Culture

L'IA tradurrà dall'inglese i podcast di Spotify

Una novità che, secondo alcuni, potrebbe mettere in crisi il lavoro dei doppiatori, anche in prospettiva futura

In una fase iniziale, lo strumento sarà aperto solo a pochi utenti
(Keystone)
28 settembre 2023
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Non solo brani musicali. Negli anni, Spotify ha consolidato la sua posizione anche nel campo dei podcast. Adesso, grazie alle innovazioni apportate dall'IA, la piattaforma svedese amplierà ulteriormente la portata dei suoi contenuti originali. Attraverso un accordo con OpenAI, l'azienda che sviluppa ChatGpt, Spotify potrà tradurre, senza l'intervento umano, podcast dall'inglese ad altre lingue, partendo dallo spagnolo, francese e tedesco.

Il cosiddetto ‘output’ vocale dovrebbe essere un audio di qualità, personalizzato e vicino al timbro del lettore in lingua. Una novità che, secondo alcuni, potrebbe mettere in crisi il lavoro dei doppiatori, anche in prospettiva futura. Per il momento, Spotify sta lavorando con podcaster famosi americani come Dax Shepard, Monica Padman, Bill Simmons, Steven Bartlett e Lex Fridman per creare traduzioni vocali basate su Whisper, lo strumento di OpenAI con cui è possibile convertire file audio in varie lingue. “Abbinandosi alla voce del creatore, la funzionalità Voice Translation offre agli ascoltatori di tutto il mondo il potere di scoprire e trarre ispirazione da nuovi podcaster in un modo più autentico che mai”, ha affermato in una nota Ziad Sultan, vicepresidente di Spotify.

L'azienda non ha spiegato in che misura intenda rendere disponibile lo strumento, che in una fase iniziale sarà aperto solo a pochi utenti, e se lo estenderà anche ad altre lingue, come l'italiano. Negli ultimi mesi, altre aziende hanno iniziato a utilizzare l'intelligenza artificiale generativa per i propri prodotti audio.

E per la musica...

Meta ha annunciato all'inizio di quest'anno la volontà di rilasciare AudioCraft, un tool che consentirà agli utenti di creare musica e suoni generati dall'intelligenza artificiale. Il Financial Times ha riferito ad agosto che Google e Universal Music Group hanno discusso la possibilità di concedere in licenza le melodie e le voci di artisti, per alimentare i database dei progetti di IA di Big G. Non a caso, proprio di recente Google ha integrato il suo chatbot Bard in YouTube, Gmail e Drive.

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