Libri

Minimalismo ticinese di Andina e Custer

‘Tessiner Horizonte – Momenti Ticinesi’ (Rotpunktverlag), fusione bilingue tra racconti e schizzi del paesaggio montano in uscita il 3 agosto

Lorenzo Custer (sx) e Fabio Andina, da lunedì 3 agosto nelle librerie ticinesi e germanofone (di Svizzera, Germania e Austria) - foto: Malik Andina, infografica laRegione
31 luglio 2021
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«Ci tengo a dirlo subito: non si tratta di un libro di racconti di Fabio Andina con gli schizzi di Lorenzo Custer, ma di un libro di schizzi e di racconti». I cui autori sono Fabio Andina e Lorenzo Custer. Ligi alla precisazione del primo dei due, possiamo dunque raccontare di ‘Tessiner Horizonte – Momenti Ticinesi’, fusione tra parole e segni che consegnano al lettore bellezza e genuinità del paesaggio montano ticinese, unione tra l’immediatezza quasi cinematografica di Andina e gli ‘scatti’ di Custer, gli schizzi del malcantonese coi racconti «brevi, anche brevissimi – specifica Andina, malcantonese di Leontica – da una riga a quattro, con i più corti che tendono alla poesia e i più lunghi che non vanno oltre le due pagine».

Galeotto fu il Felice

E visto che di brevità si parla, il libro mette insieme, raccontati in breve: il classe 1972 Fabio Andina, una laurea in cinema a San Francisco, una raccolta di poesie, una di racconti e due romanzi all'attivo, tra cui ‘La pozza del Felice’, tradotto in tedesco e in francese, Premio Terra Nova per la Fondazione svizzera Schiller e Premio Gambrinus ‘Giuseppe Mazzotti’; il classe 1945 Lorenzo Custer, architetto laureatosi al Politecnico di Zurigo, studi londinesi all'Architectural Association (Aa), esperienze a Genova con l'architetto italiano Renzo Piano, e un Prix d’Architecture Europèenne Philippe Rotthier per la ricostruzione dei villaggi Terra Vecchia e Bordei nelle Centovalli.

Galeotto fu il Felice (lo spiega il suo autore poco più in là), ‘Tessiner Horizonte – Momenti Ticinesi’ è una pubblicazione bilingue italiano-tedesco la cui traduzione è affidata a Karin Dirmerling, colei che tradusse ‘La pozza del Felice’, poi germanofonamente divenuto ‘Tage mit Felice’ e, non di meno, più di recente, divenuto audiolibro per Audible (www.audible.de, scaricabile nella versione italiana). Anche l’editore è il medesimo, Rotpunktverlag. A certificare la combinazione parola-segno, la postfazione di Hans Weiss, già paesaggista per il Canton Grigioni, già docente presso l’Eth di Zurigo, già direttore della Fondazione svizzera per la protezione e la gestione del paesaggio e relativo Fondo svizzero, pubblicista e leader di pensiero senza il quale, per molti, le Alpi non sarebbero come sono ora.

Fabio Andina: le linee di Lorenzo Custer affiancate alla tua scrittura senza fronzoli: il concetto è un po’ usurato, ma si può dire che il libro vi mette in dialogo…

Si potrebbe dire che è un libro scritto a quatto mani, o disegnato a quattro mani. Siccome è entrambe le cose, allora diciamo che è un libro fatto a quattro mani. In tutti i racconti di questa pubblicazione mi concentro sul descrivere un momento, che è poi il tema della stessa. E allo stesso modo gli schizzi di Lorenzo Custer sono un’immagine che congela quanto visto nel momento.

Dagli anni Sessanta-Settanta, Lorenzo ha l’abitudine di girare con un piccolo taccuino in tasca: quando trova un bel paesaggio ticinese, tira fuori la matita e produce uno schizzo. A volte è una montagna, altre volte un paesino arroccato in cima a quella montagna, lo scorcio di un nucleo di case ticinesi, la cascina in un bosco, la baita sulla roccia in Val Bavona, il Tamaro, il Monte Lema. Con linee minimaliste.

