Venezia 77

Il 'Bisato d'oro', un premio che porta fortuna

Un riconoscimento che unisce il mondo del cinema alla realtà popolare del luogo in cui si svolge. Esiste da 14 anni, sulla scia del 'Boccalino' di Locarno.

Ugo Brusaporco con Yulene Olaizola
14 settembre 2020
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Alla Mostra di Venezia da quattordici anni esiste un premio speciale, il Bisato d'oro, fondato al Lido nel 2007 sulla scia del Premio Boccalino di Locarno e come quello nato sotto la direzione del Festival di Marco Muller prima sul Lago Maggiore e poi sulla laguna di Venezia. L'idea base è la stessa, un premio che metta in contatto il mondo del cinema con la realtà popolare del luogo dove sesso si svolge. A differenza di Locarno, permeata dal festival, a parte quest'anno per pandemia, la Mostra è chiusa in una fortezza lontana dal centro del Lido dove molti non sanno neppure che si svolge. 

Ecco allora il 'Bisato d’ Oro' (il bisato è il nome dato all’anguilla di laguna), che negli anni è stato vinto da Aleksander Sokurov a Manuel de Oliveira, da Alex de la Iglesia a Sergio Castellitto e Brillante Mendoza, solo per ricordare qualcuno. Ma nello stesso tempo, ogni anno viene premiato un personaggio popolare al Lido, un mondo fatto da gente che lavora e che si impegna nel sociale. Ecco allora che quest’anno tra i premiati si trova un’anziana cuoca, vedova da poco e madre di ristoratore con cui ancora lavora. Lei, la signora Santina, si è trovata a condividere il premio con quelli del cinema e con soddisfazione, quando ha visto arrivare da Londra espressamente per ritirare il Bisato Ana Rocha de Sousa per il suo 'Listen'. La regista ancora non sapeva dei premi ufficiali che cambieranno la sua vita, come quello a 'Orizzonti' e quello per l'opera prima. Era contenta lo stesso anche di un premio così lontano dai tappeti rossi del Festival, ed era felice per poter ridere tranquillamente al di là dei protocolli.

Yulene Olaizola premiata come miglior regista per il suo 'Selva Trágica', un film che fa respirare la foresta che muore, sta aspettando un bambino e non sapeva come esprimere la propria felicità. Ma la più intrattenibile è stata l’attrice tedesca Mala Emde per il suo lavoro in 'Und Morgen Die Ganze Welt' (E domani un altro mondo) di Julia von Heinz, che ha voluto accanto per le fotografie. Il film era in Concorso ufficiale ed era fuori da giochi che il piccolo premio aiuta a riaprire. Il premio per la miglior sceneggiatura a Shahram Mokris e Nasim Ahmadpour per il loro 'Careless Crime' (titolo originale 'Jenayat-E Bi Deghat') ha permesso di parlare di un film stranamente dimenticato da tutti, eppure un film che esalta il ruolo della sala cinematografica, vero tempio per il rito del cinema. Un tempio che ora si dimentica ma non in tutto il mondo, e il regista ci ricorda che in tante parti del globo si bruciano per censurare o si chiudono per non far conoscere. Un film, questo, che ribalta i termini: non è che le sale chiudono perché manca il pubblico, ma perché il cinema oggi, in generale, non ha niente d'importante da dire.

Il premio per la miglior fotografia è stato consegnato a Eric Koretz per il film 'Mosquito State' di Filip Jan Rymsza, che essendo fuori concorso non avrebbe potuto avere premi ufficiali. Cosa che è uno dei vantaggi di un premio, il Bisato, che spazia tra tutte le sezioni. Il Premio Speciale della Giuria, infine, è andato a 'Nowhere Special' di Uberto Pasolini, un film in la minore sul senso della vita e del vivere con un uomo condannato a morire per cancro, che vuole pensare e dare un futuro al suo bambino di quattro anni. La cerimonia molto informale è terminata con assaggi del bisato lagunare e fiumi di un prosecco vegano. 

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