Il calo da inizio anno, ma per Mediapulse, Srg Ssr e Rsi è presto per dire se il motivo sia lo spegnimento delle trasmissioni in FM
I numeri riguardano al momento le principali stazioni radio in lingua tedesca della Ssr e non dicono niente di buono. Come riportato dal Tages-Anzeiger nei giorni scorsi, nelle prime due settimane di gennaio Srf 1, Srf 2 e Srf 3 hanno perso mezzo milione di ascoltatori. Ben 255mila quelli persi da Srf 1, 212mila in meno per Srf 3 e 22mila in meno per Srf 2. Complessivamente, il calo è del 23,5%, quasi un quarto dei fruitori. Il crollo pare coincidere con la cessazione delle trasmissioni radio sulle onde ultracorte (OUC) – impropriamente chiamate anche FM – messa in atto dalla Ssr alla mezzanotte lo scorso 31 dicembre e che ha riguardato i suoi 850 ripetitori. Una ventina di emittenti radiofoniche private continuano invece a trasmettere in OUC e così faranno fino alla fine del 2026.
Secondo Mediapulse, la società indipendente che misura gli ascolti radiofonici, l’arco di tempo in cui il calo si è verificato è troppo breve per trarre conclusioni e dunque ricondurlo all’interruzione della diffusione dei programmi sulle onde ultracorte. “Questi numeri a breve termine non sono significativi”, sostiene Mirko Marr, responsabile di Mediapulse intervistato dal Tages. Allo stesso modo la pensa la Ssr, per la quale “il periodo di misurazione di due settimane è troppo breve”.
Così la pensa anche la Rsi, da noi interpellata: “Come già comunicato dalla Direzione generale Srg Ssr – fanno sapere da Comano – è ancora troppo presto per misurare l’impatto che il passaggio al DAB+ ha sull’ascolto delle nostre reti. Mediapulse, organizzazione indipendente responsabile dei dati d’ascolto di tutti i canali radio pubblici e privati in Svizzera, è in grado di fornire dati significativi sugli ascolti solo a scadenza trimestrale e, normalmente li pubblica ufficialmente a scadenza semestrale. È chiaro che lo spegnimento delle FM influenzi gli indici di Rete Uno, Rete Due e Rete Tre, ma potrebbe essere un effetto temporaneo e andrebbero anche integrati con i dati d’ascolto in streaming e on demand”.
Torna a farsi sentire la voce di uno dei pionieri della radio, Roger Schawinski, che si dice pronto a intraprendere un’azione legale contro la decisione del Consiglio federale di abolire del tutto le trasmissioni sulle onde FM entro fine 2026: “In qualità di fornitore di servizio pubblico – dice al Tages –, la Ssr avrebbe dovuto assumere un ruolo modello e non essere la prima a effettuare questa disattivazione”. Schawinski fa notare come alcune radio private, che continuano a trasmettere in FM, abbiano aumentato il numero di ascoltatori: è il caso della sua Radio 1 (+50%), di Radio Pilatus (+20%) e Radio 24 (+16%), che paiono essere porti d’approdo per chi non utilizza apparecchi radio DAB e nemmeno ascolta la radio in internet.
Shawinski si era esposto già lo scorso dicembre, parlando di “decisione incomprensibile e dai costi elevati per i consumatori”. In un’intervista a radio Rts aveva sentenziato che “la FM è la tecnologia più usata al mondo, funziona in modo formidabile e senza problemi, la qualità è superiore a quella di DAB+”. E ancora: “L’unico vantaggio della nuova tecnologia è che permette di avere un maggior numero di stazioni radio, ma la gran parte di queste nuove emittenti ha un numero di ascoltatori molto basso: questo vuol dire che il pubblico non le accetta”.
Shawinski contestava che il passaggio a DAB+ sarebbe stato un sintomo di progresso tecnologico. Sempre a Rts: “Le previsioni erano completamente sballate. DAB+ è una tecnologia con pochissimi vantaggi e molti svantaggi. Ha potuto sopravvivere solo grazie a sovvenzioni immense, ma nemmeno queste sono bastate. Per questo si vuole proibire la FM. È scandaloso: è la prima volta che si vieta una tecnologia per nascondere gli errori che si sono fatti con DAB+. Però la FM non è una droga che si può vietare: è una tecnologia utilizzata nel mondo intero”. Citava la Francia, che la manterrà sino al 2033, e la Germania, che andrà oltre quella data, e piangeva la perdita “di almeno 10 milioni di apparecchi radio FM”, definendola “un’immensa distruzione di patrimonio nazionale”. B.D.