Lugano

Lettere dei docenti sulla Palestina, il Municipio: ‘Inopportune ma non sbagliate’

In risposta a un4interrogazione di Danilo Baratti, la Città ribadisce che le scuole ‘devono preservare neutralità e imparzialità’

Veduta sul municipio
(Ti-Press / Samuel Golay)
24 dicembre 2025
|

“Inopportune”. Dopo averle definite “fuori luogo”, il Municipio di Lugano definisce così le lettere dei docenti della Scuola media di Viganello e del Centro Professionale Commerciale (CPC) riguardanti la situazione in Palestina inviate lo scorso autunno al Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs), con copia alla Città di Lugano.

L’Esecutivo cittadino, in risposta a un’interrogazione con primo firmatario Danilo Baratti (Verdi) chiarisce che la sua comunicazione del 9 ottobre “non intendeva tanto contestare i contenuti espressi, quanto rilevare l’inopportunità che il collegio docenti intervenga, nell’ambito delle attività scolastiche e istituzionali, su temi di politica internazionale complessi e potenzialmente divisivi”. Secondo il Municipio, le scuole “devono preservare neutralità e imparzialità, promuovendo dialogo e rispetto reciproco senza schierarsi su questioni possono generare incomprensioni all’interno della comunità scolastica e cittadina”.

Il Municipio, riconosce che lo spirito di preoccupazione umanitaria dei docenti non differisce da quello espresso in maggio dalla Città insieme a Losanna e Ginevra, ma evidenzia “una differenza sostanziale di natura e forma tra una comunicazione istituzionale e un documento elaborato da un collegio docenti”.

Sulla richiesta di interpellare il Consiglio di Stato, l’Esecutivo precisa che l’obiettivo non è “limitare la libertà di opinione dei docenti come cittadini, ma chiarire i margini entro i quali un collegio può pronunciarsi a nome dell’istituzione scolastica”. Infine, il Municipio conferma che la comunicazione del 9 ottobre è stata considerata “opportuna rispetto agli obiettivi perseguiti”, pur riconoscendo “la complessità e sensibilità del tema” e la possibilità che il tono della lettera abbia generato percezioni tra i docenti “di un giudizio sulle intenzioni o sui valori etici che animavano la loro lettera”.

Leggi anche: