Culture

Hesse, Zweig, Siddharta e quelle corde d’argento

Un Colloquio internazionale per discutere opere, vita e pensieri di due fra i più grandi scrittori tedeschi del Ventesimo secolo

A sinistra Hermann Hesse. A destra Stefan Zweig
(Museo Hermann Hesse)
11 maggio 2022
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Hermann Hesse e Stefan Zweig in comune avevano molto. Parlavano la stessa lingua. Condividevano la passione, oltre che il dono, per la scrittura e la poesia. Entrambi erano innamorati dell’Italia. Furono insieme anche convinti ripudiatori della guerra e del nazismo. Ma i fili, o meglio le "corde" (volendo riprendere la prima raccolta di poesie di Zweig ‘Corde d’argento’) non finiscono qui. Fra i due, oltre che la reciproca stima artistica, si era instaurata una profonda amicizia che durò 35 anni, come dimostra la loro corrispondenza. Non solo: si incontrarono di persona diverse volte. L’ultima, il 20 settembre 1937, proprio in Ticino, a Montagnola, nella Casa Rossa, residenza di Hesse. Per omaggiare due tra i più importanti rappresentanti della letteratura del Novecento, un gruppo di studiosi internazionali si riunirà, dal 19 al 22 maggio presso il Museo Hermann Hesse a Montagnola (e non solo) per discuterne le opere, la vita e il pensiero.

Un anno di grandi anniversari

Il 2022 porta con sé un forte valore simbolico per la fondazione e il museo dedicato alla memoria di Hesse. Quest’anno ricorre infatti il 145º anniversario della nascita dello scrittore e il 60º anniversario della sua morte, i 100 anni della prima pubblicazione di ‘Siddhartha’ e il 25º compleanno del Museo. Un anno di grandi anniversari che vuole dunque essere degno di nota, coronato per l’appunto dal convegno su Hermann Hesse e Stefan Zweig, organizzato dal Comune di Collina d’Oro in collaborazione con la Fondazione Hesse e lo Stefan Zweig-Zentrum di Salisburgo, e sostenuto dalla Internationale Hermann Hesse Gesellschaft.

Nel mondo dei due scrittori

Il Colloquio prevede conferenze, momenti di lettura, visite guidate, la proiezione di un film e un vernissage. La serie di eventi si aprirà giovedì 19 maggio alle 18. Ad accogliere gli ospiti ci saranno il sindaco di Collina d’Oro, Andrea Bernardazzi e la direttrice della Fondazione e del Museo Hermann Hesse, Regina Bucher, insieme anche a volti illustri, come quello di Lorenz Birklbauer, a capo del Ministero federale austriaco delle arti, della cultura, del servizio pubblico e dello sport, da Fried-Hansel Nielsen, inviato dell’ambasciatore tedesco a Berna, e da Giuseppe Perale, Console Onorario ticinese d’Austria. La conferenza di apertura sarà tenuta dal professor Arturo Larcati, direttore del Stefan Zweig Zentrum dell’Università di Salisburgo, sul tema ‘Stefan Zweig e la Svizzera’.

I temi delle conferenze, che si terranno venerdì e sabato, sono di ampio respiro. Si parlerà del successo dei due autori nel mondo letterario del dopoguerra così come del loro impegno a favore dell’Europa e del pacifismo. Inoltre sarà analizzato il dialogo dell’uno sulle opere dell’altro, così come se ne affronteranno le costellazioni tematiche come, ad esempio, la riflessione sulla figura dell’artista o sul mondo della scuola e dell’educazione, l’amore per l’Italia e per la Svizzera, e molto altro ancora. Nell’ambito del progetto verrà coinvolto anche Antonio Fogazzaro, sia perché era uno degli autori apprezzati da Hermann Hesse, sia perché nella sua opera più nota, ‘Piccolo mondo antico’, prende forma in maniera molto suggestiva il genius loci del Ceresio.

Una statuetta tramandata

Un programma corposo, frutto di un lavoro dietro le quinte molto intenso ma ricco di emozioni, come ha affermato alla conferenza stampa la direttrice Regina Bucher: «Sì, ci ha impegnato molto. Ma voglio ricordare che non offriamo solo questo. Infatti visitando il nostro museo si potrà ammirare un’ampia selezione di fotografie, libri e manoscritti. Abbiamo una ricca selezione di traduzioni, ben cinquantacinque, di Siddhartha provenienti da tutto il mondo. E poi gli oggetti personali: siamo riusciti a ottenere una scultura in bronzo di Krishna dalla proprietà del nonno di Hesse. L’abbiamo ricevuta da sua nipote che è molto legata a questa statuetta. Se la tramandano da generazioni. Da questo gesto si può capire il forte legame che hanno con la famiglia».

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