Ticino Film Commission

Riflettori su Lugano, terra di cineasti

Leonardo Pieraccioni e Chiara Bellosi girano in città: occasione ghiotta per parlare di attrattiva e indotto

Ciak a Villa Ciani (foto: Marco Soldati / Ticino Film Commission)
15 luglio 2021
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Sfilano ‘Atlas’, ‘Love me tender’, ‘Drive me crazy 2’ e tanti altri. Cristiano Ronaldo incluso. È il tralier che riassume le produzioni cinematografiche transitate da questo Cantone. Quelle transitanti, invece, sono i due film in fieri che dallo scorso 12 luglio e fino a questo sabato si tanno girando, meteo permettendo, a Lugano e dintorni. Anche davanti a Villa Ciani, dove la Ticino Film Commission ha voluto celebrare la ripresa a pieno regime di serie tv, videoclip, spot pubblicitari e lungometraggi, snocciolando – per voce di Niccolò Castelli, regista luganese e, non di meno, direttore della ‘Commission’ – le motivazioni dell’attrattiva e i numeri dell’indotto economico, 300mila franchi (100 professionisti coinvolti, una trentina ticinesi, collaborazioni con la Central Productions di Lugano, il casting di Cinédokké, 765 pernottamenti nel Luganese, figuranti della regione, catering).

«La creazione cinematografica – spiega Castelli – è attività sociale, economica, trasversale, ben radicata nella società al di là del racconto in sé». E nel fare cinema, che è «costruire sogni, storie che vadano oltre l'artificio per far sì che chi guarda un film vi possa entrare, la location è importante non soltanto in quanto sfondo, ma proprio perché per realizzarlo, il film, si necessita di molti servizi, di tanti elementi perfettamente oliati affinché il trucco risulti invisibile». E in tutto questo, «un luogo svolge un’importanza fondamentale». Castelli cita lo spot di Roger Federer, con Carona – un concentrato di «privacy, prossimità, rapidità di disbrigo pratiche», condizioni ideali per il grande e tecnicamente ‘ingombrante‘ campione – trasformata (in nome dell'artificio riuscito e impercettibile) in un borgo dell’entroterra siciliano. Ma oltre al luogo c’è altro: «Perché questo accada è importante che siano scritte storie, e il nostro lavoro parte molto prima: si tratta di parlare con gli sceneggiatori, con le produzioni, si tratta d'invitarli, stimolarli», chiude Castelli. Al quale, a nome della cultura in Città, fa eco Roberto Badaracco: «Spesso si fanno campagne di promozione turistica costosissime, e ci si dimentica di come un film possa andare di là di ogni investimento». 


Chiara Bellosi (Tempesta 2021)

Adolescenza

A Villa Ciani c’è anche Carlo Cresto-Dina di tempesta, che con Rai Cinema, in coproduzione con tellfilm e Rsi, produce ‘Calcinculo’, opera seconda di Chiara Bellosi, apprezzata a Castellinaria con il suo esordio, ‘Palazzo di giustizia’ (giunto a Bellinzona nel novembre del 2020 via Berlinale e, più recentemente, forte di due candidature ai Nastri d'Argento). Il film di Bellosi – storia di Benedetta, 15enne sovrappeso che viene trascinata nel mondo randagio e sregolato di Armando, in arte Amanda – è una delle due produzioni che il Luganese ospita in questi giorni, all'interno di un set nel quale tempesta adotta EcoMuvi, disciplinare europeo di sostenibilità ambientale.

Una volta ricordata Tiziana Soudani, che sostenne fortemente ‘Palazzo di giustizia’ («All'inizio, per il nostro primo film, fu la nostra compagna di strada, l’aiuto»), Cresto-Dina parla di «carovana» di «gente che si sposta e pianta le sue tende». È la carovana del cinema: «Andiamo dove ci accolgono, siamo un po’ meretrici – dice con autoironia – ma non sono sempre e solo i soldi a farci decidere per un posto invece che per un altro. Entrano in campo l’accoglienza, ma anche il crescere negli anni di competenze tecniche. Se fate investimenti – conclude – fateli con pazienza, e che durino nel tempo. È una gran cosa per noi il poter contare su elettricisti, macchinisti, competenze presenti sul territorio. La formazione tecnica, e non soltanto quella puramente creativa, è un incentivo».

Don Simone

A Lugano, negli esterni di Villa Ciani, si gira anche ‘Il sesso degli angeli’, 14esimo film di Leonardo Pieraccioni: «È il momento di fare dei film, e questo è il mio 14esimo», dice l'attore e regista fiorentino palesatosi a sorpresa. «È un film, per contenuti, che forse qualche anno fa non mi sarei permesso. Sarà l’età: prima incontravo sempre bellissime ragazze, ora a 56 anni faccio il prete, chissà cosa mi capiterà in futuro». ‘Il sesso degli angeli’, prodotto da Levante con Rai Cinema, in uscita il prossimo anno {distribuito da 01 Production), vede Pieraccioni nei panni di Don Simone, prete di frontiera con una chiesa pressoché ignorata dai giovani del posto che le preferiscono i social. L'eredità di un ricco zio di Don Simone potrebbe rappresentare un rilancio economico per la chiesetta. Fino a che, giunto a Lugano, il religioso scopre di avere ereditato un postribolo. «Lugano – dice il regista – è la perfetta contrapposizione a questa piccola chiesa fiorentina che i ragazzi non frequentano più, perdendo il senso della parrocchia, del refettorio, dell’oratorio, e questo vostro meraviglioso posto, di fronte a tale contrasto, si noterà ancora di più». Leggi l'intervista integrale a Leonardo Pieraccioni


Nella foto, Sabrina Ferilli, Leonardo Pieraccioni, e Marcello Fonte durante la lettura del copione de 'Il Sesso degli Angeli' © Levante / Rai Cinema 2021

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