Culture

Sighanda tra gli alberi, l'arte val bene un click

‘La Reinaissance des Arbres’ è la mostra online di Dominique Fidanza, cantautrice anche pittrice. Da oggi al 10 dicembre sulla sua pagina Facebook.

'Al centro la saggezza degli alberi e l'uomo che ne viene assorbito' (una delle opere esposte dal 5 al 10 dicembre) © Sighanda
5 dicembre 2020
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Un anno fa, quando ancora ci si poteva accalcare gli uni contro gli altri, avevamo incontrato Sighanda – al secolo Dominique Fidanza – nelle vesti d’interprete della lingua dei segni. Erano i giorni del Festival di Sanremo, per conto del quale l’artista siculo-ticinese trasferiva in tempo reale i testi delle italiche canzoni al mondo dei sordi. Lo aveva già fatto, Sighanda, nel 2017 a Bellinzona, quando per essi aveva suonato e cantato in Lis (Lingua dei segni italiana) il suo bel ‘Mitofonie’, album che le era valso un invito al Premio Tenco 2018. Oggi che non ci si può più accalcare, la Sighanda cantautrice non può suonare dal vivo e la Dominique Fidanza pittrice non può esporre le sue opere. E mentre della prima, in questi giorni, ci dobbiamo accontentare di ‘Ba’al Hamôn’ dal Teatro Ariston più colto (e proprio da ‘Mitofonie’), della pittrice possiamo comunque unirci al Virtualissage (parole sue) della sua imminente mostra online intitolata ‘La Renaissance des Arbres’, ispirata alla Giornata nazionale degli alberi dello scorso 21 novembre. Da oggi al 10 dicembre, infatti, sulla pagina Facebook dell’artista saranno in mostra 15 opere su carta. Ovviamente acquistabili.

Dominique Fidanza, quoto per intero una tua considerazione: ‘Con un click ci arriva a casa qualsiasi cosa. Perché non un’opera d’arte?’.

Perché oggi più che mai l’acquisto online ha raggiunto livelli compulsivi, forse per colmare i vuoti? Intanto i mercati più disparati colpiscono e vanno a segno, mentre il settore artistico cala a picco. Ecco la ragione per la quale ho deciso di mettere in vendita le mie opere su internet nell’attesa che tutto possa ripartire nuovamente. Intanto, oggi con un semplice click potrete ricevere a casa sushi e arte!

L’intento di queste opere è mettere al centro la saggezza degli alberi e l’uomo che ne viene assorbito, in quella che chiami ‘una vera e propria metamorfosi globale’…

Vivendo una parte del tempo nei boschi, gli alberi con il passar del tempo sono diventati amici e confidenti. Ti ascoltano, ti guardando, ti cullano e ogni tanto dalle loro fronde lasciano cadere una foglia per una carezza. Durante il primo lockdown e non solo, le montagne del Ticino sono state e continuano a essere le mie migliori amiche, mentre nella seconda ondata il mare calmo della Sicilia ha colmato il vuoto delle cime. Questa lontananza ha dato vita a ‘La Renaissance des Arbres’. In queste mie opere vi è un legame stretto che tiene unita la vita umana sulla Terra agli alberi e alla loro esistenza antica. L’albero assorbe l’uomo fino alle radici profonde diventando un tutt’uno; e l’uomo consapevole della saggezza dell’albero si lascia travolgere. Un piccolo clin d’oeil alle ‘Metamorfosi’ di Ovidio e ‘Il canto degli alberi” di Hermann Hesse: “Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare, conosce la verità”.

‘La cultura all’Accademia delle Belle Arti Michelangelo di Agrigento non si ferma!’, scrivi sulla tua pagina Facebook con mascherina in aula. Come stai vivendo l’insegnamento?

Nella prima ondata, l’anno accademico si è concluso a distanza per tutto il secondo quadrimestre. All’inizio mi sembrava infattibile insegnare materie pratiche online, ma dalla seconda lezione in poi mi sono dovuta ricredere. Non è tanto la distanza ma la passione che un insegnante riesce a trasmettere anche dietro uno schermo. Ciò non toglie il valore importante della didattica in presenza. Il Dpcm del 3 novembre ha consentito le attività di laboratorio mantenendo distanziamento e mascherine, una scelta che mi ha permesso di avvicinarmi nuovamente ai ragazzi dell’Accademia.

La cultura è uno dei settori più colpiti. I teatri sono chiusi, mentre i centri commerciali sono aperti. Anche tu credi che gli operatori culturali, e gli artisti non di meno, siano considerati categorie professionali di serie B?

Decisamente la cultura è uno dei settori più colpiti, avevo diversi progetti legati all’arte in Svizzera, Marocco e Francia, alcune cose sono state rinviate altre cancellate. A chi dare la colpa? Forse in questo periodo abbiamo più l’esigenza di acquistare un paio di calze al centro commerciale che andare al museo o a vedere una pièce teatrale. Voglio essere fiduciosa e pensare che presto la cultura rifiorirà di nuovo.

E la musica? La pandemia ha cambiato la tua scrittura?

Faccio molta fatica a scrivere canzoni in questo periodo, ho preferito invece avvicinarmi allo straordinario repertorio dell’artista siciliana Rosa Balistreri, cosa che mi ero prefissata da tempo. Sto lavorando alla rivisitazione di alcuni suoi brani in chiave Folk elettronico. Spero di farvi sentire presto il progetto.

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