Ticino

‘Il Cantone doveva sanzionare prima l'ex funzionario del Dss’

Errori commessi nell'Amministrazione sulla gestione del caso. L'avvocata Meier spiega i contenuti dell'audit: ‘Sottovalutazioni, assenza di documenti...’

La conferenza stampa
(Ti-Press)
21 marzo 2023
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«Da una parte errori e carenze nella gestione del caso individuale, dall'altra problemi generali dell'Amministrazione cantonale riguardo alla gestione del personale». È senza appello il giudizio che l'audit esterno dà su quanto accaduto in merito al caso dell'ex funzionario del Dss condannato per coazione sessuale e violenza carnale. Di più: è un audit esterno che pone una differenza abissale rispetto a quanto accertato dall'inchiesta amministrativa precedentemente svolta.

58 pagine per un'indagine iniziata nell'agosto 2022, consegnata alla Commissione parlamentare della gestione dallo studio legale Troillet Meier Raetzo di Ginevra e illustrata dall'avvocata Anne Meier oggi davanti alla stampa nella sala del Gran Consiglio. Nessuna direttiva su cosa inserire nei dossier del personale, mancate trasmissioni tra capiufficio al momento del cambio delle mansioni riguardo a casi particolari, una catena di montaggio sull'informazione interna che non ha funzionato e che nelle sei raccomandazioni finali l'audit esterno suggerisce come potenzialmente migliorare.

La vicenda punto per punto

Con ordine. «Sappiamo che all'ex funzionario Dss è stato attribuito l'Ufficio giovani, legato alla Legge giovani, dal 1998. Come ogni dipendente pubblico – ricorda Meier – è tenuto al rispetto della Lord, e che quindi agisca in conformità alle leggi e interessi dello Stato, mostrandosi degno della stima e della fiducia dei cittadini». Ebbene, «quando un funzionario viola i suoi doveri le possibilità previste dalla legge vanno dal richiamo al licenziamento». Nell'estate del 2003, «a seguito di un problema avuto con un deputato, è stato richiamato oralmente e dopo un periodo di verifica delle sue competenze i suoi superiori hanno proceduto a una nota di sintesi condivisa con la Sezione delle risorse umane (diretta da Raniero Devaux, area Plr, ndr.), che menziona vari problemi comportamentali e di atteggiamento. Senza connotazioni sessuali». Elementi però, afferma l'avvocata Meier, «che dimostrano la violazione dei doveri di fedeltà dell'ex funzionario. La conclusione della nota è che manca il legame di fiducia necessario, ma non vengono adottate sanzioni. Invece viene deciso di cambiargli il mansionario, togliendogli la responsabilità del Forum dei giovani». Però «secondo il nostro audit è chiaro che la violazione al dovere di fedeltà sarebbe stata sufficiente a giustificare una sanzione formale o addirittura il licenziamento nel 2004». L'audit ravvisa quindi «incoerenza» nella gestione del caso, perché «il fatto che tra licenziamento e richiamo non si sia fatto niente, non sia stata decisa alcuna sanzione, deriva da un errore di gestione». Inoltre, fondamentale, «di questo cambio di mansioni non c‘è traccia, sarebbe dovuto essere stato formalizzato». Ivan Pau-Lessi, intervistato da ‘laRegione’ il 26 novembre 2021, sul fatto disse: “Sì, ponevo la possibilità di licenziarlo. Cosa che non avvenne perché non c’erano – in quel momento – motivi ritenuti validi per una disdetta del rapporto di lavoro”.

