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‘Più attenzione per la piazza aeroportuale ticinese’

A chiederlo è l'Aspasi a margine dell'assemblea annuale. Il copresidente Rossi: ‘I vettori non siano in concorrenza, ma complementari’

‘Il Ticino è danneggiato’
(Aspasi)
23 maggio 2024
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«È necessaria più attenzione nei confronti della piazza aeroportuale ticinese», e l’Associazione passeggeri e aeroporti della Svizzera italiana (Aspasi) lo ribadisce con assoluta determinazione. E, a margine dell'assemblea annuale, davanti alla stampa lo conferma in entrata il copresidente Michele Rossi. Partendo da un assunto: «Ci rendiamo sempre più conto di quanto il collegamento tra il Ticino e il resto della Svizzera sia fragile: dai problemi della galleria di base del San Gottardo, alle colonne che ci sono in autostrada i fine settimana, alle panne e interruzioni che rendono il tutto ancora più problematico». Appunto per questo, «chi fa guerre di religione sul muoversi su un solo vettore non offre un buon servizio al cantone. Non ci deve essere concorrenza, ma complementarità», rimarca ancora Rossi.

Passardi: ‘Rivedere le politiche cantonali’

E allora sì che serve dedicare più cura alla questione aeroportuale, afferma l’altra copresidente di Aspasi e granconsigliera Plr Roberta Passardi. Partendo da un atto parlamentare che chiedeva un aggiornamento della pianificazione della politica aeronautica a livello ticinese e le cui risposte sono arrivate da poco. Una risposta «insoddisfacente», soprattutto considerando che «il Ticino è tagliato fuori. Il grande numero di voli business da Lugano-Agno mostra che polo aeroportuale importante potrebbe essere, per questo serve aggiornare la pianificazione ed elaborare una visione a lungo termine, un futuro per la piazza aeroportuale».

Regazzi: ‘Basta col divieto di cabotaggio’

Se a Bellinzona si piange, a Berna non si ride. Anzi. A sostenerlo è il consigliere agli Stati del Centro Fabio Regazzi che parte da una domanda «molto retorica». Vale a dire se «il divieto di cabotaggio sia ancora al passo coi tempi». Domanda retorica, risposta secca: «No». Il cabotaggio, quindi la possibilità da parte delle compagnie estere di eseguire voli interni su territorio svizzero, è stato oggetto di diversi atti parlamentari a Berna. A uno di questi, ripreso dal già consigliere nazionale Marco Romano, il Consiglio federale ha risposto. E anche qui profonda insoddisfazione: «Avevamo chiesto a quali condizioni potrebbe essere concessa un’autorizzazione a queste compagnie estere, soprattutto in ragione delle difficoltà attuali nei collegamenti ferroviari. La risposta del governo – informa Regazzi – ricorda solo che la possibilità è concessa solo alle compagnie svizzere, a meno che ci siano accordi internazionali». Tuttavia, «la Legge federale sulla navigazione aerea dal nostro punto di vista invece offre margini per concedere un allargamento di queste maglie. Siccome non siamo per nulla soddisfatti».

Chiesa: ‘Lugano e Ticino danneggiati’

Per «siamo», Regazzi intende lui e il consigliere agli Stati Udc Marco Chiesa seduto di fianco a lui. Chiesa che sostiene come «evidentemente ci sarebbe una strada maestra, cioè essere serviti da Swiss, che è compagnia di bandiera. Ma oggi, come ticinese e luganese, sottolineo l'importanza di un riesame approfondito della situazione». Che per il deputato democentrista e municipale di Lugano è grave «perché per ragioni geopolitiche ed economiche il Ticino soffre della mancanza di collegamenti soddisfacenti con Ginevra, con il trasporto ferroviario è impossibile fare viaggi andata e ritorno in giornata. Ed è un grande svantaggio per la nostra piazza economica, che ha condizioni logistiche meno favorevoli». Ne ha ancora per Swiss, Chiesa: «Potrebbe teoricamente offrire un collegamento diretto, ma non lo fa e non vuole farlo: questa mancanza di connessione aerea riduce in maniera significativa la possibilità di scambi economici», attacca ancora Chiesa. E ancora: «La mancanza di cabotaggio è un ostacolo significativo al progresso economico e alla collaborazione interregionale: il nostro invito al Consiglio federale è di riconsiderare attentamente le attuali limitazioni sul cabotaggio e di adottare misure per l'integrazione economica e la cooperazione tra piazze finanziarie».

Tuona con la pacatezza di sempre Rossi in conclusione: «La classe politica è chiamata a prendersi le sue responsabilità». A partire dagli incontri che Regazzi e Chiesa intendono chiedere ai vertici federali. Con l'ultima ratio vista in una modifica della legge.

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