Che è ciò che vi accomuna. Com’è nato l’incontro?

Lorenzo abita a due chilometri di distanza da casa mia nel Malcantone. Non ci eravamo mai incontrati di persona, ma io l’ho sempre conosciuto grazie ai suoi schizzi, alcuni dei quali comperati tanti anni fa da mia sorella. Nell’agosto scorso, Lorenzo mi ha scritto una e-mail per dirmi che aveva letto ‘La pozza del Felice’ e che aveva apprezzato lo stile, il minimalismo e soprattutto il rapporto con la natura, e dicendomi che avrebbe voluto sottopormi alcuni suoi lavori per valutare insieme l’esistenza dei presupposti per avviare un progetto comune.

Quando sono entrato in casa sua e ho visto le centinaia e centinaia di schizzi, nei cassetti, su taccuini, su fogli, fotocopie, stampati o incorniciati e appesi al muro, mi sono detto sarebbe dovuto nascere davvero qualcosa di speciale. Perché nei suoi schizzi ho ritrovato il minimalismo con il quale intendo io la scrittura. Lorenzo, con un paio di tratti, produce un’immagine, io con tre parole provo a dare senso compiuto a una storia, un concetto.

Tecnicamente, come siete arrivati alla composizione definitiva di ‘Tessiner Horizonte – Momenti Ticinesi’?

Abbiamo fatto una selezione iniziale degli schizzi, i più rappresentativi, per dare un tema omogeneo al tutto, un percorso, alcune montagne, alcuni sentieri, alcuni scorci. Inizialmente, ho provato a scrivere guardando lo schizzo, senza successo. Poi mi sono detto che essendo gli schizzi il momento di un’immagine, allora mi sarei concentrato a scrivere racconti che, ugualmente, avrebbero regalato al lettore una scena, un’immagine. Ho messo da parte gli schizzi e ho scritto pensando ai momenti. Da lì è nato il titolo. Sono i momenti ad accomunarci.

Un altro legame forte che abbiamo tra noi, ed è qualcosa che Lorenzo mi ha insegnato in questo ultimo anno, è il poter riconoscere l’armonia con la quale elementi architettonici, case, ponti, sentieri, sono inseriti nella natura, alcuni nel rispetto visivo del paesaggio, altri irrispettosi come un doloroso pugno nell’occhio. Lorenzo mi ha mostrato dal vivo linee e curve nel nostro territorio che per bellezza ed equilibrio a tratti paiono una costruzione naturale e invece sono opera dell’uomo, ed episodi esattamente contrari.

Cito dalla postfazione: “I testi di Andina e gli schizzi di Custer fanno parlare il tempo e lo spazio spogliando il paesaggio di tutto ciò che è superfluo”

Sì, sono parole di Hans Weiss, che è prima di tutto un 80enne svizzero che da sempre ha battagliato affinché certi paesaggi non venissero violentati dalle costruzioni. Weiss ha lottato per la salvaguardia dell’altopiano della Greina, per esempio. È un pioniere in questo campo, e la sua postfazione è gradita e preziosa.

Come si collocano all’interno della tua produzione questi ‘Momenti Ticinesi’?

Ora che sono libero indipendente, ora che vivo di scrittura, sono sempre alla ricerca di collaborazioni con diverse forme d’arte, non solo con scrittori. Come quella con il chitarrista e compositore malcantonese Sandro Schneebeli, nella quale abbiamo unito musica e letteratura, e quella con Lorenzo, nella quale, grazie a lui, abbiamo unito letteratura e arte visiva. È un po’ la conferma di quanto dettomi da Rubbettino, e cioè che una volta messi in proprio da cosa nasce cosa e non ci sarà soltanto il romanzo che porta il pane in tavola, ma collaborazioni. E tra i miei desideri di collaborazione c’è quella con un fotografo paesaggista.

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