Riposto tutto in un cassetto

Siamo al 2005. Niente è stato trasmesso, nessuna sanzione è stata decisa. Il 24 febbraio, ricorda Meier, «si tiene un incontro tra l'alto funzionario responsabile (Ivan Pau-Lessi, area Ps, ndr.), l'ex funzionario e una delegazione del Forum cantonale dei giovani. Occasione, per i giovani, di manifestare problemi legati all'ex funzionario». In quella occasione «vengono comunicate nuove e gravi informazioni, le giovani hanno detto di essere state regolarmente insultate dall'ex funzionario, che ha anche minacciato il suicidio. Azioni che vanno al di là di quanto le giovani o l'alto funzionario potevano gestire». E, per la prima volta, si fanno riferimenti di natura sessuale: «Non siamo riusciti a verificare esattamente cosa sia stato detto nell'incontro con le giovani, ma dalla nostra analisi c’è un unico punto incontestabile: gli appunti presi il giorno successivo dall'alto funzionario. Con frasi come "Approfitta del suo ruolo per tentare con tutte", che può avere un solo significato. Oppure: "L'ha fatto con loro e con le loro amiche", "Gioca sul suo ruolo per sedurre"». Le giovani, alcuni giorni dopo, hanno condiviso anche alcune e-mail che «parlano di reazioni aggressive e incontrollate, comportamento dongiovannesco. Tale comportamento è inammissibile vista la giovane età delle donne, questi nuovi elementi dovevano essere monitorati e segnalati». Detta secca: «L'alto funzionario nel suo dovere di fedeltà aveva l'obbligo di adottare un comportamento attivo in queste condizioni, e doveva intervenire per gestire la situazione». Non l'ha fatto, riponendo tutto in un cassetto. Perché?, chiediamo. Nessuna risposta, «il compito dell'audit è stabilire i fatti».

L'alto funzionario e l'errore di valutazione

Per l'avvocata Meier, a questo punto, «è molto importante ricordarsi che per la legge ci sono coazione sessuale e violenza carnale, ma le molestie sessuali comprendono un'ampia gamma di comportamenti che non sono necessariamente di natura penale ma che costituiscono una violazione della legge e costituiscono un attacco all'integrità della vittima: come baciare sulla bocca una donna contro la sua volontà». Ecco, «invece che intervenire l'alto funzionario ha scritto degli appunti, li ha conservati in una cartella confidenziale senza mostrarli a nessuno. Non ha contattato la Sezione delle risorse umane, coinvolta qualche mese prima, ha solo parzialmente rivelato il contenuto al suo capo in merito alla fragilità psicologica dell'ex funzionario, ma senza dire nulla su insulti e allusioni di tipo sessuale».

L'alto funzionario, rincara Meier, «ha fatto un errore di valutazione. Anche se pensava che i fatti denunciati non costituissero reati penali, avrebbe dovuto capire che si trattava di gravi violazioni alla legge in quanto molestie sessuali».

Non ha funzionato la catena d'informazione

Nonostante tutto questo, e siamo al mancato funzionamento della catena d'informazione, «l'ex funzionario ha sfruttato ogni possibilità di rimanere in contatto coi giovani, e nell'Ufficio è cambiata la gerarchia». Questa mancanza di informazione si è riverberata «con la sua mancata trasparenza in una data imprecisata del 2006, quando un capoufficio non meglio precisato ha deciso di affidare una stagista all'ex funzionario a partire dal 2 gennaio 2007». Stagista che, «nel marzo 2007 ha dichiarato di aver ricevuto avance in un cinema, con sfregamento sul ginocchio e palpeggiamenti. Per proteggere la giovane donna è stato tolto lo stage all'ex funzionario, ma non ci son state ulteriori segnalazioni. L'ex funzionario non è stato sanzionato. Dopo la consulenza psicologica non si giunge ad alcuna denuncia, né dalla stagista né dall'ufficio». L'audit ritiene «quantomeno discutibile che non sia stata svolta un'indagine interna più approfondita, e imposto alcuna sanzione anche minima sull'episodio. Il fatto che la stagista rinunciasse alla denuncia penale non esonerava la gerarchia dell'ex funzionario dall'agire. Quantomeno, il fatto che la stagista gli fosse stata tolta doveva essere formalmente scritto e inserito nel dossier dell'ex funzionario». Non è stato così, neanche stavolta.

Per quanto riguarda il licenziamento dell'ex funzionario, tanti e tanti anni dopo, «la procedura si è svolta in modo corretto».


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Dietro a quelle finestre...

Carenze e assenze dal 1995 al 2017

Insomma, «carenze e assenze di alcuni processi di gestione delle risorse umane dal 1995 al 2017 hanno avuto un ruolo. Non sono state effettuate valutazioni periodiche all'interno dell'Amministrazione cantonale, non è stata documentata alcuna valutazione personale, l'Amministrazione si è privata di un efficace strumento di gestione del personale che avrebbe contribuito a illustrare la situazione e trasmettere ai futuri dirigenti quando cambia il responsabile». Una prassi «poco chiara».

