Culture

Salman Rushdie scrive ‘Knife’, memoir sull'agguato

L'aggressione subita lo scorso anno sul palcoscenico della Chautauqua Institution, nello Stato di New York, in un libro che uscirà nell'aprile del 2024

Lo scrittore fu aggredito il 12 agosto 2022
(Keystone)
11 ottobre 2023
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Gravemente ferito l'anno scorso in un agguato, Salman Rushdie scriverà un memoir sull'evento, a causa del quale ha perso la vista di un occhio. Lo ha reso noto la casa editrice Penguin Random House che pubblica i libri dello scrittore anglo-indiano di ‘Figli della Mezzanotte’ e ‘Versetti Satanici’. ‘Knife: Meditations After an Attempted Murder’ (Coltello: Meditazioni su un tentato Omicidio) uscirà il 16 aprile 2024.

“Scrivere questo libro è stata una necessità per me: un modo di appropriarmi della narrativa di quanto è successo e per rispondere alla violenza con l'arte”, ha commentato Rushdie. Lo scrittore fu aggredito il 12 agosto 2022 sul palcoscenico della Chautauqua Institution, una comunità estiva per le arti nello stato di New York, dove si apprestava a parlare degli Stati Uniti come luogo di rifugio per scrittori in esilio. Mentre l'evento stava per cominciare, un giovane di 24 anni, Hadi Matar, salì sul palco prendendo ripetutamente Rushdie a coltellate sulla faccia e all'addome: solo l'intervento di membri del pubblico riuscì a impedire che le conseguenze non fossero peggiori. Rushdie rimase comunque gravemente ferito; ricoverato in ospedale fu temporaneamente intubato e da allora ha perso la vista dall'occhio sinistro.

L'agguato si è sovrapposto a una vita passata per anni sotto la minaccia della fatwa (e di una taglia di 2,5 milioni di dollari sulla sua testa) decretata nel 1989 nei confronti dello scrittore dagli ayatollah iraniani dopo la pubblicazione di ‘Versetti Satanici’. Per quasi un decennio Rushdie ha vissuto nascosto, un'esperienza affrontata in un precedente memoir, ‘Joseph Anton’, pubblicato nel 2012 con lo pseudonimo adottato in quel periodo di paura in omaggio agli scrittori Joseph Conrad e Anton Cechov. La fatwa fu revocata nel 1998 e da allora Rushdie è tornato un membro attivo della comunità letteraria newyorchese, in prima fila nel movimento per la libertà di espressione. Inizialmente, l'idea di scrivere sull'agguato di cui era rimasto vittima non gli era andata a genio: poi però aveva cambiato idea, immaginando ‘Knife’ come un contrappunto di Joseph Anton, ma da una prospettiva diversa: “Quando qualcuno ti pianta un coltello nel corpo, è una storia in prima persona”.

Rushdie ha scritto finora 15 romanzi, di cui l'ultimo, ‘Victory City’, completato prima dell'agguato, è uscito lo scorso febbraio.

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