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Una carovana di Frequenze (libere)

Dal 17 marzo al 5 maggio, torna la musica sperimentale e improvvisata allo Spazio Elle di Locarno. A colloquio con Natalie Peters

Il programma. Nella foto, i protagonisti del primo concerto
9 marzo 2024
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Per poter presentare al meglio il programma della rassegna Frequenze Libere, in programma allo Spazio Elle di Locarno con sette appuntamenti sonori che inizieranno domenica 17 marzo e finiranno domenica 5 maggio (sempre alle 17.30), incontriamo l’anima del progetto Natalie Peters (nata ad Heidelberg ma residente a Locarno da vent’anni) nel suo atelier dove, come ogni martedì da quattordici anni, si ritrova l’Ensemble Sous-Sol, progetto che approfondisce l’improvvisazione musicale in maniera organica e regolare. Oltre alla vocalist e padrona di casa sono presenti il pittore Elia Gobbi ai colori, Hans Werner Pluess mentre alle elettroniche, Yara Li Mennel al violino e alla voce, Enrico Teofani al trombone e Ueli Zysset al contrabbasso, oltre a Sofia Hlovatska come supporto.

Come si collega il festival Frequenze Libere all’ensemble Sous-Sol?

Sous-Sol è il cuore dell’associazione Carovana 091 (ed ex CircoRu, ndr), che abbiamo fondato per poter promuovere le nostre attività. La maggior parte della gente che ci segue qui e nel festival è pubblico e parte attiva, collabora con noi, aiutandoci e portando il proprio sapere alla comunità. Questa sera abbiamo con noi Elia Gobbi, pittore che ci ha già permesso di incontrare i suoi studenti della Csia, cogliendo l’idea di promuovere non un pubblico ma una presenza attiva e dinamica. Anche nella rassegna spesso gli appuntamenti si trasformano in confronti e discussioni, i musicisti spesso tornano con nuovi progetti e si approfondisce la conoscenza con il pubblico in maniera molto interessante.

L’idea di una rassegna invece che di un festival sembra andare nella vostra ottica di incontro fra il pubblico con la musica invece dell’evento fino a se stesso e più distaccato…

Certo! Fare un festival di tre giorni con musica improvvisata sarebbe piuttosto azzardato, così si crea un legame fra le parti. Dal 2022 e soprattutto nella stagione scorsa (due stagioni all’anno, primavera e autunno, questa sarà la quinta edizione, ndr) abbiamo raggiunto molta più gente giovane, staccandoci da una platea più anziana e legata alla musica colta. Il pubblico partecipa, chiede, approfondisce anche dopo serate più complicate. C’è un fermento che cerchiamo di stimolare attorno a un aperitivo ad esempio, confrontandoci e crescendo.

Che tipo di scelta artistica fate per il festival? Ho visto che molti nomi sono svizzeri ma ci sono anche puntate estere molto intriganti. Come viene programmata la rassegna?

Le scelte sono soprattutto mie e di Giancarlo de Bernardi. Durante l’anno abbiamo moltissime richieste da vari gruppi, nelle quali cerco di trovare un equilibrio che attraversi il suono elettronico, la musica da camera, qualcosa di jazz, cose completamente nuove! Un mix di quel che succede nella scena improvvisativa svizzera e che copra tutto il territorio. Questa primavera avremo un’attenzione speciale per il violino, con quattro esibizioni che prevedono questo strumento, poi Saadet Türköz, che è una grandissima cantante e ha già vinto anche premi di musica svizzera. Dall’estero invece avremo Sebi Tramontana, trombettista italiano che vive in Germania, Lionel Marchetti dalla Francia, Marina Tantanozi, greca ma residente a Basilea. È musica improvvisata e sperimentale ma ci sono spazi per giocare con composizioni ed estetiche che i musicisti esplorano ognuno a loro modo.

Cosa rimane in Ticino di quello che portate? Che tipo di risposta avete come Carovana 091 e come Frequenze Libere?

Si vede una crescita, certamente… siamo riusciti a creare un nucleo di spettatori negli anni. Inizialmente avevamo 4-5 persone, un numero che può capitarti come organizzatore anche nelle grandi città ma può essere frustrante per un organizzatore. Ora siamo cresciuti, ci sono delle variazioni anche rispetto a chi si esibisce: abbiamo artisti che ritornano e che quindi portano più pubblico, altri si fermano magari qualche giorno, suonano anche in atelier e hanno possibilità di farsi conoscere. Ci sono incastri nuovi, ma nomi che già in qualche modo conosciamo, la gente se ne ricorda e ha la possibilità di vederli in nuovi contesti. In questa edizione avremo diversi artisti giovani, con una buona mescola fra il blocco ‘storico’, ma anche molto spazio a quanto espresso dal movimento impro svizzero, che è sempre molto frizzante.


Con Giancarlo de Bernardi dietro le scelte della rassegna

Per informazioni: www.carovana091.ch

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