Scienze

Microplastiche, dopo gli uccelli pescatori tocca ai rapaci

Entro il 2050 il 100% dei volatili dovrebbe esserne contaminato. L'allarme lo lancia il Parco Natura Viva di Bussolengo

In sintesi:
  • Dalla poiana spallerosse il dato più allarmante in fatto di polimeri di microplastica per grammo
  • Delle sostanze inquinanti rilevate, l'86% era costituito da fibre sintetiche
(Keystone)

Non c’è ecosistema al mondo che sfugga all’invasione di plastiche e microplastiche. E le vittime non sono più solo gli uccelli acquatici ma anche i rapaci. A lanciare l’allarme è il Parco Natura Viva di Bussolengo.

«Tutti gli individui coinvolti nelle analisi medico veterinarie hanno riportato la presenza di queste sostanze inquinanti, per un totale di 1'197 elementi estratti e con una presenza largamente preponderante di fibre sintetiche (86%), seguite da microframmenti, macroplastiche e microsfere – spiega Cesare Avesani Zaborra, Ceo del Parco Natura Viva –. Ma il dato più allarmante è stato quello registrato a carico degli esemplari di poiana spallerosse, che hanno restituito il più alto numero medio di polimeri di microplastica per grammo, trovato nei tessuti gastrointestinali di tutti i campioni. «E ha già dimostrato che non c’è specie e non c’è ecosistema che venga risparmiato quando l'assunzione diretta di plastica si combina con la trasmissione alimentare». La scienza infatti prevede che il 100% degli uccelli sia contaminato da plastica entro il 2050.

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