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Prete arrestato, i fatti sarebbero accaduti all'estero

Inchiesta per atti sessuali, l'episodio di cui è accusato il 50enne originario del Locarnese sarebbe avvenuto in Italia durante un viaggio con la giovane donna

(archivio Ti-Press)
3 giugno 2020
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Si sarebbero svolti fuori del Ticino i fatti contestati al prete 50enne ticinese arrestato sabato sera, per atti sessuali, dopo essere stato interrogato dagli inquirenti. Sull'uomo, originario del Locarnese, pende l'accusa di aver commesso atti sessuali "con persone incapaci di discernimento o inette a resistere", come ha comunicato il giorno dopo il fermo la Procura successivamente alla conferenza stampa nella quale il vescovo Valerio Lazzeri ha fatto sapere di aver sospeso cautelativamente il sacerdote dall'esercizio del ministero. Per il momento la presunta vittima sarebbe una sola: una giovane donna, una persona fragile. Risiedeva nel Sottoceneri ed è nel frattempo deceduta, due anni fa. Ma l'inchiesta, di cui è titolare la procuratrice pubblica Chiara Borelli, stabilirà anche se le vittime siano più di una. Stando a nostre informazioni, l'episodio che ha portato il 50enne in detenzione preventiva per un mese e mezzo - la misura restrittiva è stata intanto convalidata dal giudice dei provvedimenti coercitivi - sarebbe avvenuto come detto all'estero, durante un viaggio di pochi giorni in Italia, a Rimini. Un soggiorno al mare del sacerdote e della giovane, allora intorno ai vent'anni. Un viaggio che nulla aveva a che fare con attività parrocchiali o pastorali.

L'episodio al centro delle indagini, e in relazione al quale il Ministero pubblico ipotizza nei confronti dell'imputato i reati di coazione e violenza carnale, sarebbe da collocare in un periodo compreso tra il 2013 e il 2015. Il 50enne è difeso dall'avvocato Luigi Mattei. Ma i contorni della vicenda non sono ancora chiari, noti. Gli inquirenti, la Diocesi e la difesa mantengono il massimo riserbo e non aggiungono altro a quanto comunicato domenica pomeriggio.

L'inchiesta è scattata dopo che il vescovo aveva informato la Commissione diocesana di esperti per la gestione di casi di abusi sessuali a proposito di quanto segnalatogli a voce da una persona l'11 marzo scorso ("Non si trattava della testimonianza di una vittima, ma del resoconto di qualcuno che ne aveva ascoltato il racconto", ha indicato Lazzeri in una nota diffusa alle redazioni in seguito all'incontro con i media). Stando a quanto appreso dalla 'Regione', il 50enne sarebbe originario del Locarnese e la vocazione sarebbe arrivata una trentina di anni fa, dopo l'apprendistato e un lavoro da meccanico oltre Gottardo. Ordinato sacerdote pochi anni dopo, l'uomo, con un proprio vivace profilo Facebook, avrebbe guidato per quasi un decennio una parrocchia del Sottoceneri oltre a essere impegnato come cappellano militare. Dopo un trasferimento avrebbe trascorso un brevissimo periodo alla guida di un'altra parrocchia, per poi venire assegnato ad altri incarichi all'interno della rete diocesana. I due spostamenti si direbbero avvenuti nello stesso periodo dei fatti contestati, ma non risultano al momento correlati alla vicenda. Stando a quanto da noi appreso, la riassegnazione sarebbe legata a problemi di salute, verosimilmente legati all'abuso di alcol.

L'inchiesta penale intanto prosegue per fare piena luce su ciò che viene rimproverato al sacerdote.  Nel comunicato diffuso domenica, il vescovo si è detto fiducioso "che l'opera dell'autorità giudiziaria possa giungere in tempi rapidi a determinare l'esatta fisionomia dei fatti accaduti, in maniera che se ne possa valutare adeguatamente l'entità e adottare le misure proporzionate e corrispondenti. Pur non avendo la possibilità di predeterminare l'esito della procedura in corso, che potrà eventualmente confermare, smentire o correggere quanto finora emerso, il mio vivo desiderio è far giungere fin da questo momento la mia solidarietà e la mia vicinanza a chiunque, in un modo o nell'altro, si trovi, direttamente o indirettamente, toccato da questa vicenda".

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