Culture

La Via Lattea non si spegne

La nuova edizione della rassegna avrà al centro della propria costellazione di proposte la figura del compositore Gabriel Fauré

Nel nome di Gabriel Fauré, 1845-1924 (qui a Lugano nel 1912)
22 agosto 2020
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Giunta al 17esimo anno di cammino, La Via Lattea rallenta il passo ma non si ferma. L’ormai tradizionale pellegrinaggio musicale ideato dal Teatro del tempo, come “atto di resistenza umana” di fronte al virus rivede i propri piani per quella che doveva essere l’edizione più ambiziosa della propria storia, proponendo comunque al pubblico viandante una rassegna ricca di suggestioni. Il festival si articola in due parti, con il cuore della programmazione che sarà ospitato il prossimo anno a Lugano coinvolgendo le più importanti istanze culturali della Città. I primi passi dal carattere introduttivo sono però previsti a breve e negli intenti del direttore artistico Mario Pagliarani hanno lo scopo di “piantare un seme che poi germoglierà”. Protagonista di questa edizione sarà il compositore francese Gabriel Fauré (1845-1924), rappresentante di quel periodo storico di transizione tra romanticismo e modernità in cui si produce una metamorfosi dell’uomo. Nonostante una vasta e prestigiosa produzione, di Fauré si conosce poco, anche se ultimamente si stanno riscoprendo e valorizzando sempre più pagine del suo lavoro. Particolare attenzione sarà data alla parte della biografia di Fauré che si svolse a Lugano nelle estati dal 1909 al 1913 in cui si dedicò alla composizione.

Prologo

Sulla mappa della rassegna dove i tracciati formano una costellazione, la partenza è fissata per venerdì 28 agosto (17; 19.30 in replica) al Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, che in occasione del bicentenario dello scultore ticinese accoglie in una collaborazione inedita il Prologo dell’evento. L’invito è ad assistere al concerto del pianista Jean-Philippe Collard, uno dei massimi esperti di Fauré, che eseguirà integralmente le 13 Barcarolles scritte dal compositore nell’arco di tutta la sua vita. Sarà l’occasione per fare un viaggio attraverso lo sviluppo della sua opera, dove, per usare la bella immagine del direttore artistico, “il piano sarà una sorta di zattera che va al largo” a simboleggiare i riferimenti al linguaggio tradizionale che diventano sempre più labili.

Primo movimento

La tappa successiva denominata Primo movimento, prevista per sabato 12 settembre (15-22; replica il giorno successivo), conduce invece sulle tracce di un luogo che appartiene ormai alla memoria archeologica del nostro cantone: il Castello di Trevano, dove Fauré e la sua musica furono ospiti a più riprese. Quella che era una delle regge più grandi d’Europa nonché un centro dall’inestimabile valore culturale – e al cui posto ora sorge il campus della Supsi – nel 1961 fu fatta saltare in aria. Lungo un tragitto intervallato da 7 stazioni viene declinata la volontà fin dall’inizio portante della rassegna di utilizzare la musica come occasione per riflettere e rileggere il territorio che ci circonda e muta. Così con Nadir Sutter, attivo nella Protezione dei beni culturali, si visiterà il parco ricostruendo la storia del Castello. Sono inoltre previsti un concerto-collage di costruzioni sonore attorno alle lettere scritte da Fauré alla moglie; un’installazione per voci, arpe e alberi; due prime esecuzioni di Pagliarani e Jürg Frey e molte altre commistioni tra musica, immagini, parole e ambiente. Un programma che come di consueto non risponde alla sintassi di un’unica arte, ma traccia traiettorie tra lo spazio e il tempo, delineando nuovi orizzonti poetici e interpretativi sulla realtà (prenotazione obbligatoria e posti limitati; informazioni: teatrodeltempo.ch/produzioni/la-via-lattea).

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