Ticino

Ex funzionario Dss, il rapporto della Gestione pronto per l'aula

Sottoscritto oggi, andrà in Gran Consiglio al ’99%’ tra due settimane. Guerra: ‘Riprendiamo le valutazioni dell'audit, niente elucubrazioni politiche’

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(Ti-Press)
5 settembre 2023
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Era il 21 marzo quando l'avvocata Anne Meier, dello studio legale ‘Troillet Meier Raetzo’ di Ginevra, ha illustrato il risultato dell'audit esterno assegnato al suo pool dalla Commissione parlamentare della gestione per fare chiarezza su quanto accaduto, nell'Amministrazione cantonale, in merito al caso dell'ex funzionario del Dss condannato per coazione sessuale e violenza carnale. Un audit che evidenziò tutte le lacune che hanno accompagnato questa triste vicenda, tra sottovalutazioni, scarsa conoscenza e sensibilità sul tema molestie da parte dei funzionari, documenti mancanti e segnalazioni chiuse in un cassetto.

A distanza di quasi sei mesi la Gestione è pronta a licenziare il rapporto commissionale su questo audit, che sarà discusso e votato – per le sue conclusioni – prossimamente dal Gran Consiglio. «Al 99% già nella sessione che comincerà lunedì 18 settembre», afferma il presidente della Gestione Michele Guerra (Lega) incontrando i giornalisti a Palazzo delle Orsoline al termine della riunione odierna. Un Guerra che la prende alla lontana, ricordando che «di questo tema si parla ormai da tanti anni. Una proposta di commissione parlamentare d'inchiesta era giunta in aula ed è stata democraticamente bocciata, poi è stato il turno della proposta di un audit dai poteri accresciuti». Una sorta di ‘unicum’ nella storia del Cantone, «che andava a modificare transitoriamente le leggi dando poteri, appunto, accresciuti agli incaricati». Lo studio 'Troillet Meier Raetzo’, si diceva. Che ha vinto il concorso e in marzo ha presentato il risultato del proprio lavoro.

Ebbene, «ora dando seguito a quanto votato quasi all'unanimità dal Gran Consiglio al momento dell'assegnazione dell'audit, tutta la loro indagine deve essere riassunta in un rapporto commissionale che andrà in Gran Consiglio». Un rapporto che vede ben sei correlatori – lo stesso Guerra, Natalia Ferrara (Plr), Fiorenzo Dadò (Centro), Fabrizio Sirica (Ps), Paolo Pamini (Udc) e Samantha Bourgoin (Verdi) – e sottoscritto, va da sé, «da tutti i gruppi parlamentari rappresentati in Gestione, e proprio per raggiungere la massima condivisione i relatori hanno avuto vari incontri durante l'estate». Il rapporto, continua Guerra, «mette nero su bianco raccomandazioni, proattive e propositive all'indirizzo del Consiglio di Stato».

Quali? «Quelle sostanzialmente presentate da chi ha svolto l'audit in occasione della conferenza stampa, noi le abbiamo riassunte e fatte nostre assicurando il sostegno della commissione». A margine, ci sono altre valutazioni proprie della Commissione ma che sono comunque nel solco dell'oggettività dell'audit.

Queste raccomandazioni arriveranno al governo dunque, «che avrà un termine d'ordine di sei mesi per presentarci una serie di proposte e di correttivi che sarà nostra premura in Gestione, se del caso, tradurre in atti parlamentari vincolanti», dice ancora Guerra. Che conclude: «Era giusto arrivare alla fine di questo lungo iter andando finalmente in aula e facendo votare a tutto il Gran Consiglio queste nostre valutazioni, che si fondano non su elucubrazioni politiche ma sulle analisi di uno studio legale competente e fuori cantone».

Un passo indietro a marzo

La prima delle raccomandazioni contenute nell'audit, volte a fare in modo che situazioni come quella che hanno portato alla condanna dell'ex funzionario Dss non si ripetano più, e comunicate da Anne Meier in marzo, è un miglioramento della direttiva sulle molestie psicologiche e sessuali e sulle discriminazioni, includendo anche le persone esterne all’Amministrazione cantonale che intervengono in questi casi.

La seconda è di rafforzare la credibilità del sistema di segnalazione e il principio di indagine esterna e indipendente in caso di violazione dell’integrità personale. Si raccomandano poi specifici corsi di formazione per i dirigenti per fare in modo che non si verifichino più incomprensioni riguardo al concetto di molestie sessuali, nonché sul loro ruolo di gestione e il loro obbligo di intervenire molto prima che si configurino reati penali. Serve particolare formazione, sempre secondo l'audit, anche per il personale amministrativo, soprattutto sulla definizione di violazione dell’integrità personale. È ad esempio ritenuto fondamentale che si conoscano il codice di comportamento, la legge e i dispositivi esistenti.

Nell'audit esterno si raccomanda inoltre di procedere a valutazioni periodiche e a regolari sondaggi sul clima di lavoro e che questi ultimi avvengano a metà di ogni legislatura. Per il prossimo sondaggio, previsto nel 2024, bisognerebbe includere domande relative ai nuovi dispositivi messi in atto così da poter determinare se sono stati utilizzati e con quale soddisfazione.

Cassa pensione statali, audizione dei vertici dell'Ipct

La Gestione nella seconda parte della sua riunione settimanale ha sentito in una lunga audizione i vertici dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino (Ipct, la cassa pensioni degli impiegati dello Stato) che hanno presentato un aggiornamento delle cifre.

Sui tavoli della commissione è presente da metà luglio il messaggio varato dal Consiglio di Stato con le proposte per compensare l’abbassamento del tasso di conversione che sarà effettuato dall’Istituto gradualmente dal 6,17% al 5,25% entro il 2031.

Per occuparsi del dossier è stato incaricato un gruppo di quattro relatori – Bixio Caprara (Plr), Fiorenzo Dadò (Centro), Ivo Durisch (Ps) e Samantha Bourgoin (Verdi) – da cui si attende nelle prossime settimane una bozza di rapporto. Rapporto che una volta sottoscritto approderà in Gran Consiglio per discussione e voto. Nel caso in cui le proposte del governo venissero accettate dal plenum, Lega e Udc hanno già più che ventilato il lancio di un referendum.

Allo scopo di salvaguardare le rendite degli affiliati – ricordiamo – il messaggio prospetta un aumento del capitale di vecchiaia del 3% che sarà finanziato dal datore di lavoro (il Cantone) e dai dipendenti, rispettivamente nella proporzione del 40% e del 60%, e il passaggio del contributo di risanamento dell’1% a carico del Cantone (ora è a carico degli assicurati), per un costo annuo per le casse pubbliche di 14,6 milioni di franchi.

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