Culture

Parole del vocabolario quotidiano da salvare

Lanciato un sondaggio per capire quali vocaboli rischiano di essere persi. A Siena un Festival accende i riflettori sulla lingua italiana

(Ti-Press)
6 settembre 2019
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Indaco e nemesi: sono due parole italiane da salvare secondo le prime risposte "illustri" a un sondaggio lanciato via social da 'Parole in cammino', il Festival della lingua italiana e delle lingue d'Italia, che tornerà a Siena dall'1 al 5 aprile 2020, promosso dal Comune di Siena insieme all'Università per stranieri e all'ateneo di Siena, e che annovera tra i partner anche la Società Dante Alighieri, l'Accademia della Crusca e le case editrici Zanichelli, Mondadori e Aracne. Per partecipare sulla home page del sito di 'Parole in cammino' (www.ilfestivaldellalinguaitaliana.it) un link rinvierà a una pagina Fb. "Se, per assurdo, dovessero scomparire 50 parole dalla nostra memoria collettiva - si chiedono gli organizzatori del festival -, perché adoperate sempre meno, quale salvereste? quale vorreste non si perdesse?".

Al tempo di Dante, si ricorda, "c'era un colore, il color perso, tra il purpureo e il nero, che era quello di certe stoffe provenienti dalla Persia; oggi quel colore non c'è più, perché quei tessuti non esistono più. E il giorno in cui non potessimo più ammirare l'arcobaleno potrebbe scomparire anche la parola indaco, il cui significato ormai sfugge a tantissimi giovani".

Alla domanda hanno intanto già risposto, tra gli altri, Sergio Castellitto che ha scelto "futile", Franco Di Mare "redimere", mentre la giornalista Ilaria Sotis ha optato per "nemesi" così come il critico letterario Filippo La Porta; la traduttrice Ilide Carmignani salverebbe invece "indaco", lo scrittore Paolo di Paolo "discolo” e la scrittrice di noir Francesca Bertuzzi "blandire".
 
 

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