Ticino

Coronavirus, in Ticino contagiato il 9% della popolazione

Possibile nuovo focolaio in una colonia estiva. Non ci sono più ospedalizzati per covid-19. Un caso di contagio dal Woodstock

6 luglio 2020
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Circa il 9% della popolazione ticinese è entrata in contatto con il coronavirus. Si tratta di circa 30mila persone. Lo dicono i primi risultati dello studio sierologico promosso dal Cantone per appurare il tasso di diffusione del virus nella popolazione e valutare, nel corso di un anno, se gli anticorpi generati garantiscono immunità duratura. A presentare le cifre sono stati oggi il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Raffaele De Rosa, il medico cantonale Giorgio Merlani e il capo Servizio di promozione e valutazione sanitaria Martine Bouvier Gallacchi.

L'essenziale in breve

  • In Ticino contagiato il 9% della popolazione.
  • Da oggi non ci sono più persone ospedalizzate per Covid-19.
  • Possibile nuovo focolaio in una colonia estiva (si è in attesa del tampone effettuato su un adulto).
  • Un giovane calciatore risultato positivo dopo un allenamento.
  • Almeno una persona è stata (verosimilmente) contagiata al Woodstock, altre sono in attesa del risultato del tampone.
  • Oltre 450 persone in quarantena, di queste 400 a causa dell'episodio del Woodstock.

I risultati dello studio

La raccolta dati per l'analisi sierologica è avvenuta tra il 16 maggio e 22 giugno. «Delle 1500 persone selezionate, l'83,4% ci ha contattati – ha rilevato Bouvier Gallacchi –. Si tratta di un eccellente tasso di risposta. Una minoranza ha rifiutato, soprattutto per motivi di difficoltà motorie. Abbiamo quindi raccolto 927 campioni, con una buona stratificazione tra fasce d'età e sesso. Non si è considerato invece la provenienza della persona, dal momento che in Ticino si è estremamente mobili».

Ottantasette testati sono risultate positive alla ricerca di anticorpi specifici contro il coronavirus, ovvero il 9,4% del campione. «Correggendo i dati per tenere in considerazione alcuni fattori – ha precisato Bouvier Gallacchi – possiamo affermare che, in Ticino a 5 settimane dalla prima ondata epidemica, è stato contagiato l'8,9% della popolazione». Si tratta di cifre tutto sommato analoghe a quelle del canton Ginevra, dove 1 persona su 10 è risultata positiva. «Possiamo quindi dire che circa 30mila persone in Ticino hanno contratto il virus», ha precisato Merlani». Le cifre ufficiali si fermano però a poco più di tremila. «Ma all'inizio venivano testati solo i casi gravi», ha fatto notare il medico cantonale, aggiungendo che da quanto emerso dagli studi, anche da noi si conferma regola che 1 persona su 10 è entrata in contatto con i virus. Di queste 1 su 10 è stata ospedalizzata e di queste 1 su 10 è purtroppo deceduta.

Andando nel dettaglio, le cifre dello studio non mostrano differenze significative tra uomini e donne nel grado di esposizione al virus, che risulta pure analogo per tutte le classi di età. «Ciò significa che sono state seguite bene le raccomandazioni ufficiali», ha commentato la capo Servizio di promozione e valutazione sanitaria. Gli asintomatici rilevati sono attorno al 5,4%. «Va comunque detto che si tratta di numeri che rispecchiano la situazione ticinese  in un certo momento», ha sottolineato Bouvier Gallacchi, aggiungendo che gli astinomatici sono coloro che non si ricordano di avere avuto sintomi, pur presentando anticorpi. Vi è quindi da tenere in considerazione la possibile difficoltà nel ricordare sintomi di lieve entità.

«Un test negativo non significa di non essere stati contagiati – ha rilevato Bouvier Gallacchi –. Quando invece si risulta positivi non vuol dire necessariamente che si è infettivi».

Nuovo possibile focolaio

Intanto, durante l'incontro con i media, il medico cantonale ha reso noto che, dopo il caso del Woodstock, ci potrebbe essere un secondo focolaio di coronavirus in Ticino. Si tratta di una colonia estiva di ragazzi, dove un adulto ha presentato sintomi «altamente sospetti. La buona notizia è che il caso è circoscritto e sotto controllo». Un secondo caso coinvolge un giovane calciatore che negli scorsi giorni ha partecipato ad un allenamento durante il periodo di incubazione del virus.

Contagi in crescita

I 10 contagi registrati durante il fine settimana (1 sabato, 4 domenica e 5 tra domenica e lunedì), la tendenza anche in Ticino sembra essersi leggermente invertita: «Dopo un mese di maggio con i casi in calo e un mese di giugno con una serie di 0, qualcosa si sta muovendo in Ticino e in Svizzera», ha commentato Merlani. «Se il trend nel mese di maggio e giugno era a discendente, la tendenza in quest'ultima settima è a salire. Si tratta di numeri piccoli, ma non bisogna sottovalutarli»


L'evoluzione dei dati nell'ultima settimana (Ticino)

Oltre 450 casi in quarantena attualmente - Almeno un caso dal Woodstock

Intanto nel cantone sono oltre 450 le persone in quarantena perché entrate in contatto con pazienti positivi al Covid-19. La maggior parte di queste sono dovute al caso del Woodstock, con più di 400 uomini e donne costretti a non lasciare il proprio domicilio. Tra questi, almeno una persona ha sicuramente già contratto il virus, mentre altre presentano sintomi sospetti e sono in attesa del risultato del tampone.

«Quello che abbiamo constatato in questo periodo è l'aumento del numero di contatti generati da ogni singolo caso positivo – ha sottolineato Merlani, ribadendo quanto già evidenziato settimana scorsa –. Dalle 2 persone per positivo, nel mese di giugno si è passati a una media di 10». Una tendenza dovuta anche al fatto che tra i casi rilevati negli ultimi tempi vi sono molti giovani, che presentano un tasso di mobilità e socialità elevato.

Tra le cifre e i possibili nuovi focolai, la buona notizia di oggi è che non ci sono più persone ospedalizzate per Covid in Ticino, né in cure intense, né in reparto.

Occhio al caldo

Gli anziani rimangono comunque una categoria a rischio, si è detto durante l'incontro con la stampa. E se «non abbiamo più ricoveri per covid, il pericolo ora viene dai colpi di calore: abbiamo già avuto i primi ricoveri – ha rilevato il medico cantonale –. Non chiederò agli anziani di andare in letargo, ma di fare attenzione».

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