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La sostenibile crescita del Locarno film festival

Uno sguardo all’ambiente, al territorio, alle nuove generazioni: nell’ultima assemblea dei soci è stato presentato il Rapporto di sostenibilità

Archivio Ti-Press
16 aprile 2021
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La 74ª edizione si terrà dal 4 al 14 agosto, ma il Locarno film festival da tempo non è più un evento confinato ai dieci giorni estivi e che ha visto il festival crescere con altri appuntamenti – basta ricordare L’immagine e la parola – e soprattutto come presenza digitale, e qui vanno citate almeno le Locarno Shorts Weeks che portano a un pubblico globale alcuni dei cortometraggi della sezione dei Pardi di domani.

Crescere guardando anche all’ambiente, al territorio, alle nuove generazioni: per questo – novità dell’ultima assemblea dei soci, in cui il Consiglio di amministrazione ha confermato l’intenzione di svolgere il Festival in presenza e con Piazza Grande aperta al pubblico – il Locarno film festival si è dotato di un nuovo strumento, un rapporto di sostenibilità allestito dalla responsabile marketing Fabienne Merlet e disponibile sul sito www.locarnofestival.ch, parte integrante della strategia a lungo termine del festival.

Fabienne Merlet, che cosa è un rapporto di sostenibilità e perché il Locarno film festival ha deciso di realizzarlo?

In generale, un rapporto di sostenibilità è una forma di rendicontazione non finanziaria, prende in esame le performance di un’azienda non solamente guardando gli aspetti economici, ma anche sociali e ambientali, fissando anche degli obiettivi per il futuro.

Si tratta di uno strumento utilizzato di solito da grandi aziende e noi siamo tra i primi festival al mondo a redigere questo rapporto.

Quanto al perché, la sensibilità verso questi temi è aumentata soprattutto dopo il 2020 dominato dalla pandemia, sia da parte nostra sia da parte dei nostri ‘stakeholder’, dai partner alle istituzioni al pubblico. Abbiamo quindi colto l’occasione per sintetizzare quello che è il nostro modo di interpretare la sostenibilità, mettere nero su bianco quali sono i nostri obiettivi e come intendiamo raggiungerli, presentando le principali attività svolte nel 2019 e nel 2020.

L’auspicio è anche che questo rapporto possa diventare la base per un dialogo con i partner e il pubblico, portando allo sviluppo di nuove sinergie e di nuove iniziative.

Nel rapporto si toccano vari aspetti della “sostenibilità”, che non è solo questione ambientale.

Esatto. Per quanto riguarda l’ambiente, dal 2010 siamo ‘Climate Neutral Event’, una manifestazione climaticamente neutra; negli anni abbiamo inoltre avviato diverse iniziative con vari partner per la sensibilizzazione del pubblico soprattutto per quanto riguarda la mobilità e il riciclaggio.

C’è poi il capitolo della sostenibilità sociale, i cui indicatori sono per noi centrali e si traducono in una serie di attività volte ad esempio a coinvolgere in maniera più attiva i giovani. Un esempio su tutti è il Basecamp che nel 2019 ha accolto all’ex caserma di Losone più di duecento giovani creativi: la nostra intenzione è proseguire non solo con queste attività, ma anche crearne di nuove, come piattaforme digitali rivolte a tutto il pubblico dei festivalieri, dai professionisti a giovani e famiglie, con l’intenzione di portare i contenuti del festival tutto l’anno e in tutto il mondo.

Per quanto riguarda la sostenibilità economica, nel rapporto si mette in evidenza il forte legame con il territorio al quale il festival garantisce un importante indotto economico. Secondo uno studio del 2004, che speriamo presto di poter aggiornare, ogni franco investito nel festival ne genera tre nella regione.

Quindi abbiamo da una parte la vicinanza al territorio e dall’altra la volontà di raggiungere il pubblico globale.

Sì, le due cose vanno di pari passo: siamo un evento internazionale e fortemente ancorato al territorio. Le attività e i servizi che vogliamo proporre durante tutto l’anno si rivolgono a tutti, a chi vive in Ticino e in Svizzera e frequenta il festival ad agosto e a chi sta dall’altro capo del mondo e difficilmente potrà venire a Locarno.

Nella sostenibilità economica rientra anche la gestione del personale? Con molte attività concentrare in dieci giorni, è certo necessario ricorrere a impieghi temporanei.

Il festival è un importante datore di lavoro per il territorio. Ed è bene sottolineare che, al contrario di altri festival, non facciamo ricorso al volontariato e tutti, dalle mascherine al personale di sala, sono retribuiti. E gran parte dei collaboratori è sotto i 35 anni, quindi di nuovo attenzione ai giovani.

Un altro punto è la parità di genere che vi riguarda sia come datore di lavoro, sia come festival cinematografico.


Nel 2019 abbiamo firmato la Carta per la parità di genere nei festival cinematografici: Locarno è stato il primo festival internazionale, dopo Cannes, a firmare questo documento e a impegnarsi affinché tutte le voci vengano ascoltate. Ogni anno pubblichiamo le statistiche sulla parità di genere nella nostra programmazione, uno sforzo necessario per garantire trasparenza e favorire la diversità.

Per quanto riguarda il personale, anche qui si punta alla massima parità, con particolare attenzione ad avere una giusta rappresentanza femminile nei ruoli decisionali.

Questo rapporto non è un punto di arrivo: il suo obiettivo è come detto mettere nero su bianco quali sono i punti importanti e capire quali saranno i prossimi passi.

Da questo rapporto emergono delle criticità, dei punti su cui occorre lavorare in modo particolarmente attento?

Più che criticità, è emersa l’esigenza di rileggere il nostro modo di operare: il festival vuole crescere come realtà culturale e come realtà aziendale, e lo vuole fare in maniera sostenibile.

È chiaro che ci sono dei limiti. Se penso alle iniziative per ridurre le emissioni di CO2, diamo vita a un evento internazionale in una cittadina relativamente piccola, il che significa dover costruire infrastrutture che hanno necessariamente un impatto; quello che possiamo e vogliamo fare è migliorare i processi per contenere questo impatto.

Si è più volte parlato dei partner del festival: questa attenzione alla sostenibilità è condivisa?

In questi ultimi anni è cambiato l’approccio di partner e sponsor: si è passati da legami di sponsoring a vere e proprie partnership e che se prima l’interesse era legato alla visibilità del brand, ora sono sempre più i dipartimenti di responsabilità sociale a curare i rapporti con noi per creare progetti condivisi su questi temi rilevanti.

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