Il collettivo e spazio d’arte luganese è alla ricerca di una struttura in Ticino per sviluppare il progetto vincitore degli Swiss Art Awards 2021
È manifesta fin dalla scelta dei nomi la volontà di scardinare con ironia gli stereotipi che caratterizzano il Ticino agli occhi del resto della Svizzera. Si chiama “Souvenir Souvenir” il progetto con cui lo scorso settembre il collettivo e spazio d’arte contemporanea luganese Sonnenstube (letteralmente “stanza soleggiata”, come viene definito Oltregottardo il nostro cantone) ha vinto il premio per la categoria “critica-edizioni-mostre” degli Swiss Art Awards, rinomato concorso organizzato dalla Confederazione ogni anno dal 1899. «Il titolo “Souvenir souvenir” rimanda all’immagine turistica di cui gode il Sud delle Alpi nel resto del Paese – spiega Giada Olivotto, curatrice indipendente e condirettrice di Sonnenstube –. L’intento è di riuscire a promuovere su scala nazionale il nostro territorio come luogo di produzione culturale attiva, in aggiunta alla sua fama di splendida zona dove trascorrere le vacanze». Il progetto offrirà alle artiste e agli artisti selezionati per gli Swiss Art Awards 2022 un periodo di residenza tra aprile e settembre, per una durata massima di 5 giorni consecutivi ciascuno. Lo scopo è di metterli a diretto contatto col tessuto sociale e la scena artistica locale favorendo la costruzione di reti di scambio culturale, e di approfittare della camera di risonanza degli Swiss Art Awards per farsi maggiormente sentire fuori dai confini regionali. «Intendiamo far conoscere loro ad esempio persone attive in Ticino nei vari ambiti artistici, galleristi, artigiani, e ci aspettiamo che ognuna e ognuno apporti un personale contributo alla programmazione pubblica della residenza – dice Olivotto –. Il tutto per sperimentare e mettere in pratica nuovi modi di fare rete da e verso il Ticino, arricchendo così il nostro panorama culturale». Il progetto ha convinto la giuria del concorso proprio per la volontà di rafforzare durevolmente i legami tra le diverse regioni linguistiche svizzere e per la sua dimensione intergenerazionale e transdisciplinare.
all images © and courtesy Sonnenstube
Foto di gruppo del collettivo Sonnenstube
In attesa di conoscere la lista delle artiste e degli artisti selezionati (di solito tra i 40 e i 55), Sonnenstube si sta ancora adoperando per trovare la sede che li ospiterà. «Siamo tutt’ora alla ricerca di un luogo dove poter dare vita alla residenza – rimarca Olivotto, che lancia un appello –: ci servirebbe una struttura adatta ad alloggiare tra le 3 e le 5 persone provvista di posti in cui dormire ma anche di zone in cui lavorare. L’ideale sarebbe una foresteria con annessi uno o due atelier per dipingere, scolpire, stampare ecc. Andrebbero bene anche spazi dislocati in punti diversi, siamo molto flessibili». Dato che l’idea del progetto è nata durante la pandemia, è prevista anche una finestra online: «Chi non potrà venire in Ticino avrà comunque la possibilità di vivere una sorta di residenza virtuale grazie a un sito creato appositamente»; una piattaforma che conterrà tutta la documentazione delle esperienze sviluppatesi nell’arco dei cinque mesi pensata come un diario collettivo curato da Sonnenstube e alimentato dai contributi testuali e multimediali di promotori e partecipanti. Gli artisti potranno inoltre usufruire dello spazio espositivo dell’associazione che si trova in via Concordia 13 a Cassarate, il quale fungerà da vetrina per esposizioni, letture, workshop, performance, e sarà il punto di incontro con il pubblico locale.
