Culture

Premio al serial killer ticinese che voleva smettere (ma poi...)

La prima stagione della dark comedy Arthur vinse nel 2016, la seconda votata miglior serie web del 2022. Intervista al produttore Alberto Meroni.

Ettore Nicoletti (il protagonista) e Marco Balbi (l’altro serial killer Zed)
(Stillframe da Arthur)
28 dicembre 2022
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"Sono Arthur e la mia vita fa schifo. Ma non ha sempre fatto schifo. E poi niente, sono anche un serial killer. Ma avevo deciso di smettere, dico sul serio. Poi una sera…". E niente, Arthur è tornato e alla guida di un’auto è lui stesso a lanciare la seconda stagione fin dalle prime battute.

Interamente realizzata in Ticino nel 2021 (dopo essere slittata di un anno a causa della pandemia), la dark comedy di dieci puntate da 4-12 minuti ciascuna, diretta da Nick Rusconi, scritta da Chloe De Souza e prodotta da Alberto Meroni (Inmagine Sa, co-produzione Rsi) riprende da dove aveva lasciato e non solamente per la storia. Già decretata migliore Web Serie del 2016 dalle giurie dei 21 festival internazionali del circuito ‘Web Series World Cup’, nato nel 2015 e dedicato ai prodotti online, è stata votata come migliore web serie al mondo del 2022.

Alberto Meroni, quali differenze ci sono tra produrre una serie tv e una destinata al web?

Prima di tutto va ricordato che le serie web sono apparse un po’ prima dell’avvento delle piattaforme di streaming. Erano episodi più corti, che la gente poteva guardare facilmente ad esempio anche spostandosi in autobus o in attesa del treno o, in generale, in qualunque momento disponesse di dieci-quindici minuti di tempo. Con gli anni si sono poi sviluppate e anche gli episodi delle serie web sono diventati più lunghi. Certo anche prima c’erano serie che proponevano puntate da trenta, quaranta minuti; ma il web permetteva di creare prodotti seriali più brevi (e dunque non per forza di cose lunghi come quelli della tv), che in un palinsesto televisivo non trovavano spazio.

Tra la prima stagione di Arthur e la seconda i vari Netflix, Amazon Prime, Disney Plus sono ‘esplosi’ e oggi il pubblico che guarda ciò che vuole quando vuole, è numerosissimo. Dal punto di vista della produzione, questa evoluzione del modo di fruizione ha comportato dei cambiamenti?

Beh sì. La prima stagione era concepita in un modo che ogni episodio lasciasse lo spettatore in sospeso. Si voleva creare l’attesa, così da invogliare a guardare l’uscita della puntata seguente. Già l’anno seguente all’uscita di Arthur Netflix aveva deciso di passare dalla messa a disposizione di un episodio alla volta, al rilascio simultaneo di tutti gli episodi di una stagione e, quando ce n’erano più d’una, delle puntate di tutte le stagioni. Perciò il pubblico si è trovato a poter guardare più episodi, senza dover aspettare per il seguente. E così nato il cosiddetto binge watching, traducibile in italiano con ‘maratona televisiva’. Quindi la seconda stagione di Arthur è uscita per intero.

Quanto tempo hanno richiesto le riprese?

Il tempo di scrittura è sempre difficile da valutare; abbiamo effettuato le riprese in circa venti giorni, tempo al quale sono seguiti tre mesi di montaggio e un ulteriore mese per le varie finalizzazioni. Diciamo che complessivamente è un impegno che ha preso sei mesi.

Come si sceglie il cast per una serie web? Ci sono differenze rispetto a un prodotto tv?

No, no. Dopo la scrittura, il cast (e questo lo dico da produttore) è la parte più importante a prescindere dal tipo di lavoro cinematografico. Perché un personaggio poco credibile rende la storia poco credibile. Nel nostro caso, visto che il nome del protagonista dà il titolo alla serie, era fondamentale trovare proprio Arthur e non semplicemente un attore che interpretasse Arthur. Ed Ettore Nicoletti È Arthur. Discorso analogo si è trattato di fare per la ricerca nella seconda serie del ruolo dell’agente dell’Fbi, che abbiamo trovato a Roma nella persona di Alessandro Cremona, noto tra l’altro per avere interpretato il cattivo Marco Sciarra nel film ‘Spectre’ della saga ‘007’. Il cast dev’essere assolutamente del massimo livello possibile.

Lei come si spiega questo successo di Arthur?

Con il fatto che ognuno di noi ha dato il massimo. Ciò che abbiamo voluto fare, è avere un’occasione per metterci tutto il nostro talento in ogni settore, senza limiti (infatti nella serie non si sa che siamo nella Svizzera italiana). Per noi l’importante era proporre una bella storia, con un bel soggetto. Tutti questi riconoscimenti sono l’appagamento di questo sforzo.

Si può spoilerare se Arthur tornerà per una terza stagione?

Sì ci stiamo lavorando. Non è ancora stato annunciato, ma dopo questo successo sarebbe un po’ un peccato non continuare.

Arthur è visibile gratuitamente su: rsi.ch/arthur, playsuisse.ch/arthur, youtube.com/arthurS2.

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