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‘Echi di storia’ e storie di coraggio

Dal 6 al 9 giugno a Lugano la prima edizione del Festival internazionale di storia organizzato dall'Atis

Tra l’Asilo Ciani, la Biblioteca cantonale e lo Studio Foce
27 maggio 2024
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Nella sala E del Palazzo dei Congressi a Lugano ci sono Maurizio Binaghi, presidente dell’Atis (Associazione ticinese Insegnanti di storia), Leonardo Marchetti, organizzatore e coordinatore dell’evento, e la vicedirettrice di Azione, Simona Sala, in veste di ufficio stampa. Ma non è qui che si terrà ‘Echi di storia’, la prima edizione su suolo cantonale di un festival dedicato integralmente alla storia, come recita la comunicazione ufficiale. “Un unicum anche a sud delle Alpi, direi”, integra di persona Binaghi. A ospitare la quattro giorni di spettacoli e incontri, grazie ai quali “la comunità andrà verso la storia e viceversa” – da giovedì 6 a domenica 9 giugno – saranno l’Asilo Ciani, la Biblioteca cantonale e lo Studio Foce.

“La storia – esordisce Marchetti – non è solo quella disciplina polverosa e mandata a memoria per volere delle scuole dell’obbligo, bensì quella cosa avvincente che, di fatto, parla di ciò che ci circonda, e con potenza evocativa genera domande sul nostro presente”. La storia “cartina di Tornasole”, del nostro vivere, la storia che “se insegnata nel modo corretto ha senso, altrimenti è sterile e rancida”. Da qui l’obiettivo ultimo dell’ampia offerta di lectio magistralis, dibattiti, interviste, spettacoli serali, incontri con le scuole e presentazioni di libri: “Proporremo domande, tante domande, e qualche forma di risposta. Cercheremo una strada da battere per arrivare a capire come affrontare il nostro tempo”, continua Marchetti. “Vogliamo spingere tutti e tutte a capire la centralità di questa disciplina e il ruolo che essa dovrebbe avere nelle scuole, e che purtroppo non ha”. Detto ancor più in sintesi, “proveremo a creare una coscienza storica in coloro che verranno”, atto magari irrealizzabile nell’arco di quattro giorni, ma ‘Echi di storia’ nasce per diventare appuntamento annuale.

‘C’è uno storico in sala?’

È il coraggio il tema di questo primo Festival internazionale di storia. ‘Il coraggio di andare per mare’, titolo dell’incontro che lo storico, scrittore e divulgatore Alessandro Vanoli terrà per gli alunni delle scuole medie il 6 giugno, giorno d’apertura. Il coraggio è anche quello dei ‘Rifugiati, profughi richiedenti asilo’, l’incontro di Silvia Salvatici (docente di Storia contemporanea all’Università di Firenze) con le scuole medie superiori. Dopo l’apertura ufficiale delle 17, Salvatici parlerà di umanitarismo e guerre, Vanoli porterà in scena lo spettacolo ‘C’è uno storico in sala?’, alle 20.30 allo Studio Foce. Il programma di venerdì 7 giugno si aprirà alle 9.30 con Massimo Bucciantini, già insegnante di Storia della scienza e Letteratura italiana contemporanea all’Università di Siena e visiting professor all’École normale supérieure di Parigi e al Politecnico di Zurigo. In ‘Capitani coraggiosi: Giordano Bruno e Galileo’, Bucciantini parlerà del coraggio della conoscenza, della mente umana che va oltre gli schematismi quotidiani. Alle 11.30, Laura Schettini – ricercatrice in Storia contemporanea all’Università di Padova, dove insegna anche Storia delle donne e di genere – parlerà di gender interrogando il momento italiano e svizzero attraverso il ruolo del travestitismo tra Ottocento e Novecento, provando così a smontare pregiudizi e preconcetti. Alle 16, la giornalista, regista e fotografa Farian Sabahi, in dialogo con Simona Sala, parlerà de ‘L’Iran e la questione femminile dal passato al presente’. Alle 18, spazio agli stereotipi affibbiati a popoli e momenti storici riassunti e analizzati dallo storico Carlo Greppi, alla ricerca di un modo per ‘uscire dalla gabbia’. Alle 20.30 Adriano Prosperi, uno dei massimi storici viventi, traccerà in ‘Una vita per la Storia in un tempo senza Storia’ il bilancio di una vita di storico. A seguire, l’incontro con Paolo Favilli, insegnante e studioso di storia, sul ‘Coraggio di fare storia oggi’.

Cultura, Russia, Resistenza

Sabato 8 giugno, in apertura di giornata, l’incontro sul patrimonio culturale e sull’identità locale (entrambi ‘Una questione di coraggio’) che vedrà protagonisti Nicola Arigoni, esperto di tradizioni locali per l’Ufficio del Patrimonio della Città di Lugano, e il giornalista Jonas Marti, autore e presentatore di programmi culturali di successo per la Rsi. Alle 11.30 Denise Tonella, direttrice dei Musei Nazionali, e Francesco Paolo Campione, direttore del Musec, dialogheranno insieme a Leonardo Marchetti sul tema ‘I musei e le sfide della contemporaneità’. Alle 16, André Holenstein (già Premio Theodor Kocher all’Università di Berna) dialogherà con Paolo Ostinelli in occasione della presentazione di ‘Nel cuore dell’Europa. Una storia della Svizzera fra apertura e ripiegamento’ (Gianpiero Casagrande 2024), ultimo libro in lingua italiana di Holenstein. Alle 18, la questione russa è affrontata ne ‘Il coraggio della memoria critica nella Russia attuale’, incontro con Marcello Flores e Francesca Gori, in dialogo con Paolo Bernasconi (Fondazione Diritti Umani). Alle 20.30, ‘La Resistenza delle donne’, quella dei giorni di guerra ma anche quella della quotidianità, spettacolo di Benedetta Tobagi, scrittrice, giornalista, saggista e conduttrice radiofonica italiana, con l’attrice Anna Bonaiuto.

‘Echi di storia’ si chiude domenica 9 giugno alla Biblioteca cantonale di Lugano con Anna Scattigno, che in ‘Primato della coscienza e amore costruttivo della legge’ torna sulla figura di Don Milani, e con ‘Il coraggio di tutti i giorni’, quello raccontato da Luigi Mascilli Migliorini.

Costante

Da Maurizio Binaghi, in conclusione di presentazione, gli intenti futuri di ‘Echi di storia’, da pensarsi sin d’ora come “una costante del panorama ticinese“, come evento “che possa distinguersi a livello elvetico ma anche nell’Italia settentrionale, con il Ticino da sempre cerniera tra due mondi, ruolo che vogliamo sfruttare in pieno”. Anche linguisticamente: “Se vogliamo essere un festival svizzero, che faccia da ponte culturale, sarà opportuno riuscire a superare la barriera linguistica, trovando il modo per aumentare la presenza di ospiti svizzeri, altrimenti il nostro rischia di essere un festival italiano in Ticino, cosa che non vogliamo”. L’idea più immediata è quella della traduzione simultanea. “Chissà, magari sarà l’intelligenza artificiale a trovare la soluzione” (tutte le informazioni su www.echidistoria.ch).

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