è anche l’eventualità Jazz in Bess. Lucerna è un’altra possibilità». Dal punto di vista chilometrico, qualsiasi sarà la sede, non potrà accontentare tutti: «Io vivo a Locarno, Marco a Basilea, Tommy sta nel Canton Argovia, in zona Zurigo, Luca si è da poco trasferito da Lucerna a Willisau. Siamo sparpagliati, e ci troviamo a Zurigo per provare».

A Spazio Elle, quelli di Lotus Crash si sono ricavati un posto a sé diverso dalla grande sala che solitamente ospita formazioni numerose o allargate. Meglio lo spazio multifunzionale sottostante, «dimensione più hauskonzert, più salotto, che riproduce architetture alle quali siamo abituati». Da Sheldon è tutto. Il resto è su www.ellelocarno.ch.

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