E siamo alle raccomandazioni, perché certe cose non succedano più.

Le raccomandazioni

La prima è un "miglioramento della direttiva sulle molestie psicologiche e sessuali e sulle discriminazioni, includendo anche le persone esterne all'Amministrazione cantonale che intervengono in questi casi". La seconda è "rafforzare la credibilità del sistema di segnalazione, il principio di indagine esterna e indipendente in caso di violazione dell'integrità personale. A differenza di una denuncia per frode, quelle sull'integrità personale portano una dimensione umana e personale che per la vittima è difficile rivelare a fronte di altri membri dell'Amministrazione cantonale. In situazioni simili è preferibile rivolgersi a esperti esterni».

Vanno fatti «corsi di formazione per i dirigenti, il caso dell'ex funzionario ha dimostrato una incomprensione del concetto di molestie sessuali. Incomprensione anche da parte di funzionari dirigenti, del loro ruolo di gestione e del loro obbligo di intervenire molto prima si configurino reati penali. Non ci si può aspettare che le vittime presentino denuncia e facciano tutto il lavoro necessario per dimostrare l'esistenza di un reato sull'integrità sessuale. Le molestie, ripeto, non sempre sono un reato ma sempre violano la legge».

Formare, formare e formare. Questo bisogna fare «con il personale, soprattutto sulla definizione di violazione sull'integrità personale. Bisogna conoscere il codice di comportamento, la legge e conoscere i dispositivi esistenti. Servono valutazioni periodiche».

Occorre «fare sondaggi sul clima di lavoro regolarmente», per l'audit: «A metà di ogni legislatura. Per il prossimo sondaggio, nel 2024, proponiamo domande relative ai nuovi dispositivi messi in atto e determinare se sono stati utilizzati e con quale soddisfazione».

Il nodo dei dossier sui dipendenti

Per l'avvocata Meier serve «creare delle regole per disciplinare la gestione dei dossier personali dei dipendenti, in modo da specificare ruoli e documentazioni. La consultazione dei dossier tra Sezione risorse umane e funzionari dirigenti deve esserci, anche per documenti riservati. La valutazione periodica deve essere parte integrante di un dossier personale, la comunicazione sia reciproca. Quando un alto funzionario cambia, ci sia un briefing col nuovo capo dove tutte le informazioni, anche le delicate, vengono trasmesse». Cosa che è mancata nel caso dell'ex funzionario del Dss.

Infine, l'ultima raccomandazione, «è che anche il Controllo cantonale delle finanze venga coinvolto per effettuare ogni anno per i prossimi cinque anni audit sui processi nel Servizio delle risorse umane».

Alla fine il discorso è uno. Si deve intervenire, non è stato fatto: «Quanto è capitato, è conseguenza del fatto che determinate informazioni non sono state trasmesse».

Di fianco all'avvocata Meier, il presidente della Gestione Fiorenzo Dadò: «Lo scopo ufficiale era trovare le lacune e colmarle affinché casi del genere non si ripetano più. La commissione ritiene molto soddisfacente questo audit, che ha risposto compiutamente e in modo esaustivo a tutte le domande poste». Nessuna valutazione politica. Per quella bisognerà aspettare le prime riunioni della Gestione dopo il rinnovo dei poteri cantonali del 2 aprile.

Questa vicenda, ha chiosato ancora Dadò, «getta un'ombra sulle istituzioni che abbiamo cercato di dissipare per evitarne di nuove. Mi metto nei panni di quei genitori che hanno un figlio che deve intraprendere un apprendistato nell'Amministrazione cantonale e che potrebbero chiedersi: lo Stato è in grado di garantire rapporti corretti? Se non può garantirli, chi altro...». Dadò ha inoltre ricordato che ci sono altri casi, non di natura sessuale ma di mobbing «che non possono essere in alcun modo tollerati e che non devono avvenire. Ci sono atti parlamentari pendenti e risposte mediocri del governo».

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