Ticino

Un pacco di pacchi per Natale

La Posta all'opera sotto le Feste: il volume di invii aumenta di un terzo. In Ticino punte di 48mila pacchetti al giorno

Ti-Press
24 dicembre 2018
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Il Natale alla Posta inizia già a fine novembre, in concomitanza con il ‘Black Friday’, e termina con la Befana. E mentre gli svizzeri sono impegnati a comprare online regali scontatissimi (nel senso del prezzo, ben inteso) e ad aprire le finestrelle del calendario dell’Avvento, il mese che precede le festività nei centri di smistamento coincide più che altro con lavoro supplementare, turni di rinforzo e potenziamento dei team di collaboratori. Il tutto per far fronte a un aumento di merci da recapitare che in alcuni giorni raggiunge il doppio dei volumi rispetto al traffico normale, ovvero circa 1,3 milioni di pacchetti e pacchettini al giorno a livello nazionale, di cui 48mila nel solo Ticino. «In dicembre possiamo stimare un aumento medio del traffico pacchi attorno al 30%», precisa il portavoce della Posta Svizzera Marco Scossa.

La strategia per affrontare l’ondata di invii è stata affinata negli anni: «I piani di lavoro vengono adattati in base all’esperienza accumulata e il numero di collaboratori attivi nei centri di distribuzione e logistici riflette l’andamento dei volumi», precisa ancora Scossa. Esperienza che ha portato negli ultimi anni a saper affrontare anche il fenomeno del ‘Black Friday’ e del ‘Cyber Monday’, i due appuntamenti importati dalla tradizione americana in cui (soprattutto online) si offrono prodotti fortemente ribassati. «La settimana successiva al Black Friday, in soli due anni, è diventata paragonabile a quelle prima delle feste natalizie, con un incremento tra il 30% e il 50% nel volume del traffico». Traffico pacchi che, complice proprio il successo dello shopping in rete, ha ripreso a mostrare cifre in crescita dal 2010 in poi, arrestando la tendenza al calo in atto dal 2000. La contrazione agli sportelli in 17 anni è stata del 44%, «ma l’anno scorso l’aumento è stato del 6%».

Ad essere invece in costante calo è il traffico delle lettere. Tra il 2000 e il 2017 si è registrato un tonfo sempre agli sportelli delle filiali e a livello nazionale del 68%, con un ulteriore meno 5% nel mese di novembre di quest’anno. Nel 2016 il totale di invii è stato di poco superiore ai 2 miliardi, con un calo del 3,8%, di molto superiore alla media pluriennale che si situa fra l’1 e il 2%. E qui nemmeno il Natale sembra fare il miracolo: «C’è sicuramente un aumento del traffico sotto le Feste – annota Scossa –, tuttavia prima era generalizzato su tutto il mese, mentre oggi abbiamo solo dei giorni di picco, con un incremento non superiore al 50 o 60%». I periodi più caldi sono «le due settimane di Natale – quest’anno abbiamo rilevato incrementi già a partire dal 10 dicembre –, cui si aggiungono i primi giorni del nuovo anno per via degli estratti bancari». Cosa che, evidentemente, «non permette di recuperare le perdite di tutto un anno». Anche perché a calare sembrano essere proprio i biglietti di auguri («Ce ne sono ancora, ma sono diminuiti drasticamente») sotto la spinta delle app di messaggeria e dei vari social network. Gli stessi estratti conti bancari potrebbero calare drasticamente nel futuro, con gli istituti bancari che cercano sempre di più di portare i propri clienti ad utilizzare le versioni elettroniche di questo tipo di comunicazione.

Gesù bambino sta di casa a Chiasso

La casa di Gesù bambino è a Chiasso. Almeno per quanto riguarda la Posta che da circa vent’anni recapita nella città di confine tutte le lettere a lei affidate dai bambini svizzeri. Missive contenenti desideri, richieste e sogni, imbucate nella speranza che raggiungano colui che – per tradizione – porta loro i regali nella notte tra il 24 e il 25 dicembre. Un servizio che l’ex regia federale offre sotto le feste già dagli anni Cinquanta. Nel Mendrisiotto una squadra di cinque o sei “elfi” legge ogni letterina e vi risponde allegando una piccola storia e un pensierino, preparato in un laboratorio che impiega persone disabili. In totale sono circa 20mila le missive ricevute ogni anno e per il 2018 si è già a quota 18mila. Purtroppo, in media, il 4% di esse non porta l’indirizzo del mittente, per cui non è possibile rispondervi; gli ‘elfi’ si attivano comunque con impegno per risalire agli indirizzi e dare una risposta a tutti. «Non necessariamente i bambini esprimono delle richieste esplicite – spiega il portavoce Marco Scossa –. Molto spesso riceviamo dei bellissimi disegni, altri bimbi si confidano dicendo quanto stati bravi a scuola o a casa, altri ancora ammettono di essere stati cattivi, ma si dicono comunque pronti a ricevere i doni». E i regali più richiesti? «Elettronica di intrattenimento. iPhone e Xbox su tutti». C’è chi scrive a Gesù bambino e chi a Babbo Natale... «Difficile dire quale dei due sia più ‘interpellato’. Guardando i numeri a livello nazionale, Babbo Natale va per la maggiore, soprattutto in Romandia. Tra gli italofoni vi è un pareggio, con una leggera preferenza per il vecchietto con barba lunga e abito rosso. ‘Christkind’ è invece il destinatario più citato nella Svizzera centrale». E se varia il destinatario, i messaggi rimangono simili. Tra i tanti che giungono a Chiasso, non mancano le storie struggenti: «Ci sono bimbi che scrivono chiedendo di far tornare a casa il papà o per aiutare i genitori a superare i momenti difficili. Una bambina di 6 anni ha chiesto a Babbo Natale di poter riabbracciare per l’ultima volta la mamma, deceduta da poco per una brutta malattia. A lei, diceva, sarebbe anche bastato così. Domandava però se fosse possibile rendere il ritorno permanente per i suoi fratellini e per il papà». 

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