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‘La partecipazione sociale non è ancora garantita’

Benché sia entrata in vigore la modifica costituzionale per il riconoscimento della Lingua dei segni, secondo la Federazione dei sordi resta molto da fare

Diritto a solo 10 ore mensili del servizio di interpretariato e unicamente per il lavoro
(Keystone)
24 ottobre 2023
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«La rinuncia alla partecipazione sociale rappresenta la realtà di tutti i giorni per la maggior parte delle persone sorde perché non è garantita l’accessibilità o risulta troppo costosa. Questo crea un fenomeno di emarginazione e isolamento gravissimo». A spiegarlo è Laura Sciuchetti, responsabile dell’empowerment politico presso la Federazione svizzera dei sordi (Fss), secondo cui c’è ancora una grande necessità di lottare per ottenere dei diritti effettivi in molti ambiti nonostante il primo gennaio di quest’anno sia entrata in vigore in Ticino la modifica costituzionale – articolo 13 a – per il riconoscimento ufficiale della Lingua dei segni e per l’inclusione delle persone con disabilità, che così recita: “Il Cantone e i Comuni tengono conto dei bisogni specifici delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Essi adottano le necessarie misure per assicurare la loro autonomia e per favorire la loro inclusione sociale, formativa, professionale, politica, sportiva e culturale, come pure il loro sviluppo in seno alla famiglia”. E ancora: “Le persone con disabilità uditiva, sordocieche o con disturbi di linguaggio hanno diritto a ricorrere alla Lingua dei segni italiana nel rapporto con le amministrazioni e con i servizi del Cantone, dei Comuni e delle altre corporazioni e istituzioni di diritto pubblico”. Lo scorso 30 ottobre i cittadini ticinesi hanno approvato questa modifica con l’86,2% dei voti, dando seguito all’iniziativa parlamentare elaborata e precedentemente accolta all’unanimità dal Gran Consiglio. Sciuchetti premette che «il sostegno popolare è per noi fondamentale. Significa che la società riconosce le nostre legittime richieste. Grazie a questo nuovo articolo costituzionale, le persone sorde hanno una base giuridica solida con cui possono fare valere i propri diritti. A oggi sono state rese accessibili le votazioni cantonali attraverso dei video esplicativi in Lingua dei segni prodotti dal Cantone, ma si tratta solo di un primo passo».

‘L’accessibilità manca quasi in ogni ambito, dalla formazione, alla sanità, alla cultura’

Ad esempio, rileva la responsabile Fss, le persone sorde pensionate non hanno diritto al servizio di interpretariato in Lingua dei segni perché dopo i 65 anni l’Assicurazione invalidità (Ai) non riconosce la prestazione: «Come possono comunicare con il medico di famiglia o in altre situazioni importanti?», si chiede Sciuchetti, che riporta anche la propria esperienza: «Per sostenere un esame federale nell’ambito della formazione continua devo avere il diritto alla presenza di un interprete e i periti non possono rifiutare questa richiesta. Ma siccome manca ancora molta sensibilità sul tema da parte delle autorità, una legge chiara è per noi indispensabile». Il grosso problema, spiega, è che tutte le persone sorde hanno difficoltà a disporre di interpreti di Lingua dei segni perché hanno diritto a un numero limitato di ore mensili del servizio, ovvero circa dieci, ed esclusivamente sul luogo di lavoro: «Ovviamente per una persona attiva professionalmente queste ore non sono mai sufficienti. Mentre in altri settori non c’è alcuna garanzia. L’accessibilità ora manca ancora quasi in ogni ambito, dalla formazione, alla sanità, alla cultura».

‘Non è corretto dover dipendere dai familiari, bisogna poter vivere in modo autonomo’

Esistono persone sorde in grado di comunicare autonomamente senza un interprete, «ma c’è sempre una forte insicurezza e molti dubbi sulla corretta comprensione reciproca del messaggio – rende noto la nostra interlocutrice –. Alcune persone sorde anche se non hanno capito il messaggio fornito non chiedono che venga loro ripetuto poiché hanno paura di dare fastidio e non essere prese sul serio. È fondamentale quindi che in alcuni ambiti siano sempre presenti interpreti, pensiamo a quello sanitario o al contatto con le autorità». Amici e familiari possono essere utili in certe situazioni, ma non sono professionisti e inoltre «non è corretto pesare sulle loro spalle – afferma Sciuchetti –. La persona sorda deve potere vivere in modo autonomo e autodeterminato». Per richiedere un interprete ci si deve rivolgere a ProCom, fondazione di aiuto alla comunicazione per persone sorde, che gestisce il servizio di interpretariato in tutta la Svizzera: «Gli interpreti sono professionisti e frequentano i corsi di aggiornamento di lingua dei segni perché la lingua dei segni è sempre in evoluzione – sottolinea la responsabile Fss –. Alle persone sorde che beneficiano del diritto alle prestazioni sancite dall’articolo 9 dell’Ordinanza sulla consegna di mezzi ausiliari da parte dell’assicurazione per la vecchiaia (Omav), il pagamento del servizio sarà assunto dall’Ai. Ma come detto questo è spesso insufficiente. In altre situazioni, i Comuni e il Cantone devono assumersi i costi, così come istituti privati e aziende». La strada da fare per una reale inclusione, insomma, si prospetta ancora lunga.

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