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VITA-MINE, Stefania Carlotti, Agostino Quaranta e Katarina Sylvan 11.12.21 - 11.1.22, a cura di Giada Olivotto Via Concordia 13
Fondato nel 2013, Sonnenstube è un collettivo e spazio espositivo non profit dedicato all’arte contemporanea e alla musica sperimentale che offre una programmazione “regolare, flessibile e a volte inaspettata”, come si legge sul sito diesonnenstube.ch. «La nostra associazione si occupa principalmente di promuovere giovani artisti under 35, spesso appena usciti dall’accademia, dando loro una prima possibilità espositiva e mettendoli in dialogo con altre professioniste e professionisti del settore», illustra Olivotto. Attualmente il gruppo è diretto da cinque persone tra i 29 e i 37 anni; oltre a Olivotto ci sono Giacomo Galletti (curatore e stampatore), Sandro Pianetti (artista e interaction designer), Gabriel Stöckli (artista) e Gianmaria Zanda (artista e musicista). «Noi lavoriamo insieme dal 2017, precedentemente hanno lavorato con noi Marta Margnetti, Sébastien Peter, Salvatore Vitale e Damiano Merzari. Ogni anno proponiamo 6-7 eventi ed esposizioni in connessione con quello che accade a livello contemporaneo sia in tutta la Svizzera che nel Nord Italia». A seguito di una prima lunga permanenza presso Via Canonica, nel 2019 Sonnenstube ha trasferito la propria programmazione nello spazio culturale Morel. Dopo che questo è stato chiuso, il collettivo ha fatto un accordo con la Città di Lugano per impiegare degli edifici in comodato d’uso: «Abbiamo iniziato a fare delle esposizioni più mirate utilizzando luoghi abbandonati come l’ex casa del custode di villa Florida a Loreto, villa Costanza a Viganello, torre Enderlin al parco Tassino. Nel frattempo, visto che eravamo diventati molto itineranti, abbiamo acquistato Nada, una roulotte del ’78 – “sede mobile, quartier generale e valigetta degli attrezzi” – con cui abbiamo iniziato un percorso in Svizzera portando le nostre proposte in diversi spazi espositivi tra cui Berna, San Gallo, Ginevra, Bienne».
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PLANET CARAVAN, Marta Ravasi e Nicola Tirabasso, 05.3 - 31.3.21, a cura di Gabriel Stöckli, NADA- Spazio itinerante di Sonnenstube
Un nuovo punto di svolta per il collettivo arriva a inizio dello scorso giugno, dopo che una parte del Centro sociale il Molino è stata improvvisamente rasa al suolo per decisione del Municipio. «Dopo un gesto di tale violenza, in solidarietà con il Cs()a, abbiamo deciso di sospendere la nostra collaborazione con la città, anche perché non ci sembrava corretto utilizzare degli spazi comunali in disuso», dice la curatrice. Prendendo posizione con un comunicato, Sonnenstube aveva definito la demolizione “una scioccante dimostrazione della volontà di cancellazione di uno dei simboli storici della contro-cultura ticinese. Il Molino – continuava lo scritto – è stato, ed è, catalizzatore delle esperienze personali, artistiche, politiche, sociali e culturali che danno la possibilità a molte artiste e artisti di iniziare a lavorare e sviluppare un approccio critico alla propria produzione artistica”. Uno dei sintomi del clima repressivo “che tocca personalmente anche le professioniste e i professionisti dell’arte – denunciava inoltre il testo – è la mancanza di apertura, se non l’ostruzionismo, nei confronti di realtà e di proposte culturali e sociali indipendenti, figlia di una logica di appiattimento, omologazione e controllo”. Oltre al Molino e al Morel, in tempi recenti sono venuti meno altri punti di riferimento della scena culturale alternativa luganese tra i quali il Casotto, il Turba. Alla linea politica poco tollerante verso contesti non istituzionalizzati si possono aggiungere altre cause come la speculazione edilizia, l’estinguersi fisiologico di alcune piccole realtà in attesa di un ricambio generazionale e le difficoltà comportate dalla pandemia. «Al momento la situazione è molto triste, tutti i posti che personalmente preferivo a Lugano per la cultura e lo svago sono stati chiusi – commenta Olivotto –. È vero che il nostro territorio non ha le dimensioni delle grandi città svizzere o italiane in cui le proposte abbondano, però ci sono piccoli esempi come Bienne in cui resiste un grande fermento». L’auspicio è che anche grazie a “Souvenir Souvenir” si crei un nuovo moto che stimoli esperienze vitali e plurali. «Io comunque nutro grande speranza nel fatto che arriverà il momento in cui i giovani si aggregheranno per far sorgere nuovi spazi e realtà». Dopo la cessazione dei rapporti con la Città, Sonnenstube ha deciso di riprendere un locale privatamente dove continuare la propria programmazione, in via Concordia. «Da settembre abbiamo già inaugurato tre mostre. Si tratta di uno spazio molto piccolo ma siamo contenti, c’è una bella vetrina e il quartiere di Cassarate risponde molto bene alle attività che proponiamo. Ci sono gli aficionados, senza i quali non potremmo andare avanti, ma anche tante persone che vengono per la prima volta, di tutte le età e provenienze. Non si può descrivere il nostro target, anzi, direi che per fortuna non ne abbiamo uno», afferma Olivotto. Il 28 gennaio inizierà la programmazione 2022 che prevede quattro esposizioni oltre al progetto “Souvenir Souvenir”. Il titolo che fa da fil rouge – “Torte in cielo” – lancia in alto la nuova stagione con ottimismo. Così come l’invito di Sonnenstube: “Siate il bel tempo”.
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CRASH TEST, Oliviero Fiorenzi e Yoan Mudry, 21.12.19-21.1.20, a cura di Giada Olivotto e Gianmaria Zanda, MOREL