Ticino

Sospesa la frequenza scolastica obbligatoria a Lugano e Locarno

Le assenze da scuola saranno legittimate a partire da domani. Borradori: 'Grave difficoltà nel reperire supplenti'. Decisioni fondate su basi legali 'fragili'

12 marzo 2020
|

La frequenza obbligatoria nelle Scuole elementari e nelle Scuole dell’infanzia viene sospesa a Lugano e Locarno a partire da domani. Lo hanno deciso congiuntamente i due Municipi. La medesima misura è stata implementata in alcuni Comuni del Luganese come a Torricella-Taverne, mentre altri come Monteceneri hanno invece deciso di chiudere le proprie sedi. Una misura, quella della sospensione dell'obbligo di frequenza, così come la chiusura definitiva, che l'esecutivo di Lugano ha fondato sull'articolo 77 del Regolamento comunale che richiama l'articolo 107 della Legge organica comunale (Loc), per garantire la salute e la tranquillità della cittadinanza. Il Municipio è consapevole del fatto che la base legale è fragile e che la competenza in questo ambito è del Consiglio di Stato che potrebbe prendere provvedimenti nei confronti degli enti locali 'dissidenti'.

Garantita l’offerta quotidiana per formare ed accompagnare i bambini.

"Gli istituti continueranno comunque a garantire un’offerta quotidiana per formare ed accompagnare i bambini, anche in merito al complesso momento attuale. Questa opzione rappresenta una valida alternativa, che risponde a un profondo senso di responsabilità verso i gruppi a rischio della popolazione, in particolare coloro che hanno più di 65 anni", scrivono i due esecutivi in una nota, mentre a Lugano il sindaco Marco Borradori nella conferenza stampa odierna ha spiegato che «cercando di ossequiare sia le direttive cantonali che ieri hanno introdotto lo stato di necessità che quelle federali mirate a contenere la diffusione del virus, abbiamo voluto garantire la possibilità di frequentare gli istituti». Ieri mattina, era peraltro giunto da parte del Consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici, il suggerimento di chiusura delle scuole. A margine di un incontro tenutosi nella serata di ieri, i professionisti ticinesi citano recenti pubblicazioni – un rapporto congiunto di Oms, Unicef e Croce Rossa e una pubblicazione di Nature – che "confermano che i bambini sotto i dieci anni di età hanno esattamente la stessa probabilità degli adulti di contrarre la malattia".

Le assenze da scuola saranno quindi legittimate a partire da domani.

"Pur rispettando quanto stabilito e comunicato dall’autorità cantonale – affermano i Municipi delle due città –, la decisione odierna si rende necessaria a seguito dell’evoluzione constatata sul territorio, che negli ultimi giorni ha reso difficoltoso procedere con l’abituale attività scolastica. Negli istituti scolastici comunali si sono riscontrati, infatti, un aumento del tasso di assenza volontaria e si sta creando una grave difficoltà nel reperire supplenti". Da questo punto di vista, a Lugano l'esecutivo ha deciso sulla base di cifre in crescita che dimostrano un'evoluzione in crescita. «Oggi siamo al 44% di assenze nelle scuole dell'infanzia e al 26% nelle Elementari e in base al resoconto presentatoci degli Istituti scolastici, registriamo difficoltà di reperire supplenti», ha evidenziato Borradori che ha evocato anche «una certa resistenza dei genitori nei confronti del mantenimento dell'apertura delle scuole dell'obbligo». E il «rapporto di fiducia fra la scuola e le famiglie resta fondamentale», ha detto il direttore degli istituti scolastici Fabio Valsangiacomo.

Borradori: 'È una decisione che non c'entra con le elezioni comunali'

«In alcun modo la decisione che abbiamo preso nella seduta odierna a che fare con le prossime elezioni comunali, tantomeno abbiamo ceduto alle pressioni dei genitori e delle famiglie. Vogliamo che il ruolo degli enti locali sia riconosciuto nella gestione di prossimità del territorio. A Lugano gli istituti sono una cinquantina», ha dichiarato il sindaco Borradori. Il segnale non è rispettoso delle disposizione cantonali e federali, ma il Municipio di Lugano si è detto sereno. "Nonostante questa decisione, gli istituti scolastici comunali rimarranno aperti seguendo i normali orari di frequenza, accogliendo i bambini i cui genitori lo riterranno, o per scelta o perché impossibilitati a fare altrimenti". L’abituale attività educativa, assicurano da Lugano e Locarno, verrà portata avanti con gli allievi presenti. Gli esecutivi ribadiscono infine "l’invito a tutte le famiglie che ne avessero la necessità a continuare a far capo agli istituti scolastici, e non a parenti anziani o debilitati", recita il comunicato congiunto di Lugano e Locarno.

Gli inviti della Conferenza dei sindaci del Malcantone.

"Vogliamo premettere che apprezziamo gli sforzi fin qui fatti con le misure di contenimento sia dall’Autorità politica che da quella degli specialisti. Denunciamo anche le nostre incompetenze in materia ma le pressioni che arrivano “dal basso” sono sempre più pesanti e le argomentazioni a difesa del vostro operato diventano sempre più difficili da sostenere. In sostanza si chiedono misure più incisive o meglio detto più pesanti". Parole della Conferenza dei sindaci del Malcantone che ha scritto in tal senso una missiva indirizzata al Consiglio di Stato. I sindaci ritengono che "il tema più sentito sia quello relativo alla chiusura delle scuole. La domanda più frequente è: che cosa cambia se si chiudono le scuole per due settimane? Si chiede pertanto una decisione coraggiosa accompagnata da direttive su come gestire i bambini in quarantena". La Conferenza evidenzia inoltre l'altro tema relativo alla chiusura o meno delle frontiere: "L’eccezione “vieni e vai” dei frontalieri non convince. Si dovrebbe avere il coraggio di selezionare il personale a cui non si può rinunciare e blindarlo in Ticino mettendo a disposizione le strutture necessarie per i pernottamenti rispettivamente per i pasti".

Il sindacato dei docenti al CdS: 'Rivalutare l'obbligatorietà della frequenza scolastica'

Il Sindacato Vpod docenti prende atto delle decisioni del Consiglio di Stato, supportato dal gruppo di lavoro scientifico, ma lo invita anche "ad elaborare uno scenario alternativo, che consiste nel rendere facoltativa la frequenza della scuola in modo che le famiglie possano gestire bambini e ragazzi in modo autonomo, se hanno i mezzi per accudirli in sicurezza e per garantire loro la continuazione del programma scolastico, facendo capo al materiale didattico fornito dai docenti". Secondo il sindacato, "questa soluzione consentirebbe di ridurre i numeri eccessivi presenti nelle classi, che non garantiscono la distanza sociale minima per ridurre il rischio di contagio (e questo anche a seguito delle inevitabili malattie di stagione che affliggono il corpo docente, assenze che comportano degli accorpamenti di classe quando non è possibile attivare un supplente)", si legge in una nota. Il Sindacato Vpod docenti ribadisce "la propria solidarietà a tutto il personale attivo nelle scuole, nei servizi sociosanitari e nei servizi indispensabili al funzionamento della società in questo difficile momento".

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